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sabato 10 febbraio 2018

d'amore


FEBBRAIO AL CARMINE

scende gelido su fuliggini e santi 
nella navata muta al divino buio 
scrocchia secco lo scalpiccìo  
dei passi dell’empio tardivo

nel vuoto immenso d’ogni Dio
porto di pensieri e ceri creanza
di anni vani alla tua Donna 
nera sembianza che inganna
speranze a ogni vuota stanza

d’amore – un angelo muore 
di luce su cera combusta
che di quiete odora nuda
uguale alla pelle sua
già di fumo voluta.

G. Nigretti da Derive d'inverno 2011/12

mercoledì 10 febbraio 2016

pensieri e ceri


FEBBRAIO AL CARMINE
 
gelido discende su fuliggini e santi
della muta navata nel divino buio
dei passi tardi croccia secco
lo scalpiccìo

nell’immenso vuoto d’ogni Dio
porto di pensieri e ceri creanza
di anni alla tua Donna
nera sembianza che inganna
speranze a ogni vuota stanza

d’amore – angeli trepidano
di luce sulla cera combusta
che di quiete odora nuda
uguale alla pelle sua
già di voce disfatta.

G. Nigretti da Derive d'inverno 2011/12

martedì 10 febbraio 2015

muto buio


FEBBRAIO AL CARMINE

gelido discende su fuliggini e santi 
della muta navata nel divino buio 
dei passi tardi croccia secco 
lo scalpiccìo

nell’immenso vuoto d’ogni Dio
porto di pensieri e ceri creanza
di anni alla tua Donna 
nera sembianza che inganna
speranze a ogni vuota stanza

d’amore – angeli trepidano
sulla cera di luce combusta
che di quiete odora nuda
uguale alla pelle sua
già di fumo voluta.

G. Nigretti da Derive d'inverno 2011/2012

lunedì 10 febbraio 2014

di pensieri e cera


FEBBRAIO AL CARMINE

gelido discende su fuliggine e santi
umido risuona
lo scalpiccio dei passi
ne l’ombra nuda della lucida navata

nell’immenso vuoto d’ogni Dio
porto di pensieri e cera creanza
d’anni alla tua Donna
sembianza nera che inganna
speranze a ogni vuota stanza

d’amore – angeli trepidano
su la disfatta cera – di luce
spenta nel silenzio odora
uguale a l’ultima sua carne
già di voce disciolta.

G. Nigretti da Derive d'inverno 2011/12

giovedì 21 novembre 2013

come falena


I VIVI MORTI
 
ci stanno sempre appresso.
Chissà se ascoltano
in ogni ora d’aria lenta
un frùscio di fievole voce
che sillaba parole. Nel vuoto

d’amore chiama amore
l’ombra da ogni uscio
senza scia esce fluendo
di luce ci sfascia le ore

nel buio come falena vivendo
i vivi morti ci cadono addosso.

G. Nigretti da Derive d'inverno 2011/12

giovedì 21 marzo 2013

giorno di primavera e poesia

PRIMAVERA


ancora ritorni intorno
pallida ai timidi colli
l’aria respiri, azzurra
sirena di tiepida trina

da l’amena rima sconfini
un sopito odore di pace
un volto di tenue ambra

di voce dolce non hanno parole
in quel che nasce o muore
sotto gli esili spini in fiore

un brillio d’amore si scioglie
di memorie si apre un torpore
ne gl’indugi di queste nude ore
dietro cancelli si chiude il cuore.

G. Nigretti da Derive d'inverno

giovedì 15 novembre 2012

dal tardo cielo

NE L’ULTIMO PONENTE


si allontana l’orizzonte. Muto
dietro i colli è uno stelo
di spine – dal tardo cielo
la sera vaga a fredde rose

per le stanze aspre indugia
un tedio di ombre molli
lacere soglie frana, d’oblio
l’anima in uno stagno d’ore
sgronda a fogli di fioca voce

il sangue di spogli silenzi –
l’ultimo ponente tramonta
ne l’aria gelida dei fossi
una monotonia a petali rossi.

