giovedì 31 maggio 2012
Amare derive
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martedì 29 maggio 2012
mercoledì 23 maggio 2012
20 anni fa la strage di Capaci
Lunedì 23 maggio ricorre il 20° anniversario della strage di Capaci, l’attentato mafioso in cui persero la vita Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e Vito Schifani, Rocco Di Cillo e Antonio Montinaro, i tre agenti della scorta.
PER GIOVANNI FALCONE di Alda Merini
La mafia sbanda,
la mafia scolora
la mafia scommette,
la mafia giura
che l'esistenza non esiste,
che la cultura non c'è,
che l'uomo non è amico dell'uomo.
La mafia è il cavallo nero
dell'apocalisse che porta in sella
un relitto mortale,
la mafia accusa i suoi morti.
La mafia li commemora
con ciclopici funerali:
così è stato per te, Giovanni,
trasportato a braccia da quelli
che ti avevano ucciso.
(da Ipotenusa d'amore,
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sabato 19 maggio 2012
SILENZIO
La storia del silenzio sono le parole,
l’ascolto di quel silenzio è la poesia.
La sua opera poetica, iniziata nel 1983, è stata pubblicata in Argentina, Spagna, Italia, Francia, Messico, Stati Uniti, Cile, Slovenia e Bulgaria. Nel 2005 la casa editrice Seix Barral ha raccolto i suoi versi in Poesía completa 1983-2004, nel 2011 è uscito il suo ultimo libro di poesia Y siempre después el viento. La sua vita e i suoi viaggi sono stati il materiale della sua opera. Durante gli anni ’60 ha vissuto al Greenwich Village di New York come artista plastico e per sette anni ha condiviso il silenzio della vita monastica dell’Ordine Trappista dove iniziò a scrivere.
alto silenzio
né una voce
che risvegli
distanze
distanze
la pelle dei tuoi occhi,
celeste
oltre
l’eterno
celeste
oltre
l’eterno
senza riposo
lunedì 7 maggio 2012
La donna e le colline
INCONTRO di Cesare Pavese
Queste dure colline che han fatto il mio corpo
e lo scuotono a tanti ricordi, mi han schiuso il prodigio
di costei, che non sa che la vivo e non riesco a comprenderla.
e lo scuotono a tanti ricordi, mi han schiuso il prodigio
di costei, che non sa che la vivo e non riesco a comprenderla.
L'ho incontrata, una sera: una macchia più chiara
sotto le stelle ambigue, nella foschia d’estate.
Era intorno il sentore di queste colline
più profondo dell'ombra, e d'un tratto suonò
come uscisse da queste colline, una voce più netta
e aspra insieme, una voce di tempi perduti.
sotto le stelle ambigue, nella foschia d’estate.
Era intorno il sentore di queste colline
più profondo dell'ombra, e d'un tratto suonò
come uscisse da queste colline, una voce più netta
e aspra insieme, una voce di tempi perduti.
Qualche volta la vedo, e mi vive dinanzi
definita, immutabile, come un ricordo.
Io non ho mai potuto afferrarla, la sua realtà
ogni volta mi sfugge e mi porta lontano.
Se sia bella, non so. Tra le donne è ben giovane:
mi sorprende, a pensarla, un ricordo remoto
dell'infanzia vissuta tra queste colline,
tanto è giovane. È come il mattino. Mi accenna negli occhi
tutti i cieli lontani di quei mattini remoti.
E ha negli occhi un proposito fermo: la luce più netta
che abbia avuto mai l'alba su queste colline.
definita, immutabile, come un ricordo.
Io non ho mai potuto afferrarla, la sua realtà
ogni volta mi sfugge e mi porta lontano.
Se sia bella, non so. Tra le donne è ben giovane:
mi sorprende, a pensarla, un ricordo remoto
dell'infanzia vissuta tra queste colline,
tanto è giovane. È come il mattino. Mi accenna negli occhi
tutti i cieli lontani di quei mattini remoti.
E ha negli occhi un proposito fermo: la luce più netta
che abbia avuto mai l'alba su queste colline.
L'ho creata dal fondo di tutte le cose
che mi sono più care, e non riesco a comprenderla.
che mi sono più care, e non riesco a comprenderla.
(da "Lavorare stanca", 1936)
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mercoledì 2 maggio 2012
ROMA
dal Gianicolo |
Roma, ne l'aer tuo lancio l'anima altera volante:
accogli, o Roma, e avvolgi l'anima mia di luce.
accogli, o Roma, e avvolgi l'anima mia di luce.
