venerdì 26 aprile 2019

la nostra distanza


I LEONI SUL SAGRATO di Mariagloria Sears

C'è un luogo dove dormi
e il tuo respiro
io non lo sento, non lo sento mai.

Fra i nostri due riposi
è la città spavalda
strade, fragori, alterchi, gente e tetti
e come due leoni sul sagrato
remoti e fermi, chiusi in una forma,
noi vigiliamo la nostra distanza.

lunedì 15 aprile 2019

caro fratello

CARO FRATELLO di Antonio Fiorito
in risposta alle poesie di Tesfalidet Tesfom “Non ti allarmare fratello mio” e “Tempo sei maestro”

Caro fratello,
mio caro fratello,
fratello ti chiamo
perché fratello tuo io mi sento.
Anche se tu più non sei
io ti scrivo
e ti parlo
perché Dio
nel quale tu credi
nel quale hai creduto
insegna che altrove
in forma immortale
ancora tu esisti
e mi puoi ascoltare.

Ti comprendo, fratello
e il mio cuore si strazia
a ogni barca partita
dall’Africa in fiamme
in balia sulle onde
del dolce mio mare
in cui uomini ciechi
al potere
han versato veleno
letale…
…amaro mio mare!

Ti comprendo, fratello
e ti prego di credere
che tu solo non sei
noi, da tempo,
siam scesi in battaglia
siamo in molti a cercare
la vittoria sul male.

Io ti ammiro!
Noi tutti ammiriamo
come tu
hai avuto coraggio
fino all’ultimo raggio
di sole
senza mai serbare
rancore, anzi
hai scritto soltanto
d’ amore quando
il tuo fratello ti ignora
e hai donato
col tuo ultimo battito d’ali
poesie
di poesia infinita
alla riva italiana
del Mediterraneo.

Anche noi
ti assicuro, da tempo,
siamo scesi in battaglia
per avere vittoria sul male.
Lasceremo alla nostra progenie
il retaggio
del nostro ideale
di giustizia, di pace
di fraterna accoglienza.

Chiunque tu sia,
ovunque tu sia,
ciao, fratello mio caro:
vittoria agli oppressi!
La vittoria avrà il suo tempo!



lunedì 8 aprile 2019

fratello mio

Poesia di Tesfalidet Tesfom, migrante eritreo morto il giorno dopo il suo sbarco a Pozzallo del 12 marzo 2018. Dopo aver lottato tra la vita e la morte all’ospedale maggiore di Modica nel suo portafogli è stato ritrovato un foglio con un testo in tigrino ancora intriso di salsedine. Tesfalidet Tesfom è morto in Italia a causa della Libia.


Ho letto questa poesia, ed altre mie, alla XVII Giornata Mondiale della Poesia, Sala del Romanino, Musei Civici agli Eremitani, Padova


NON TI ALLARMARE FRATELLO MIO

Non ti allarmare fratello mio,
dimmi, non sono forse tuo fratello?
Perché non chiedi notizie di me?
È davvero così bello vivere da soli,
se dimentichi tuo fratello al momento del bisogno?

Cerco vostre notizie e mi sento soffocare
non riesco a fare neanche chiamate perse,
chiedo aiuto,
la vita con i suoi problemi provvisori
mi pesa troppo.

Ti prego fratello, prova a comprendermi,
chiedo a te perché sei mio fratello,
ti prego aiutami,
perché non chiedi notizie di me, non sono forse tuo fratello?

Nessuno mi aiuta,
e neanche mi consola,
si può essere provati dalla difficoltà,
ma dimenticarsi del proprio fratello non fa onore,
il tempo vola con i suoi rimpianti,
io non ti odio,
ma è sempre meglio avere un fratello.

No, non dirmi che hai scelto la solitudine,
se esisti e perché ci sei con le tue false promesse,
mentre io ti cerco sempre,
saresti stato così crudele se fossimo stati figli dello stesso sangue?

Ora non ho nulla,
perché in questa vita nulla ho trovato,
se porto pazienza non significa che sono sazio
perché chiunque avrà la sua ricompensa,
io e te fratello ne usciremo vittoriosi
affidandoci a Dio.


LE RONDINI 

quando nere – sull’aspro inverno 
di vento maestro lontano – e
dall’innato volare in alto
le belle migranti colmano
con le grazie di stormi tersi
il riguardare di noi umani:
senza ali e da terre galere e

su onde avverse e su ferri a spini persi
stanno gli umani che mai rimiriamo.

G. Nigretti da Derive di carta, 2015


DI SOLE E POESIE

Qui che reale muro non abbiamo
con occhi colmi di sole miriamo
dalle salse ringhiere del blu mare
ombre di mille naufraghi passare e
di schiena già neri ci rigiriamo:
come ai morti di nostre macerie
lontane e fra gemiti di sangue

colano le notti di chi lì langue
qui di chi smena le poesie vane –.

G. Nigretti da Derive di scorie, 2016









mercoledì 3 aprile 2019

dialogo silente 2

DI SCORIE COLMA

sfugge via dall’ora albina
la sera – come una corva 
altera – che ora s’innalza e
repente in albore sfarina
all’ombra distante le porte:
che di scorie colma ritorna
d’alcove onde di levante

dove un sole arcano risale
da memorie di mirto inane.

G. Nigretti da Derive di scorie 2016


AMAREFERITA di Marta Celio

e dall’alto del meriggiare scende
– profondo a-mare – e lieve sussurra 
all’ore* che chiede “mirto inane”. Riempire 
memorie orecchie sopraffine. Indugia
sosta-sposta onde  e primizie in carta-paglia
lontano da “sole arcano”
e vicino-stretto amaro amare mare

e ancora una volta sboccia vita
là dove esule-isola amara-amareferita

*ore: orecchio

lunedì 1 aprile 2019

asola


ASOLA-SOLA STARE di Marta Celio

nella solitudine 
di una moltitudine di versi
mi sento asola-sola solerte
annaspo, corro, grido
per entrare in quel mondo fetale-fatale
dove non asola-sola
ma maglioni di carta d’angora

per scaldare quella “sola moltitudine”
memoria e radice cubica del mio a-sola-stare