Visualizzazione post con etichetta Grecia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Grecia. Mostra tutti i post

venerdì 10 ottobre 2014

passi sparsi




NEL FIANCO

Sta lì solo a tufo salso e di lato soltanto
la presenza già straniera di codesto sguardo 
senza più quel gentile bel fiatare di fianco 
a guardarlo... è lì desolato uguale a quella 
sulla scoscesa scogliera. Ma qui – dove luce 
di bastimento non passa – ci son solo i passi
sparsi: sul bianco fumo di questa carta spenta 

o nel fianco di quell’antico convento, dove
senza pietà di vento la eco nostra sola sta.

G. Nigretti da Derive nel vento 2014

domenica 21 settembre 2014

altra luce

VENTO A TINDARI  di S. Quasimodo

Tindari, mite ti so
Fra larghi colli pensile sull’acque
Delle isole dolci del dio,
oggi m’assali
e ti chini in cuore.

Salgo vertici aerei precipizi,
assorto al vento dei pini,
e la brigata che lieve m’accompagna
s’allontana nell’aria,
onda di suoni e amore,
e tu mi prendi
da cui male mi trassi
e paure d’ombre e di silenzi,
rifugi di dolcezze un tempo assidue
e morte d’anima

A te ignota è la terra
Ove ogni giorno affondo
E segrete sillabe nutro:
altra luce ti sfoglia sopra i vetri
nella veste notturna,
e gioia non mia riposa
sul tuo grembo.

Aspro è l’esilio,
e la ricerca che chiudevo in te
d’armonia oggi si muta
in ansia precoce di morire;
e ogni amore è schermo alla tristezza,
tacito passo al buio
dove mi hai posto
amaro pane a rompere.

Tindari serena torna;
soave amico mi desta
che mi sporga nel cielo da una rupe
e io fingo timore a chi non sa
che vento profondo m’ha cercato.

lunedì 30 giugno 2014

a l'amo




VILLANE FACCIATE


La prima sensazione volare
poi mi ha ripreso all’amo
di una felicità non contagiosa
dopo il crollo chiarificatore
di ogni sereno dubbio interiore.

Nel naufragio c’è la rinascita
quindi a manca sicuro navigo
nei placidi porti non guado
della assenza sua odorano.

. . . . . . . . . .

Fuori dai densi piaceri
rimpiante stagioni percorri
nel dolo a briglie sciolte
ti trottano al cocchio
del fantoccino – nero
ogni notte dal chiuso scuro
attendi che a stelle rosa e
gialle tinte nel buio dipinga
il fiele delle villane facciate
flesse nello specchio sbiadito
dall’eclisse quotidiano.

 G. Nigretti da Derive Amare 2004/05

sabato 28 giugno 2014

percorsi

ECHI di Alessandro Cabianca
Sono specchi ed echi, sono labirinti
di parole, forme concluse ed ombre,
scritture a margine e infiniti
intrecci, di segno in segno,
attraversamenti, o di sogno in segno;
mostrano il passaggio degli sconosciuti,
i transiti delle muse, poemi provvisori,
inconclusi, unici o replicanti,
percorsi dell'acqua e del fuoco

mercoledì 18 giugno 2014

se mi leggi

SIRIA di E. Montale

Dicevano gli antichi che la poesia
è scala a Dio. Forse non è così
se mi leggi. Ma il giorno io lo seppi
che ritrovai per te la voce, sciolto
in un gregge di nuvoli e di capre
dirompenti da un greppo a brucar bave
di pruno e di falasco, e i volti scarni
della luna e del sole si fondevano,
il motore era guasto ed una freccia
di sangue su un macigno segnalava
la via di Aleppo.

domenica 15 giugno 2014

strappo

15 Giugno 2014 a Dairago (Mi) Nigretti in assenza è presente con tre poesie a: Memorie - Poesia A Strappo - Circolo Poetico Correnti


SOLO IL SILENZIO
 
Verso un vuoto di mare
passa di sassi un giorno
agro di memorie morde
nell’aria un frùscio lieve

di burro e fragole eri
sul pane caldo del mattino
di quell’hotel alla scogliera

solo il silenzio rimane
solo come un cane morde
la carne che resta maceria

sulle onde la marea sfracela
un galleggiare di gabbiani
a sequele uguali a orme
di ombre sulla sabbia.

G. Nigretti da Derive di notte 2009/10


La manifestazione, ideata nel 1995 a Crema dal Circolo Poetico Correnti, itinerante per piazze e luoghi d'Italia, permette al visitatore-lettore di creare una piccola antologia personale di poesie, attraverso il libero strappo dei testi degli autori esposti.

sabato 17 maggio 2014

chiudere il cielo

ATTESA DI NIENTE di Raffaele Carrieri

La luce non mi è stata compagna
sulla terra né l'acqua sorella.
L'affabile acqua piovana
che materna addormenta
il vecchio gabelliere
e la giovane rana.
Avrei voluto chiudere il cielo
come una semplice porta
per restare una giornata
acquattato sull'erba
in attesa di niente.

sabato 15 marzo 2014

la moglie

LA CHIAVE DEL GAS di Juan Gelman

La moglie del poeta è
condannata a leggere o ascoltare i
versi del poeta che fumano
appena estratti dall’anima. E ancora:
la moglie del poeta
è condannata al poeta, a quel tipo
che mai sa dove
si trova il rubinetto del gas e finge
di domandare per sapere
quando in realtà gli importa solo di domandare
ciò che non ha risposta.

lunedì 3 marzo 2014

fatta pietra


SENZA PIÙ FILO

Stelle che mi obliate
su l’isola d’arcaici dedali
perchè di pietra scendete
a ricamare cascate sete?
assetate
da l’oscuro di lontana stella
assonnata d’amore hanno sete.

