giovedì 26 giugno 2014

e chi ascolta

E CHI ascolta di Giuseppe Ferraboschi

E CHI ascolta
le parole che si allontanano,
gli agrodolci suoni
all'inane ricerca di Narciso,
folle amante dello specchio che traspare,
amore perfetto che sussiste,
ma non esiste mentre invece insiste
nell'impossibile vedere?
E CHI attende l'abbraccio mortale?



Eco notturna dei passi 
crepitio delle foglie secche
nel vecchio petto dell'amato
Ma il cielo è uno specchio scuro
che riflette i pensieri di Narciso:
baluginio di stelle, misteriosa gioia.
Raggiungerle? Un tuffo 
del cuore verso l'alto.
Notturno Icaro, non bruceranno le tue ali

mercoledì 18 giugno 2014

se mi leggi

SIRIA di E. Montale

Dicevano gli antichi che la poesia
è scala a Dio. Forse non è così
se mi leggi. Ma il giorno io lo seppi
che ritrovai per te la voce, sciolto
in un gregge di nuvoli e di capre
dirompenti da un greppo a brucar bave
di pruno e di falasco, e i volti scarni
della luna e del sole si fondevano,
il motore era guasto ed una freccia
di sangue su un macigno segnalava
la via di Aleppo.

martedì 17 giugno 2014

di-aria

da Diario Di Aria
206 fotografie-performance - diario di viaggio in 11 atti per le rive del Nord e del Sud


DIARIO DI-ARIA

note dal bordo per L.M
Di sole profumata
nell’ombra illuminata
tra mare e sassi
rilassata serena sirena!

Convessa ondina
di liquido di seta
di schiuma protegge
chi nel lato emerge.

Dal bordo deciso
nella deriva aspetta
mare che porta
una zattera. Morta?

Luna levigata
pelle ondulata
senni intrecciati
di latta bagnata.

Luna pelosa
casa prodigiosa
entra lo sguardo
appare la sposa.

intrecciata e~lavata
trama quadrata~non salva~la cassa girata
trama spigata fronda spezzata palla maculata
gabbia sradicata sacco di~chele
secchio~rigato guanto~imbottigliato

messaggio arrivato!

angolo di~cassa palla~di piume?
frammenti di~mele rovi di trine
cassa di cola spine~di casa~casa~di spine
intrecci di~rami pupa seduta pupa sdraiata
cassetta voltata camera bucata
latta plasticata mano arenata

bambino ombrato
fa cenno col capo
rami~di trine pelle di~spine
sacco di~testa perduta
nassa scassata lampadina fulminata
zoccolo di fata bandiera inclinata pozione avvelenata

magia salvata!

Capro addormentato
nella casa vuota catturato
nel tranello si riflette
chi l’inganno ti promette.

Luna calpestata
su le orme ti ho inseguita
fra luci e oscurità
nell’ombra dell’ambiguità.

croce trafitta pinna abbandonata
valigia scoperchiata ala ondulata~di plastica scassata
porta rullino vasino

allontanata~arrotondata~avvicinata poltrona abbandonata
cavallino da bambino
allonatanato~arrotondato~avvicinato cappotto perduto

Nella trama fermàti
per il falso uniti
nel riflesso si è prostrato
il dolore che hai celato.

frutta selecta casa difetta
padre madre prole
senza parole

Sul trono si è posata
la stirpe ha diviso
di lato sdraiata
l’occhio si è reciso.

Di spalle si scruta
nel cerchio spezzato
l’enigma è s~velato
lo sguardo si è voltato.

Famiglia naufragata
nell’origine si è cercata
la finzione non proietta
e la maschera è offerta.

Di spalle è tornata
la poltrona è occupata
il padre progetta
il tempo disdetta.

Nello specchio velato
l’abbraccio negato
il figlio si è creato
la speranza ti ha donato.

La magia è fatta!
e lo sguardo riflette
il vuoto specchio
che Narciso ti dette.
 
Finalmente sedotti
sulla riva sdoppiati
di spalle corriamo
mentre il volo prendiamo

nell’ombra
che nella caduta bramiamo.

