mercoledì 18 giugno 2014

se mi leggi

SIRIA di E. Montale

Dicevano gli antichi che la poesia
è scala a Dio. Forse non è così
se mi leggi. Ma il giorno io lo seppi
che ritrovai per te la voce, sciolto
in un gregge di nuvoli e di capre
dirompenti da un greppo a brucar bave
di pruno e di falasco, e i volti scarni
della luna e del sole si fondevano,
il motore era guasto ed una freccia
di sangue su un macigno segnalava
la via di Aleppo.

martedì 17 giugno 2014

di-aria

da Diario Di Aria
206 fotografie-performance - diario di viaggio in 11 atti per le rive del Nord e del Sud


DIARIO DI-ARIA

note dal bordo per L.M
Di sole profumata
nell’ombra illuminata
tra mare e sassi
rilassata serena sirena!

Convessa ondina
di liquido di seta
di schiuma protegge
chi nel lato emerge.

Dal bordo deciso
nella deriva aspetta
mare che porta
una zattera. Morta?

Luna levigata
pelle ondulata
senni intrecciati
di latta bagnata.

Luna pelosa
casa prodigiosa
entra lo sguardo
appare la sposa.

intrecciata e~lavata
trama quadrata~non salva~la cassa girata
trama spigata fronda spezzata palla maculata
gabbia sradicata sacco di~chele
secchio~rigato guanto~imbottigliato

messaggio arrivato!

angolo di~cassa palla~di piume?
frammenti di~mele rovi di trine
cassa di cola spine~di casa~casa~di spine
intrecci di~rami pupa seduta pupa sdraiata
cassetta voltata camera bucata
latta plasticata mano arenata

bambino ombrato
fa cenno col capo
rami~di trine pelle di~spine
sacco di~testa perduta
nassa scassata lampadina fulminata
zoccolo di fata bandiera inclinata pozione avvelenata

magia salvata!

Capro addormentato
nella casa vuota catturato
nel tranello si riflette
chi l’inganno ti promette.

Luna calpestata
su le orme ti ho inseguita
fra luci e oscurità
nell’ombra dell’ambiguità.

croce trafitta pinna abbandonata
valigia scoperchiata ala ondulata~di plastica scassata
porta rullino vasino

allontanata~arrotondata~avvicinata poltrona abbandonata
cavallino da bambino
allonatanato~arrotondato~avvicinato cappotto perduto

Nella trama fermàti
per il falso uniti
nel riflesso si è prostrato
il dolore che hai celato.

frutta selecta casa difetta
padre madre prole
senza parole

Sul trono si è posata
la stirpe ha diviso
di lato sdraiata
l’occhio si è reciso.

Di spalle si scruta
nel cerchio spezzato
l’enigma è s~velato
lo sguardo si è voltato.

Famiglia naufragata
nell’origine si è cercata
la finzione non proietta
e la maschera è offerta.

Di spalle è tornata
la poltrona è occupata
il padre progetta
il tempo disdetta.

Nello specchio velato
l’abbraccio negato
il figlio si è creato
la speranza ti ha donato.

La magia è fatta!
e lo sguardo riflette
il vuoto specchio
che Narciso ti dette.
 
Finalmente sedotti
sulla riva sdoppiati
di spalle corriamo
mentre il volo prendiamo

nell’ombra
che nella caduta bramiamo.

G. Nigretti da Derive deserte 1994/01

domenica 15 giugno 2014

strappo

15 Giugno 2014 a Dairago (Mi) Nigretti in assenza è presente con tre poesie a: Memorie - Poesia A Strappo - Circolo Poetico Correnti


SOLO IL SILENZIO
 
Verso un vuoto di mare
passa di sassi un giorno
agro di memorie morde
nell’aria un frùscio lieve

di burro e fragole eri
sul pane caldo del mattino
di quell’hotel alla scogliera

solo il silenzio rimane
solo come un cane morde
la carne che resta maceria

sulle onde la marea sfracela
un galleggiare di gabbiani
a sequele uguali a orme
di ombre sulla sabbia.

G. Nigretti da Derive di notte 2009/10


La manifestazione, ideata nel 1995 a Crema dal Circolo Poetico Correnti, itinerante per piazze e luoghi d'Italia, permette al visitatore-lettore di creare una piccola antologia personale di poesie, attraverso il libero strappo dei testi degli autori esposti.

sabato 7 giugno 2014

c'era sulle tue

ONORIFICENZA di Oskar Pastior

Tutto in te era estraneo,
carne cresciuta in case sconosciute,
imbevuta d'ore d'altra gente,
dei profumi di lontane contemporaneità
e di pensieri che
mi si presentavano come scrittura a specchio.
Addirittura portavi ali
mai viste prima:
venate di cifre e fumo come il corno e
scure nella richiesta seria.
Sale c'era sulle tue labbra,
quando il tuo sguardo
lanciò la stella nera.