Caravaggio - Vocazione di San Matteo - San Matteo e l'angelo San Luigi dei Francesi
|
Bernini - Estasi di Santa Teresa Santa Maria della Vittoria |
Bernini - Beata Ludovica Albertoni San Francesco a Riva |
Bernini - Piazza San Pietro |
Michelangelo - Pietà |
Fontana di Trevi |
l'ora suprema calando con tacita ala mi sfiori
la fronte, e ignoto io passi ne la serena pace;
Riva di Traiano O nave che attingi con la poppa l'alto infinito, varca a' misterïosi liti l'anima mia. versi liberamente tratti da Roma di Giosuè Carducci |
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giovedì 26 aprile 2012
IL RITORNO DI NARCISO
G. Nigretti, Il ritorno di Narciso - 1994
cm 49,5x59,5 specchiante cornice dipinta, testa in terracotta, conchiglia, materiali vari
….
Il ritorno di Narciso non è il suo venire di nuovo alla presenza dopo una fase di latenza, non è il suo essere di nuovo qui dopo un periodo di lontananza. Che Narciso ri-torna significa che egli ruota attorno al proprio asse, tra l’antico e il moderno, tra la caduta nello specchio e la fuga dello sguardo. Il ri-torno di Narciso è il ritorno all’antico, grande specchio della natura, all’interno del quale il moderno Narciso colloca il suo piccolo specchio artificiale.
…
Più niente da vedere, a questo punto: ciò che si apre è la dimensione dell’ascolto ...
G. Ferraboschi, Il ritorno di Narciso, 1994
SONETTI A ORFEO, II, III
Specchi: mai ancora nessuno ha descritto sapendo quale sia la vostra essenza. Voi come fitti di fori i crivelli colmi interstizi del tempo. Voi che dissipate il vuoto della sala al tramonto, come boschi, sconfinati... E cervo ramoso il lampadario attraversa il vostro varco impenetrabile. Talvolta siete colmi di pitture. E pare che alcune trapassino in voi, altre le respingete con timore. Ma la più bella resterà. Fin quando nelle sue guance non dischiuse penetri il chiaro dissolto Narciso. Rainer Maria Rilke (1875-1926)
da Sonetti a Orfeo, 1922 – Traduzione di Massimo Bacigalupo
|
lunedì 23 aprile 2012
POESIA FLUVIALE – TERRA FIUME
Domenica 22 aprile Giornata mondiale della Poesia 2012
La Giornata Mondiale della Poesia 2012, giunta quest’anno alla nona edizione a Padova, è organizzata dal Gruppo90 ArtePoesia e dall’Associazione Amissi del Piovego, con la presenza di numerosi poeti e musicisti e di associazioni culturali, nell’ambito delle manifestazioni indette a livello mondiale dall’Unesco.
Padova - Bastione di San Prosdocimo |
Con un percorso Terra Fiume, Poesia fluviale si porterà dalla Golena San Prosdocimo alle Porte Contarine, con soste all’imbarcadero di Porta Portello e all’imbarcadero davanti all’Istituto Statale d’Arte “Pietro Selvatico”, valorizzando il Piovego, i Bastioni, le Mura cinquecentesche e la Cappella degli Scrovegni.
All’arrivo alle Porte Contarine gli artisti, transitando sotto il Ponte di Corso del Popolo (1908), accederanno direttamente nella golena Porciglia (i Giardini dell’Arena), nell’area dell’associazione Scuola padovana voga veneta ”Vittorio Zonca”.
In collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e l’Assessorato alla Partecipazione del Comune di Padova.
Letture di G. Nigretti
PRIMAVERA
ancora ritorni intorno
pallida ai timidi colli
l’aria respiri azzurra
sirena di tiepida trina
pallida ai timidi colli
l’aria respiri azzurra
sirena di tiepida trina
da l’amena rima sconfini
un sopito odore di pace
un volto di tenue ambra
di voce dolce non han parole
un sopito odore di pace
un volto di tenue ambra
di voce dolce non han parole
in quel che nasce o muore
sotto gli esili spini in fiore
un brillio d’amore si scioglie
sotto gli esili spini in fiore
un brillio d’amore si scioglie
di memorie si apre un torpore
ne gl’indugi di queste ore nude
ne gl’indugi di queste ore nude
dietro cancelli il cuore si chiude
LUNGO LA RIVA
oscuro riflesso il pensiero
nello specchio salso della sera
di silenzio respira freddo
la bellezza noiosa del novilunio
tutta la marea ricopre deserta
di voci remote il rumore
di chi chiama amore un luminìo
riflesso di memorie a la deriva
schiocca di squame una sirena
putrida nella luce fredda della riva
Piovego - Poeti su la Delta Nova |
sabato 14 aprile 2012
Che cos'è la poesia?