G. Nigretti da Derive deserte 1994/01

domenica 15 giugno 2014

strappo

15 Giugno 2014 a Dairago (Mi) Nigretti in assenza è presente con tre poesie a: Memorie - Poesia A Strappo - Circolo Poetico Correnti


SOLO IL SILENZIO
 
Verso un vuoto di mare
passa di sassi un giorno
agro di memorie morde
nell’aria un frùscio lieve

di burro e fragole eri
sul pane caldo del mattino
di quell’hotel alla scogliera

solo il silenzio rimane
solo come un cane morde
la carne che resta maceria

sulle onde la marea sfracela
un galleggiare di gabbiani
a sequele uguali a orme
di ombre sulla sabbia.

G. Nigretti da Derive di notte 2009/10


La manifestazione, ideata nel 1995 a Crema dal Circolo Poetico Correnti, itinerante per piazze e luoghi d'Italia, permette al visitatore-lettore di creare una piccola antologia personale di poesie, attraverso il libero strappo dei testi degli autori esposti.

sabato 7 giugno 2014

c'era sulle tue

ONORIFICENZA di Oskar Pastior

Tutto in te era estraneo,
carne cresciuta in case sconosciute,
imbevuta d'ore d'altra gente,
dei profumi di lontane contemporaneità
e di pensieri che
mi si presentavano come scrittura a specchio.
Addirittura portavi ali
mai viste prima:
venate di cifre e fumo come il corno e
scure nella richiesta seria.
Sale c'era sulle tue labbra,
quando il tuo sguardo
lanciò la stella nera.

Questa io porto sul mio cuscino
ed è onorificenza al mio
sogno autunnale.

mercoledì 28 maggio 2014

new website

Carissimi, vi invito a visitare il mio nuovo sito web: Labyrinth
www.nigretti.it
sono molto gradite critiche, suggerimenti e osservazioni
grazie

sabato 24 maggio 2014

o sorella

CANTO PRIMO  di G. Ungaretti

O sorella dell'ombra,
notturna quanto più la luce ha forza,
m'insegui, morte.

In un giardino puro
alla luce ti diè l'ingenua brama
e la pace fu persa,
pensosa morte,
sulla tua bocca.

Da quel momento
ti odo nel fluire della mente
approfondire lontananze,
emula sofferente dell'eterno.

Madre velenosa degli evi
nella paura del palpito
e della solitudine,

bellezza punita e ridente,

nell'assopirsi della carne
sognatrice fuggente,

atleta senza sonno
della nostra grandezza,
quando m'avrai domato, dimmi:

nella malinconia dei vivi
volerà a lungo la mia ombra?

sabato 17 maggio 2014

chiudere il cielo

ATTESA DI NIENTE di Raffaele Carrieri

La luce non mi è stata compagna
sulla terra né l'acqua sorella.
L'affabile acqua piovana
che materna addormenta
il vecchio gabelliere
e la giovane rana.
Avrei voluto chiudere il cielo
come una semplice porta
per restare una giornata
acquattato sull'erba
in attesa di niente.

mercoledì 30 aprile 2014

4 parole e carne


IV  LE DUE

Della Dolle D. l’altre m’han detto
Di quand’ella queste sul web lesse
Ed uguale ad un’antefissa permase
La notturna vanessa, tutta turbata da
Come quel che ero fosse ora in basso
Fondo caduto: di sensi parole e carne
– “con quelle due amanuensi puttane“–.

Ma Dolle D. dalle poesiole si fa sempre abbindolare:
Le due donne? son solo un’estetista e una sciampista.

G. Nigretti da Derive quotidiane 2013/14

martedì 29 aprile 2014

3 cima sfiora

III  LA SECONDA
 
Non da meno di voce compiace
E nel vano è, con nirvana mano
Procace uguale – a vestale indiana –
Che a madidi palmi cima sfiora:
E lo fa tutto prima spumeggiare
E d’essenze essenziali poi venire
Infinito puntiglio di riprincipiare.