Questa io porto sul mio cuscino
ed è onorificenza al mio
sogno autunnale.

mercoledì 28 maggio 2014

new website

Carissimi, vi invito a visitare il mio nuovo sito web: Labyrinth
www.nigretti.it
sono molto gradite critiche, suggerimenti e osservazioni
grazie

sabato 24 maggio 2014

o sorella

CANTO PRIMO  di G. Ungaretti

O sorella dell'ombra,
notturna quanto più la luce ha forza,
m'insegui, morte.

In un giardino puro
alla luce ti diè l'ingenua brama
e la pace fu persa,
pensosa morte,
sulla tua bocca.

Da quel momento
ti odo nel fluire della mente
approfondire lontananze,
emula sofferente dell'eterno.

Madre velenosa degli evi
nella paura del palpito
e della solitudine,

bellezza punita e ridente,

nell'assopirsi della carne
sognatrice fuggente,

atleta senza sonno
della nostra grandezza,
quando m'avrai domato, dimmi:

nella malinconia dei vivi
volerà a lungo la mia ombra?

sabato 17 maggio 2014

chiudere il cielo

ATTESA DI NIENTE di Raffaele Carrieri

La luce non mi è stata compagna
sulla terra né l'acqua sorella.
L'affabile acqua piovana
che materna addormenta
il vecchio gabelliere
e la giovane rana.
Avrei voluto chiudere il cielo
come una semplice porta
per restare una giornata
acquattato sull'erba
in attesa di niente.

mercoledì 30 aprile 2014

4 parole e carne


IV  LE DUE

Della Dolle D. l’altre m’han detto
Di quand’ella queste sul web lesse
Ed uguale ad un’antefissa permase
La notturna vanessa, tutta turbata da
Come quel che ero fosse ora in basso
Fondo caduto: di sensi parole e carne
– “con quelle due amanuensi puttane“–.

Ma Dolle D. dalle poesiole si fa sempre abbindolare:
Le due donne? son solo un’estetista e una sciampista.

G. Nigretti da Derive quotidiane 2013/14

martedì 29 aprile 2014

3 cima sfiora

III  LA SECONDA
 
Non da meno di voce compiace
E nel vano è, con nirvana mano
Procace uguale – a vestale indiana –
Che a madidi palmi cima sfiora:
E lo fa tutto prima spumeggiare
E d’essenze essenziali poi venire
Infinito puntiglio di riprincipiare.

Il di lei nome che accennar non voglio
È d’ebbrezza aerea che si fece cortezza.

lunedì 28 aprile 2014

2 un sospiro

II  FRA LE DUE

Quella che-mi-fa in poco d’ora
Ed ha il vello bello liscio e tutta
La dervìscia mano di foco tatuata
È la mora: – geisha un po’ crudele
Quando il nudo percepito del mio
Guardo, di oli e calde cere deflora
Da tutto quel macello appesantito.

Ed è di voce e nome soave da sembrare
Un sospiro in volo d’uccello fuoruscito.

G. Nigretti da Derive quotidiane 2013/14

sabato 26 aprile 2014

1 colle mani

 
I  QUELLE DUE

Ora che assiso o steso, con un palpito
Di palmo, mano dita o altro, nel vano
Dell’ozioso divano o dell’indolente
Lettino – e senza neppure amarmi
Ci son solo quelle due a palparmi:
Su appuntamento e dietro compenso
Delle occasionali prestazioni manuali

In libertà esercitate; quelle che di mane o
sera in gratùito privato son da voi praticate.

G. Nigretti da Derive quotidiane 2013/14

giovedì 10 aprile 2014

immobile e chiusa


You, wind of March
di Cesare Pavese


Sei la vita e la morte.
Sei venuta di marzo
sulla terra nuda -
il tuo brivido dura.
Sangue di primavera
- anemone o nube -
il tuo passo leggero
ha violato la terra.
Ricomincia il dolore.

Il tuo passo leggero
ha riaperto il dolore.
Era fredda la terra
sotto povero cielo,
era immobile e chiusa
in un torpido sogno,
come chi piú non soffre.
Anche il gelo era dolce
dentro il cuore profondo.
Tra la vita e la morte
la speranza taceva.
Ora ha una voce e un sangue
ogni cosa che vive.
Ora la terra e il cielo sono
un brivido forte,
la speranza li torce,
li sconvolge il mattino,
li sommerge il tuo passo,
il tuo fiato d'aurora.
Sangue di primavera,
tutta la terra trema
di un antico tremore.

Hai riaperto il dolore.
Sei la vita e la morte.
Sopra la terra nuda
sei passata leggera
come rondine o nube,
il torrente del cuore
si è ridestato e irrompe
e si specchia nel cielo
e rispecchia le cose -
e le cose, nel cielo e nel cuore
soffrono e si contorcono
nell'attesa di te.
È il mattino, è l'aurora,
sangue di primavera,
tu hai violato la terra.
La speranza si torce,
e ti attende ti chiama.
Sei la vita e la morte.
Il tuo passo è leggero.

mercoledì 2 aprile 2014

tra i due muri

APRILE-AMORE di Mario Luzi

Il pensiero della morte m’accompagna
tra i due muri di questa via che sale
e pena lungo i suoi tornanti. Il freddo
di primavera irrita i colori,
stranisce l’erba, il glicine, fa aspra
la selce; sotto cappe ed impermeabili
punge le mani secche, mette un brivido.