Un antico proverbio persiano dice: “se mi dai due pani, ne venderò uno e comprerò giacinti per nutrire la mia anima”. Questa è l’essenza della poesia: la bellezza che serve al benessere dell’anima, l’emozione che spalanca i cancelli al sentimento e permette alle nostre emozioni di correre libere come cavalli nella sconfinata prateria.
La poesia è simile alla meraviglia che proviamo davanti a un paesaggio. Ma la sua bellezza non è automatica: in questo caso ha bisogno di un “medium” per rivelarsi, e questo mezzo è il poeta. L’ispirazione che ha guidato il poeta diventa a sua volta ispirazione per il lettore: e, del resto, secondo Gaston Bachelard, “Il poeta è colui che ha il potere di scatenare il risveglio dell’emozione poetica nell’anima del lettore”. Dunque, la vera poesia non fa altro che comunicare tra il poeta che scrive e il poeta che legge, il poeta che è in ognuno di noi: accende l’interruttore e la luce dell’emozione si spande per la mente, la bellezza si diffonde in noi con la sua forza benefica, ci fa prendere coscienza della sua presenza.
da il "Canto delle sirene"
JUAN RAMÓN JIMÉNEZ
LA POESIA
1 Non toccarla più,
che così è la rosa!
2
Strappo alla radice il cespo,
pieno ancora della rugiada dell'aurora.
Oh che irrigazione di terra
bagnata e profumata,
che pioggia - che accecamento! - di stelle
sulla mia fronte, sui miei occhi!
3
Canzone mia,
canta, prima di cantare;
dà a chi ti ammira prima di leggerti
la tua emozione e la tua grazia;
emana fresca e fragrante da te stessa!
(da "Pietra e cielo", 1919)
14/04/2012
Magari, magari fosse questa La poesia !
Jimenez viveva ancora in un tempo beato !
Il 99% della “poesia” contemporanea non fa questo,
invece raddoppia lo schifo del mondo
Nicola Licciardello
Magari, magari fosse questa La poesia !
Jimenez viveva ancora in un tempo beato !
Il 99% della “poesia” contemporanea non fa questo,
invece raddoppia lo schifo del mondo
Nicola Licciardello
domenica 8 aprile 2012
Domenica
Giardino di Ca' Marcello - Levada di Piombino Dese |
DOMENICA
Ne l’aria rumorano campane
il sole nuovo risorge
su le colme tavole padane
il giorno di gioie altrui batte
il vuoto di questa quiete
fumida di odori d’agnelli
ribolle con uova e piselli
dal tempo bambino una marea
dal tempo bambino una marea
di domeniche marine sale
memorie d’ombre ingiallite
memorie d’ombre ingiallite
da un sole già spento
in un adriatico di parole
mute affogano le mie fole
G. Nigretti
venerdì 6 aprile 2012
smontate pure il sole
Dali, Persistenza della memoria |
BLUES IN MEMORIA di W. H. Auden
Fermate tutti gli orologi, isolate il telefono,
fate tacere il cane con un osso succulento,
chiudete i pianoforti, e tra un rullio smorzato
portate fuori il feretro, si accostino i dolenti.
Incrocino aeroplani lamentosi lassù
e scrivano sul cielo il messaggio Lui È Morto,
allacciate nastri di crespo al collo bianco dei piccioni,
i vigili si mettano guanti di tela nera.
Lui era il mio Nord, il mio Sud, il mio Est ed Ovest,
la mia settimana di lavoro e il mio riposo la domenica,
il mio mezzodì, la mezzanotte, la mia lingua, il mio canto;
pensavo che l'amore fosse eterno: e avevo torto.
Non servon più le stelle: spegnetele anche tutte;
imballate la luna, smontate pure il sole;
svuotatemi l'oceano e sradicate il bosco;
perché ormai più nulla può giovare.
ricevuta da Wanda
giovedì 5 aprile 2012
Rime e Lime
Erato, musa della poesia d'amore |
SCHERZO di G. Leopardi
A pormi con le Muse in disciplina
L'una di quelle mi pigliò per mano;
E poi tutto quel giorno
La mi condusse intorno
A veder l'officina.
Mostrommi a parte a parte
Gli strumenti dell'arte,
E i servigi diversi
A che ciascun di loro
S'adopra nel lavoro
Delle prose e de' versi.