Il di lei nome che accennar non voglio
È d’ebbrezza aerea che si fece cortezza.

lunedì 28 aprile 2014

2 un sospiro

II  FRA LE DUE

Quella che-mi-fa in poco d’ora
Ed ha il vello bello liscio e tutta
La dervìscia mano di foco tatuata
È la mora: – geisha un po’ crudele
Quando il nudo percepito del mio
Guardo, di oli e calde cere deflora
Da tutto quel macello appesantito.

Ed è di voce e nome soave da sembrare
Un sospiro in volo d’uccello fuoruscito.

G. Nigretti da Derive quotidiane 2013/14

sabato 26 aprile 2014

1 colle mani

 
I  QUELLE DUE

Ora che assiso o steso, con un palpito
Di palmo, mano dita o altro, nel vano
Dell’ozioso divano o dell’indolente
Lettino – e senza neppure amarmi
Ci son solo quelle due a palparmi:
Su appuntamento e dietro compenso
Delle occasionali prestazioni manuali

In libertà esercitate; quelle che di mane o
sera in gratùito privato son da voi praticate.

G. Nigretti da Derive quotidiane 2013/14

giovedì 10 aprile 2014

immobile e chiusa


You, wind of March
di Cesare Pavese


Sei la vita e la morte.
Sei venuta di marzo
sulla terra nuda -
il tuo brivido dura.
Sangue di primavera
- anemone o nube -
il tuo passo leggero
ha violato la terra.
Ricomincia il dolore.

Il tuo passo leggero
ha riaperto il dolore.
Era fredda la terra
sotto povero cielo,
era immobile e chiusa
in un torpido sogno,
come chi piú non soffre.
Anche il gelo era dolce
dentro il cuore profondo.
Tra la vita e la morte
la speranza taceva.
Ora ha una voce e un sangue
ogni cosa che vive.
Ora la terra e il cielo sono
un brivido forte,
la speranza li torce,
li sconvolge il mattino,
li sommerge il tuo passo,
il tuo fiato d'aurora.
Sangue di primavera,
tutta la terra trema
di un antico tremore.

Hai riaperto il dolore.
Sei la vita e la morte.
Sopra la terra nuda
sei passata leggera
come rondine o nube,
il torrente del cuore
si è ridestato e irrompe
e si specchia nel cielo
e rispecchia le cose -
e le cose, nel cielo e nel cuore
soffrono e si contorcono
nell'attesa di te.
È il mattino, è l'aurora,
sangue di primavera,
tu hai violato la terra.
La speranza si torce,
e ti attende ti chiama.
Sei la vita e la morte.
Il tuo passo è leggero.

mercoledì 2 aprile 2014

tra i due muri

APRILE-AMORE di Mario Luzi

Il pensiero della morte m’accompagna
tra i due muri di questa via che sale
e pena lungo i suoi tornanti. Il freddo
di primavera irrita i colori,
stranisce l’erba, il glicine, fa aspra
la selce; sotto cappe ed impermeabili
punge le mani secche, mette un brivido.

Tempo che soffre e fa soffrire, tempo
che in un turbine chiaro porta fiori
misti a crudeli apparizioni, e ognuna
mentre ti chiedi che cos’è sparisce
rapida nella polvere e nel vento.

Il cammino è per luoghi noti
se non che fatti irreali
prefigurano l’esilio e la morte.
Tu che sei, io che sono divenuto
che m’aggiro in così ventoso spazio,
uomo dietro una traccia fine e debole!

È incredibile ch’io ti cerchi in questo
o in altro luogo della terra dove
è molto se possiamo riconoscerci.
Ma è ancora un’età, la mia,
che s’aspetta dagli altri
quello che è in noi oppure non esiste.

L’amore aiuta a vivere, a durare,
l’amore annulla e dà principio. E quando
chi soffre o langue spera, se anche spera,
che un soccorso s’annunci di lontano,
è in lui, un soffio basta a suscitarlo.
Questo ho imparato e dimenticato mille volte,
ora da te mi torna fatto chiaro,
ora prende vivezza e verità.

