G. Nigretti da Di carne su carte 2019 |
sabato 12 dicembre 2020
venerdì 11 dicembre 2020
giovedì 10 dicembre 2020
venerdì 4 dicembre 2020
del mio sangue
Sono miei figli, i Versi, del mio sangue.
Parlano, ma do loro le parole
come fossero pezzi del mio cuore
o lacrime sgorgate dai miei occhi.
Con un sorriso amaro vanno in giro,
perché insisto a dipingere la vita.
Li rivesto di sole e giorno e sole,
che cingeranno quando annotterò.
Signoreggiano in cielo e sulla terra.
Ma si chiedono cosa ancora manchi
per vincere stanchezza e noia, figli
che per madre conobbero la Pena.
Invano spargo il riso del motivo
più tenero, o del flauto la passione:
sono per loro un re inesperto, che
ha perduto l’affetto del suo popolo.
E languono, si spengono, e giammai
non smettono di piangere pian piano.
Mentre passi, o Mortale, guarda altrove:
o Lete, qua la nave tua, che sàlpino.
domenica 15 novembre 2020
noi simili a quelle
COME LE FOGLIE di Mimnermo
da Lirici greci, traduzione di S. Quasimodo
Al mondo delle foglie che nel tempo
fiorito della primavera nascono
e ai raggi del sole rapide crescono,
noi simili a quelle per un attimo
abbiamo diletto del fiore dell'età,
ignorando il bene e il male per dono dei Celesti.
Ma le nere dee ci stanno a fianco,
l'una con il segno della grave vecchiaia
e l'altra della morte. Fulmineo.
precipita il frutto di giovinezza,
come la luce d'un giorno sulla terra.
E quando il suo tempo è dileguato
è meglio la morte che la vita.
domenica 8 novembre 2020
di cari inganni
A SE STESSO di G. Leopardi
Or poserai per sempre,
stanco mio cor. Perì l'inganno estremo,
ch'eterno io mi credei. Perì. Ben sento,
in noi di cari inganni,
non che la speme. Il desiderio è spento.
Posa per sempre. Assai
palpitasti. Non val cosa nessuna
i moti tuoi, né di sospiri è degna
la terra. Amaro e noia
la vita, altro mai nulla; e fango è il mondo.
T'acqueta ormai. Dispera
l'ultima volta. Al gener nostro il fato
non donò che il morire. Ormai disprezza
te, la natura, il brutto
poter che, ascoso, a comun danno impera,
e l'infinita vanità del tutto.
lunedì 26 ottobre 2020
come una foglia
Nasce una notte
piena di finte buche,
di suoni morti
come di sugheri
di reti calate nell'acqua.
Le tue mani si fanno come un soffio
d'inviolabili lontananze,
inafferrabili come le idee.
E l'equivoco della luna
e il dondolio, dolcissimi,
se vuoi posarmele sugli occhi,
toccano l'anima.
Sei la donna che passa
come una foglia.
E lasci agli alberi un fuoco d'autunno.
lunedì 12 ottobre 2020
lungo il parco
MOLTO CHIARE... di Franco Fortini
Molto chiare si vedono le cose.
Puoi contare ogni foglia dei platani.
Lungo il parco di settembre
l’autobus già ne porta via qualcuna.
Ad uno ad uno tornano gli ultimi mesi,
il lavoro imperfetto e l’ansia,
le mattine, le attese e le piogge.
Lo sguardo è là ma non vede una storia
di sé o di altri. Non sa più chi sia
l’ostinato che a notte annera carte
coi segni di una lingua non più sua
e replica il suo errore.
È niente? È qualche cosa?
Una risposta a queste domande è dovuta.
La forza di luglio era grande.
Quando è passata, è passata l’estate.
Però l’estate non è tutto.
sabato 26 settembre 2020
nel tempo
La vita io l’ho castigata vivendola.
Fin dove il cuore mi resse
arditamente mi spinsi.