Io mirava, e chiedea:
Musa, la lima ov'è? Disse la Dea:
La lima è consumata; or facciam senza.
Ed io, ma di rifarla
Non vi cal, soggiungea, quand'ella è stanca?
Rispose: hassi a rifar, ma il tempo manca.
ricevuta da G. Ferraboschi
domenica 1 aprile 2012
Siate la polpa rossa dell'anguria
Torneranno le sere - A. Gatto
Torneranno le sere a intepidire
nell’azzurro le piazze, ai bianchi muri
la luna in alto s’alzerà dal mare
e nella piena dei giardini il vento
fitto di case, d’alberi, di stelle
passerà per la grande aria serena.
Torneranno nel sogno anche le voci
delle famiglie illuminate a cena,
la rapida ebrietà del loro riso.
O finestrelle, pozzi, logge, vetri
affacciati alla vita, allo spiraglio
delle fresche delizie e dei rimpianti,
o luna nuova sulla mia memoria,
tornate ad albeggiare con quel canto
di parole perdute, con quei suoni
struggenti, con quei baci morsi al buio.
Siate la polpa rossa dell’anguria
spaccata in mezzo alla tovaglia bianca.
Alfonso Gatto |
Torneranno le sere a intepidire
nell’azzurro le piazze, ai bianchi muri
la luna in alto s’alzerà dal mare
e nella piena dei giardini il vento
fitto di case, d’alberi, di stelle
passerà per la grande aria serena.
Torneranno nel sogno anche le voci
delle famiglie illuminate a cena,
la rapida ebrietà del loro riso.
O finestrelle, pozzi, logge, vetri
affacciati alla vita, allo spiraglio
delle fresche delizie e dei rimpianti,
o luna nuova sulla mia memoria,
tornate ad albeggiare con quel canto
di parole perdute, con quei suoni
struggenti, con quei baci morsi al buio.
Siate la polpa rossa dell’anguria
spaccata in mezzo alla tovaglia bianca.
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sabato 31 marzo 2012
nulla resta
NULLA RESTA
Come quando fuori mare piove
a lune oscure e burrascose
i marinai dalle alte ali traballanti
fra foche nane e un secco pescecane
salpano sulle onde marose le reti vorticose
dal nulla strappate nelle attese speranze
a sposate notti senza salse stelle
O come quelli approdati
a le taverne del giorno dopo
naufraghi dalle ali arse spezzate
di vita barcollanti giocatori tra fumi
e odori ne l’ultima partita si attendono
seri la carta che a sorte di donna ricami
un esile sorriso ne l’amara sera
O come sotto il bianco cocente
svogliato sole nel mattino voglioso
veloce e vacillante verso l’arioso campo rosso
scanso bisognoso il ghiaioso fosso
e per terra cado
e in cor lo sguardo s’annega
nel polveroso prato di color seccato zerbino
ai piedi del Divino son seccate farfalle ortiche e spighe
solo è rimasto un rosso fiore
scampato in attesa de la sera di lunghe attese
setose mani e poi colme di nera pece ammantate
Giuseppe Nigretti
domenica 25 marzo 2012
Antonio Tabucchi: andando dietro l'ombra il tempo invecchia in fretta
E’ morto a Lisbona Antonio Tabucchi, il maggior conoscitore, critico e traduttore dell’opera dello scrittore Fernando Pessoa dal quale ha attinto i concetti della saudade, della finzione e degli eteronimi.
Tabucchi era nato a Pisa, il 24 settembre 1943 ed è morto a Lisbona oggi, 25 marzo 2012.
Tabucchi era il maggior conoscitore dell’opera di Pessoa fin dagli anni sessanta, del quale era un estimatore. Lo aveva conosciuto alla Sorbona, e ne era rimasto affascinato al punto tale che, tornato in Italia, aveva frequentato un corso di lingua portoghese per conoscere meglio l’opera del poeta portoghese
I suoi libri e saggi sono stati tradotti in 18 paesi, compreso il Giappone. Con María José de Lancastre, sua moglie, ha tradotto in italiano la maggior parte delle opere di Fernando Pessoa, ha scritto un libro di saggi e una commedia teatrale su questo grande scrittore.
Ha ottenuto il premio francese “Médicis étranger” per Notturno indiano e il premio Campiello e per Sostiene Pereira. Tabucchi è morto a seguito di una lunga malattia.
Considerato come uno dei più grandi scrittori italiani contemporanei, Tabucchi ha scritto romanzi di grande successo come, tra gli altri, ”Notturno indiano” e "Il tempo invecchia in fretta"
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