La mia pena è durare oltre quest’attimo.

lunedì 24 marzo 2014

la poesia

  
22 marzo Giornata mondiale della Poesia 2014 a Padova - ZuBar di Palazzo Zuckerman


SPUME DI SPOSA

 

Come sono fasulle
se di sole non ti abbagliano
sembrano perfino abbaiare
a l’aria di una luna lontana

altre a silenziose vulve si svelano
di madreperla su l’onda del cielo
fanno pure dolci spume – di sposa
e lontano s’involano come gabbiano.

Le nuvole mie fingono leggere
di essere tutto, anche amore
ma poi a piombo ti cadono
addosso: e sono uragano.



NEL VUOTO VENTO

 

Sì!
le ha fatte tutte arrabbiare
                       e in tutta fretta
                                               tutte via sono andate
lasciando un vuoto
            sconsolato
di aria
nell’aria
svuotata
da tutta la spuma
di Dio
e da ogni guscio
vuoto
per qualsivoglia fantasia.



Così il poeta
mulinando fogli
nel vuoto vento
potrà farsi bianca nuvola
con scure schiume di scrittura.


G. Nigretti da Derive d'aria 2012

mercoledì 19 marzo 2014

il padre

 LETTERA22


            oh Padre! piedalato Messaggero dei tuoi dei
fra ondose reti di notte vagavo. negli occhi suoi golosi. di badessa sguardi ho rivisto svagati in voli bassi. Da quell’ignoto l’Angiolo giocante è caduto su questa matrigna Stella suadente.
oh Padre! piedalato Messaggero dei tuoi dei  oggi da sphinge serena è tornata. il fremente roseto infrange. e incanta e incarta da sirena padana. è pescatrice come cortigiana. di giallo giuda giottesco vestita. e snuda lunghi pianti e baci calanti.
            oh Padre! piedalato Messaggero dei tuoi dei  i verdetti tuoi frane mie sono. in sudate tane di cagne nane.   E invano a sangue e ferro di cavalla   talami costello da zoppico vulcano. trafitto dai congiunti serpenti. in ogni prodigo ritorno andato   tra un dolore e un colore e un calore.
            oh Padre! piedalato Messaggero dei tuoi dei  polyphemo di speranze dal Fato mutilato:   alle montane giumente nane. gioiose sotto le esili gambe dei piccoli Messi. Oggi sottovetro spinti e lavati   Angiolini bendati al profugo Padano. come uno scrollato suino   dal sacro focolare marino.
            oh Padre! piedalato Messaggero dei tuoi dei  ricordi i verdi dolori su Lettera22 pestati. in quelle notti insonni quando di verdalba lucente vestito   flutti zappavi ed io armato neptuno   a frotte frutti scovavamo insieme.
Ora la perla pescata è il figlio cioè il foglio. di parola trovata, lavata, rasata, e riscritta. piena di labiali di rabbia in gabbia con sabbia di stabbia. da vuoto Imbecille Parolaio.
            ouh Padre! piedalato Messaggero dei tuoi dei  e t’ho pure alzato l’ara marina davanti:   Santi e Fanti e Grappe d’Oro e porto   sempre pianti e fiori e denari e lunghe cere   alle tue Tombe e Madonne Nere.
E oggi a ponente dopo domani non è ancora domani.
E domani l’ho rivista – invano:   diva di divani nei suoi vani vani ispani.
E ieri la nuova poesia di deserto deserto mi porterà di lei ogni granello.
Via.


G.Nigretti da Derive eretiche 2009

sabato 15 marzo 2014

la moglie

LA CHIAVE DEL GAS di Juan Gelman

La moglie del poeta è
condannata a leggere o ascoltare i
versi del poeta che fumano
appena estratti dall’anima. E ancora:
la moglie del poeta
è condannata al poeta, a quel tipo
che mai sa dove
si trova il rubinetto del gas e finge
di domandare per sapere
quando in realtà gli importa solo di domandare
ciò che non ha risposta.

mercoledì 12 marzo 2014

finland

mi hanno appena comunicato che una mia opera pittorica è presente in questa mostra alla Gallery Villa Armas in Kangasala Finland

lunedì 3 marzo 2014

fatta pietra


SENZA PIÙ FILO

Stelle che mi obliate
su l’isola d’arcaici dedali
perchè di pietra scendete
a ricamare cascate sete?
assetate
da l’oscuro di lontana stella
assonnata d’amore hanno sete.

