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venerdì 24 gennaio 2020

senza memoria

DAL TALAMO MARE

ora che fra le onde non più ti porgo
nel golfo vano il gran dono di miele
quello che ti spargo è questo suono
dal ramingo talamo del mare e
senza memoria di piaga in mano – 
sempre si slarga sul gramo ondare:
come il gorgo largo che non scorgo

dallo scoglio dalle scorie scosso
dove a sera naufragando albergo.

G. Nigretti da Fra le scorie, 2016


lunedì 8 aprile 2019

fratello mio

Poesia di Tesfalidet Tesfom, migrante eritreo morto il giorno dopo il suo sbarco a Pozzallo del 12 marzo 2018. Dopo aver lottato tra la vita e la morte all’ospedale maggiore di Modica nel suo portafogli è stato ritrovato un foglio con un testo in tigrino ancora intriso di salsedine. Tesfalidet Tesfom è morto in Italia a causa della Libia.


Ho letto questa poesia, ed altre mie, alla XVII Giornata Mondiale della Poesia, Sala del Romanino, Musei Civici agli Eremitani, Padova


NON TI ALLARMARE FRATELLO MIO

Non ti allarmare fratello mio,
dimmi, non sono forse tuo fratello?
Perché non chiedi notizie di me?
È davvero così bello vivere da soli,
se dimentichi tuo fratello al momento del bisogno?

Cerco vostre notizie e mi sento soffocare
non riesco a fare neanche chiamate perse,
chiedo aiuto,
la vita con i suoi problemi provvisori
mi pesa troppo.

Ti prego fratello, prova a comprendermi,
chiedo a te perché sei mio fratello,
ti prego aiutami,
perché non chiedi notizie di me, non sono forse tuo fratello?

Nessuno mi aiuta,
e neanche mi consola,
si può essere provati dalla difficoltà,
ma dimenticarsi del proprio fratello non fa onore,
il tempo vola con i suoi rimpianti,
io non ti odio,
ma è sempre meglio avere un fratello.

No, non dirmi che hai scelto la solitudine,
se esisti e perché ci sei con le tue false promesse,
mentre io ti cerco sempre,
saresti stato così crudele se fossimo stati figli dello stesso sangue?

Ora non ho nulla,
perché in questa vita nulla ho trovato,
se porto pazienza non significa che sono sazio
perché chiunque avrà la sua ricompensa,
io e te fratello ne usciremo vittoriosi
affidandoci a Dio.


LE RONDINI 

quando nere – sull’aspro inverno 
di vento maestro lontano – e
dall’innato volare in alto
le belle migranti colmano
con le grazie di stormi tersi
il riguardare di noi umani:
senza ali e da terre galere e

su onde avverse e su ferri a spini persi
stanno gli umani che mai rimiriamo.

G. Nigretti da Derive di carta, 2015


DI SOLE E POESIE

Qui che reale muro non abbiamo
con occhi colmi di sole miriamo
dalle salse ringhiere del blu mare
ombre di mille naufraghi passare e
di schiena già neri ci rigiriamo:
come ai morti di nostre macerie
lontane e fra gemiti di sangue

colano le notti di chi lì langue
qui di chi smena le poesie vane –.

G. Nigretti da Derive di scorie, 2016









mercoledì 3 aprile 2019

dialogo silente 2

DI SCORIE COLMA

sfugge via dall’ora albina
la sera – come una corva 
altera – che ora s’innalza e
repente in albore sfarina
all’ombra distante le porte:
che di scorie colma ritorna
d’alcove onde di levante

dove un sole arcano risale
da memorie di mirto inane.

G. Nigretti da Derive di scorie 2016


AMAREFERITA di Marta Celio

e dall’alto del meriggiare scende
– profondo a-mare – e lieve sussurra 
all’ore* che chiede “mirto inane”. Riempire 
memorie orecchie sopraffine. Indugia
sosta-sposta onde  e primizie in carta-paglia
lontano da “sole arcano”
e vicino-stretto amaro amare mare

e ancora una volta sboccia vita
là dove esule-isola amara-amareferita

*ore: orecchio

giovedì 15 dicembre 2016

di mente







DI FRONTE

sta – ferma lì, senza fine eguale

a un fiore di pietra – nell’incolto
presente un’assenza che da sempre
non so mai se di fronte sorgiva
sia di reale ombra o di mente
uscita parvenza, che su carta
già fioriva – senz’alito di vita

su nebulo fondo il guardo si posa:

come bianco velo senza la sposa.

G. Nigretti da Derive di scorie 2016


giovedì 18 agosto 2016

prode pure

INVOLO

Per amare derive a prode pure

parole involo, ed anche per maree
d’affranto: perchè – da scorie sture
alla Dolle un dì lemma d’incanto
qui rifiorirà. Nel vento d'arselle
da chiaro volo è ora il guardare
verso l'assolo di spalle passare

l'essere gabbiano in volo regale

e tu a menar mano all'ala carnale.

G. Nigretti da Derive maree 2016

sabato 30 luglio 2016

d'oro e miele



DAL MARE MUTO

Ora che fra le onde non più ti porgo
di stelle d’oro e miele il bel dono
quel che spargo è solo questo suono:
di sassi senza memoria di sale
che dal mare muto e ora lontano
ancora accanto si slarga piano
all'eguale gorgo che non scorgo

sullo scoglio dalle scorie scosso 
dove il naufragar serale albergo.

G. Nigretti da Derive di mare 2016