G. Nigretti da Derive d'inverno

lunedì 23 aprile 2012

POESIA FLUVIALE – TERRA FIUME



Padova - Bastione di San Prosdocimo
  Domenica 22 aprile Giornata mondiale della Poesia 2012
La Giornata Mondiale della Poesia 2012, giunta quest’anno alla nona edizione a Padova, è organizzata dal Gruppo90 ArtePoesia e dall’Associazione Amissi del Piovego, con la presenza di numerosi poeti e musicisti e di associazioni culturali, nell’ambito delle manifestazioni indette a livello mondiale dall’Unesco.
Con un percorso Terra Fiume, Poesia fluviale si porterà dalla Golena San Prosdocimo alle Porte Contarine, con soste all’imbarcadero di Porta Portello e all’imbarcadero davanti all’Istituto Statale d’Arte “Pietro Selvatico”, valorizzando il Piovego, i Bastioni, le Mura cinquecentesche e la Cappella degli Scrovegni.
All’arrivo alle Porte Contarine gli artisti, transitando sotto il Ponte di Corso del Popolo (1908), accederanno direttamente nella golena Porciglia (i Giardini dell’Arena), nell’area dell’associazione Scuola padovana voga veneta ”Vittorio Zonca”.
In collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e l’Assessorato alla Partecipazione del Comune di Padova.
Letture di G. Nigretti


PRIMAVERA

ancora ritorni intorno
pallida ai timidi colli
l’aria respiri azzurra


sirena di tiepida trina
da l’amena rima sconfini
un sopito odore di pace
un volto di tenue ambra

di voce dolce non han parole
in quel che nasce o muore
sotto gli esili spini in fiore

un brillio d’amore si scioglie
di memorie si apre un torpore
ne gl’indugi di queste ore nude
dietro cancelli il cuore si chiude


LUNGO LA RIVA

oscuro riflesso il pensiero
nello specchio salso della sera
di silenzio respira freddo
la bellezza noiosa del novilunio
tutta la marea ricopre deserta

di voci remote il rumore
di chi chiama amore un luminìo
riflesso di memorie a la deriva

schiocca di squame una sirena
putrida nella luce fredda della riva

Piovego - Poeti su la Delta Nova


lunedì 27 febbraio 2012

GIGLI DI MARE


DI SCHEGGE


sulle case gelido

il bianco spegne

l’ultimo sogno di chi sogna


voci remote 

sulle andate sabbie raccolte

a bianchi gigli le giornate


naufraghe memorie gemmano

di schegge il gelo bianco 

sulle case ossa

dal freddo infrante.

lunedì 16 gennaio 2012

POETICS e ...

Studio di Silvio De Campo & Renata Galiazzo
POETICS e ...

a cura di Alessandro Cabianca - Gruppo 90 e Pronto Intervento Poetico
Padova, Galleria Samonà  - 15 gennaio 2012

Letture di Nigretti
Intermezzo di R. Lucchiari - I morti vivi di G. Nigretti

I MORTI VIVI

ci stanno sempre appresso
chissà se ascoltano
in ogni ora d’aria lenta
un fruscio di voce fievole

sillaba parole nel vuoto
d’amore chiama amore
l’ombra da ogni uscio
esce fluendo senza scia
di luce la vita sfascia

come falena vivendo nel buio
i morti vivi ci vengono addosso




INTERMEZZO

Non trovo nel sottoscala la banderuola
l’orizzonte degli orizzonti di questo blu
incassato tra le adulte case di periferia
che accenda d’inesausti arazzi le stanze della musica.
Senza copione si dispera il lotofago tempo.
Nel teatro della memoria mi aggrappo a chi sento vivo
tra una folla sterminata di morti.

Se non potrò ritornare per la strada buia
a riveder le stelle, le radici storiche degli incantamenti
lasciate almeno che il grano s’accumuli sull’aia.
Il tino non era sfondato: potrò vendemmiare
questo tempo distratto. Il tramonto era tutto d’oro
tre volte glorioso e santo e i vecchi soffiavano
sulle ceneri delle generazioni.
Eccomi pronto in abito scuro per nozze e tribunali.

L’inverno ormai ringhia alle porte: ci preceda
la città dei morti con le sue coraggiose insegne.
Non è troppo tardi per le fiaccole sopra il moggio
sebbene ai figli e alle chiassose serate tra amici
abbiamo preferito il silenzioso bisbigliare degli angeli.
Anche di noi, foglie secche, rimarrà un eco poco credibile
che il vento disperde sotto i frettolosi passi.

Fatemi entrare nell’Arca per cui le api sciamano.
E’ tempo che la cenere si tramuti in cipria.
E’ tempo che l’amorosa astuzia s’intrecci
con la spiga d’oro.
Lasciate pure che il folle scirocco agiti
le lunghe tende del melanconico salotto:
la tua capretta ha fame e sete del mio sale e zolfo.

(da: Renzo Lucchiari, Farfalle, Ed. Il Torchio, Padova 2010, pp. 18-19)