O sovrane stelle dimentiche
né a squame morgane sbalzate
questa croata notte disfatta
dalle pietrose ombre tremule

sete mute d’amore vibrano
di memorie voce e brace
di stella al viandante aereo
ne l’oscuro senza più filo
di orme
su questa isola d’amore fatta
pietra spoglia di carne e nome.

G Nigretti da Derive di  notte 2009/10

sabato 1 marzo 2014

marzo

CORSE DI MARZO

Inclinato attendo –
come fronda a discese ventose
d’afose sponde ponti t’innalzo

in carne nelle corse di marzo
furiose quelle mani ci hanno
come vanga pesante scavato

un destino d’aria ricamato
immobile ombra ci annoda
a perle e spini l’anima

verso voragini giornate
ai venti di attese vertigini
gemiti un gitano sogno vano.

G. Nigretti da Derive d'amore 2001/04

venerdì 14 febbraio 2014

qué importa

Qué importa que tu puñal  di José Martí

¿Qué importa que tu puñal  
Se me clave en el riñón?
¡Tengo mis versos, que son
Más fuertes que tu puñal!

¿Qué importa que este dolor
 Seque el mar y nuble el cielo?
 El verso, dulce consuelo,
 Nace alado del dolor.


Che importa se il tuo pugnale
trafigge la mia schiena?
Possiedo i miei versi, che sono
più forti del tuo pugnale!

Che importa se questo dolore
secca il mare e oscura il cielo?
Il verso, dolce consolazione,
Nasce alato dal dolore

lunedì 10 febbraio 2014

di pensieri e cera


FEBBRAIO AL CARMINE

gelido discende su fuliggine e santi
umido risuona
lo scalpiccio dei passi
ne l’ombra nuda della lucida navata

nell’immenso vuoto d’ogni Dio
porto di pensieri e cera creanza
d’anni alla tua Donna
sembianza nera che inganna
speranze a ogni vuota stanza

d’amore – angeli trepidano
su la disfatta cera – di luce
spenta nel silenzio odora
uguale a l’ultima sua carne
già di voce disciolta.

G. Nigretti da Derive d'inverno 2011/12

domenica 9 febbraio 2014

erano le tue


HO SCESO, DANDOTI IL BRACCIO di Eugenio Montale

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

sabato 1 febbraio 2014

a plomo


FEBRERO

Negras espinas ibéricas
l’agro respiro mio sellan
a plomo d’amore cortado
me acampo como un mare
yermo
fra malvados steli de campo
siempre cortantes sgorgano
pétalos de roja seta su tua
ultima vértigo se caen

in una joven gioia distante
de acerbo infinito volteggia
brillante la mirada perdida
en un moruno porto d’amore
a ponente de tus marañas

olivastre punte de melancólicas
hojas come pallide lame desvelan
de blanco la esencia perfumada
de un amor que

G. Nigretti da Derive eretiche 2009

domenica 26 gennaio 2014

un hombre sincero

GUANTANAMERA di José Martí

Yo soy un hombre sincero,
 De donde crece la palma,
 Yo soy un hombre sincero,
 De donde crece la palma,
 Y antes de morirme quiero
 Echar mis versos del alma

Guantanamera, guajira Guantanamera
 Guantanamera, guajira Guantanamera

Mi verso es de un verde claro,
 Y de un carmin encenidido,
 Mi verso es de un verde claro,
 Y de un carmin encenidido,
 Mi verso es un cierro herido
 Que busca en el monte amparo.

Guantanamera, guajira Guantanamera
 Guantanamera, guajira Guantanamera

Con los pobres de la tierra,
 Quiero yo mi suerte echar,
 Con los pobres de la tierra,
 Quiero yo mi suerte echar,
 El arroyo de la sierra,
 Me complace mas que el mar.