CON QUEL CUORE CHE BASTA di A. Zanzotto
E questo, se si vuole, posso aggiungere:
- La dove il fiume è un altro
e già corre il mare vicino ai tuoi seni,
e si scioglie la rete la pescagione il mondo,
con te fra le erbe
abbondanti non munte giacevo.
Amore d'erba non più fondo che I'erba,
lattice lucente, clorofilla.
Vampa aurea di fiammifero
cui volgere le spalle senza tema
come al vento ed al mare. Ma ora
ora anche il vero amore
tarda talvolta a farmi vivo. Si lasci che io dica «io.»
Quanto è difficile: io.
Ora: «io-sono» è questa emorragia...
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Ti prego, fammi un segno, lasciati
scorgere: tu tenera come onda,
rutila pescagione, rete, foce,
solco di mare, succo.
Perché posso giurarlo, posso
a fatica scavarlo, ma scavarlo
da me, questo che oggi non vuole
dirsi: con te, io ero.
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Energia divenivo,
statura anima attenzione
degna di misurarsi ai cieli.
Notti di resine, di corpi felici.
Cieli vigna abbondante, non munta, profumo.
Bevevo alla tua coppa, Urania.
Corpi sommi.Vi vedevo scorrere
veloci oltre il campo del vedere.
Scorrevi mare, notte, fresca mirra.
Posso giurarlo: io ero.
Senza nulla disperdere, nulla
offuscare, nulla ferire. Senza
ρiύ, ma con solo quel cuore che basta.
Beveva il mare; suggeva ai tuoi seni.