giovedì 31 dicembre 2020

se dormo



UNA NITIDA FIAMMA  di P. Valery


Una nitida fiamma abita in me,

la violenta vita vedo intera

al suo freddo bagliore: più non posso

amar soltanto se dormo i suoi gesti

di grazia, intrisi di luce. I miei giorni

di notte tornano a ridarmi gli sguardi. 


E dopo il primo sventurato sonno,

quando sparsa nel buio è la sventura 

stessa, tornano a vivermi, a darmi

degli occhi. E se poi la loro gioia

erompe, l’eco che mi sveglia un morto,

non altro ributtò sulla mia riva

di carne, e se il mio straniero riso impone, 

qual murmure di mare alla conchiglia 

vuota, al mio orecchio di dubbio, sul confine

d’un estremo stupore: se io sono

o fui, se veglio o dormo.

lunedì 21 dicembre 2020

da me a quell'ombra



FISSITÀ di Vittorio Sereni


Da me a quell'ombra in bilico tra fiume e mare

solo una striscia di esistenza

in controluce dalla foce.

Quell'uomo.

Rammenda reti, ritinteggia uno scafo.

Cose che io non so fare. Nominarle appena.

Da me a lui nient'altro: una fissità.

Ogni eccedenza andata altrove. O spenta.

venerdì 4 dicembre 2020

del mio sangue

I MIEI VERSI di Kostas G. Kariotakis 


Sono miei figli, i Versi, del mio sangue.

Parlano, ma do loro le parole

come fossero pezzi del mio cuore

o lacrime sgorgate dai miei occhi.


Con un sorriso amaro vanno in giro,

perché insisto a dipingere la vita.

Li rivesto di sole e giorno e sole,

che cingeranno quando annotterò.


Signoreggiano in cielo e sulla terra.

Ma si chiedono cosa ancora manchi

per vincere stanchezza e noia, figli

che per madre conobbero la Pena.


Invano spargo il riso del motivo

più tenero, o del flauto la passione:

sono per loro un re inesperto, che

ha perduto l’affetto del suo popolo.


E languono, si spengono, e giammai

non smettono di piangere pian piano.

Mentre passi, o Mortale, guarda altrove:

o Lete, qua la nave tua, che sàlpino.