Ora la mia giornata non è più
che uno sterile avvicendarsi
di rovinose abitudini
e vorrei evadere dal nero cerchio.
Quando all’alba mi riduco,
un estro mi piglia, una smania
di non dormire.
E sogno partenze assurde,
liberazioni impossibili.
Oimè. Tutto il mio chiuso
e cocente rimorso
altro sfogo non ha
fuor che il sonno, se viene.
Invano, invano lotto
per possedere i giorni
che mi travolgono rumorosi.
Io annego nel tempo.
venerdì 11 settembre 2020
balenando in burrasca
GABBIANI di Vincenzo Cardarelli
Non so dove i gabbiani abbiano il nido,
ove trovino pace.
Io son come loro
in perpetuo volo.
La vita la sfioro
com'essi l'acqua ad acciuffare il cibo.
E come forse anch'essi amo la quiete,
la gran quiete marina,
ma il mio destino è vivere
balenando in burrasca.
giovedì 3 settembre 2020
sangue perduto
IL NEMICO di Charles Baudelaire
La mia giovinezza è stata un’oscura tempesta,
Attraversata talvolta da soli rigogliosi;
Il tuono e la pioggia hanno fatto una grossa rovina,
Che nel mio giardino rimane ben poco di frutti vivi.
Ecco la mia visione è vecchia,
Occorre riprendere in mano gli arnesi
Per rimettere a nuovo le terre sommerse,
Dove l’acqua scava tombe sotterranee.
E chi sa se i fiori che sogno portano notizie
Troveranno nella terra abbattuta
Il seme spirituale che darebbe loro respiro?
‒ O dolore! o dolore! Il Tempo divora la vita,
E il Nemico oscuro che ci scava il cuore
Si alimenta del nostro sangue perduto!
giovedì 20 agosto 2020
stelle spente
OLTRE IL TEMPO, OLTRE UN ANGOLO di Cristina Campo
Troppe cose hanno accolto le tue palpebre
l’attenzione t’ha consumato le ciglia.
Troppe vie t’hanno ripetuta,
stretta, inseguita.
La città da secoli ti divora
ma per te travede, sogno e sfacelo,
di luci e piogge, lacrime senili
sulla ragazza che passa
febbrile, indomabile, oltre il tempo, oltre un angolo.
Ritorna! Gridano i vecchi di Santa Maria del Pianto,
la ronda della piscina di Siloè
con i cani, gl’ibridi, gli spettri
che non si sanno e tu sai
radicati con te
nel glutine blu dell’asfalto
e credono al tuo fiore che avvampa, bianco –
poiché tutti viviamo di stelle spente.
lunedì 27 luglio 2020
un cocao
OMENI di Francesco Sassetto
Semo fati de carne e de sangue,
De suor, de fadiga e stanchessa,
De lagrime, de vogia de amor,
De na sola caressa.
Semo fati de sogni sbregai,
De cari visi andai via,
De giorni butai,
De ricordi co'l tempo
Sempre un fia' più sfogai.
Ne supia in bocca el caligo
De prima matina,
De note ne varda la luna
Rifar i passi segnai
Da la strica de ciaro
Che manda i fanai.
Tante domande ne rodola
In testa
Risposte nissuna.
Do pie ne tien fermi
Tacai a sta tera
Ma co i oci andemo nel cielo
A spiar de sera
Corar alti i cocai.
mercoledì 1 luglio 2020
un fingitore
G. Nigretti, Ultima spiaggia, 2007 |
AUTOPSICOGRAFIA di Fernando Pessoa
Il poeta è un fingitore.
Finge così completamente
che arriva a fingere che è dolore
il dolore che davvero sente.
E quanti leggono ciò che scrive,
nel dolore letto sentono proprio
non i due che egli ha provato,
ma solo quello che essi non hanno.
E così sui binari in tondo
gira, illudendo la ragione,
questo trenino a molla
che si chiama cuore.