Tempo che soffre e fa soffrire, tempo
che in un turbine chiaro porta fiori
misti a crudeli apparizioni, e ognuna
mentre ti chiedi che cos’è sparisce
rapida nella polvere e nel vento.

Il cammino è per luoghi noti
se non che fatti irreali
prefigurano l’esilio e la morte.
Tu che sei, io che sono divenuto
che m’aggiro in così ventoso spazio,
uomo dietro una traccia fine e debole!

È incredibile ch’io ti cerchi in questo
o in altro luogo della terra dove
è molto se possiamo riconoscerci.
Ma è ancora un’età, la mia,
che s’aspetta dagli altri
quello che è in noi oppure non esiste.

L’amore aiuta a vivere, a durare,
l’amore annulla e dà principio. E quando
chi soffre o langue spera, se anche spera,
che un soccorso s’annunci di lontano,
è in lui, un soffio basta a suscitarlo.
Questo ho imparato e dimenticato mille volte,
ora da te mi torna fatto chiaro,
ora prende vivezza e verità.

La mia pena è durare oltre quest’attimo.

lunedì 24 marzo 2014

la poesia

  
22 marzo Giornata mondiale della Poesia 2014 a Padova - ZuBar di Palazzo Zuckerman


SPUME DI SPOSA

 

Come sono fasulle
se di sole non ti abbagliano
sembrano perfino abbaiare
a l’aria di una luna lontana

altre a silenziose vulve si svelano
di madreperla su l’onda del cielo
fanno pure dolci spume – di sposa
e lontano s’involano come gabbiano.

Le nuvole mie fingono leggere
di essere tutto, anche amore
ma poi a piombo ti cadono
addosso: e sono uragano.



NEL VUOTO VENTO

 

Sì!
le ha fatte tutte arrabbiare
                       e in tutta fretta
                                               tutte via sono andate
lasciando un vuoto
            sconsolato
di aria
nell’aria
svuotata
da tutta la spuma
di Dio
e da ogni guscio
vuoto
per qualsivoglia fantasia.



Così il poeta
mulinando fogli
nel vuoto vento
potrà farsi bianca nuvola
con scure schiume di scrittura.


G. Nigretti da Derive d'aria 2012

mercoledì 19 marzo 2014

il padre

 LETTERA22


            oh Padre! piedalato Messaggero dei tuoi dei
fra ondose reti di notte vagavo. negli occhi suoi golosi. di badessa sguardi ho rivisto svagati in voli bassi. Da quell’ignoto l’Angiolo giocante è caduto su questa matrigna Stella suadente.
oh Padre! piedalato Messaggero dei tuoi dei  oggi da sphinge serena è tornata. il fremente roseto infrange. e incanta e incarta da sirena padana. è pescatrice come cortigiana. di giallo giuda giottesco vestita. e snuda lunghi pianti e baci calanti.
            oh Padre! piedalato Messaggero dei tuoi dei  i verdetti tuoi frane mie sono. in sudate tane di cagne nane.   E invano a sangue e ferro di cavalla   talami costello da zoppico vulcano. trafitto dai congiunti serpenti. in ogni prodigo ritorno andato   tra un dolore e un colore e un calore.
            oh Padre! piedalato Messaggero dei tuoi dei  polyphemo di speranze dal Fato mutilato:   alle montane giumente nane. gioiose sotto le esili gambe dei piccoli Messi. Oggi sottovetro spinti e lavati   Angiolini bendati al profugo Padano. come uno scrollato suino   dal sacro focolare marino.
            oh Padre! piedalato Messaggero dei tuoi dei  ricordi i verdi dolori su Lettera22 pestati. in quelle notti insonni quando di verdalba lucente vestito   flutti zappavi ed io armato neptuno   a frotte frutti scovavamo insieme.
Ora la perla pescata è il figlio cioè il foglio. di parola trovata, lavata, rasata, e riscritta. piena di labiali di rabbia in gabbia con sabbia di stabbia. da vuoto Imbecille Parolaio.
            ouh Padre! piedalato Messaggero dei tuoi dei  e t’ho pure alzato l’ara marina davanti:   Santi e Fanti e Grappe d’Oro e porto   sempre pianti e fiori e denari e lunghe cere   alle tue Tombe e Madonne Nere.
E oggi a ponente dopo domani non è ancora domani.
E domani l’ho rivista – invano:   diva di divani nei suoi vani vani ispani.
E ieri la nuova poesia di deserto deserto mi porterà di lei ogni granello.
Via.


G.Nigretti da Derive eretiche 2009