O sovrane stelle dimentiche
né a squame morgane sbalzate
questa croata notte disfatta
dalle pietrose ombre tremule

sete mute d’amore vibrano
di memorie voce e brace
di stella al viandante aereo
ne l’oscuro senza più filo
di orme
su questa isola d’amore fatta
pietra spoglia di carne e nome.

G Nigretti da Derive di  notte 2009/10

domenica 9 febbraio 2014

erano le tue


HO SCESO, DANDOTI IL BRACCIO di Eugenio Montale

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

martedì 24 dicembre 2013

una cosa



NATALE di Giuseppe Ungaretti

Non ho voglia di tuffarmi in un gomitolo di strade
Ho tanta stanchezza sulle spalle
Lasciatemi così
Come una cosa posata
In un angolo
E dimenticata

lunedì 16 dicembre 2013

tempo e spazio

ONDE di Mario Luzi

Qui è la lotta con se stesso del mare
che nelle cale livide si torce
si svelle dalla sua continuità,
s’innalza, manda un fremito e ricade.
Il mare, sai, mi associa al suo tormento,
il mare viene, volge in fuga, viene,
coniuga tempo e spazio in questa voce
che soffre e prega rotta alle scogliere.

domenica 15 dicembre 2013

il corpo


PELAGICA
 
sfoca Serifos su la scia
diafane spiagge ferrose
scivolano – su le onde
il corpo tuo dormiente
a vento d’Egeo fremita
come di cicale le tamerici

su le sassaie fra raggi arsi
radici amare serpeggiano
alle chiare acque rifiorite
rugiade stelle cogliemmo
ne l’acerba pelaga quiete

di sirena un sibilo aguzzo
desta le paratie calanti
verso un’arsura di settembre
mi naufrago a mute sillabe.

G. Nigretti da Derive quiete 2010/11

venerdì 25 ottobre 2013

non sapendo

IL MIO DELITTO di Giovanni Giudici

Se scrivere era vivere
Vissuto fu lo scritto
Cercavo appena un'isola di spazio
Un silenzio un sorriso intorno a me
E blando vino e modica allegria
Un quieto conversare a lume spento
Esserne perdonato non sapendo
Il mio delitto

domenica 13 ottobre 2013

dal bordo


DESERTO
 Io, nomade smarrito
Su deserti convessi
Inseguo il sogno

Fra vuote distese
Periferie del corpo
Dal bordo mi guardano

Il volto naufragando
Solitario si esilia
Sul punto di attracco

Di luce si svuota
Nei riflessi di ogni deriva
Inseguo l'ombra

Tra amori e tramonti
Esplorando indugio
Ne l'arena. Ultima?

Fra arresti ed enigmi
Doppio l'occhio
Del capro putrefatto

Guardo stupefatto
Dai percorsi rifiuti
Inseguo la nostalgia

Nuda sul mio corpo
L’ombra si specchia
Su la scena scoperta

Il suo occhio nasconde
Nei piedi miei di nomade
Rivede se stessa

Soglia di dolore
L’effige sua attraverso
Inseguo la meraviglia

Svolgendomi da la sfinge
Ogni pietra scruto
Nei frammenti del mondo
Incrocio la follia
Della lucida trappola
Il limite vacilla

Negli specchianti ritratti
Brillano crudeli rimandi
Inseguo l’oblio

Da laterali triangolazioni
Osservanti indiscrete
Accanto mi squadrano

Quando cado
Da luoghi di transito
Incontro te

Nascosto nel tuo riflesso
Pungenti stelle ho sognato
Inseguo lo sguardo

Stasi del lutto
Profili obliqui passano
Fra lividi cieli

Fuggono ritorsioni
Nei labirinti del risveglio
Lo specchio si é voltato

Di spalle offre il volo
Sul precipizio del mare
Inseguo la voce

Di vita fluisce lontano
Verso l’eterno naufragio
In desolate costellazioni

Coniugo parole
D’infiniti silenzi
Inseguo orizzonti.

G. Nigretti da Derive deserte 1994/01

sabato 28 settembre 2013

badehose

POCO PRIMA DI MEZZANOTTE
di Jürgen Theobaldy da Aus Blaue Flecken

Scrivere una poesia poco prima
di mezzanotte
dopo essere rimasto in casa
tutto il giorno
perchè non conoci nessuno
né sai
dove andare
è tetro piacere
come
infilarsi le nuove "ultraleggere"
badehose da bagno
e poco prima di mezzanotte
trovarsi a nuotare in mare
perchè la nave è colata a picco.

lunedì 8 luglio 2013

unghie rosicchiate



A UNA FIGLIA NON NATA di Arvind Krishna Mehrotra

Se una poesia potesse farti
Esistere, ne scriverei una ora,
Riempiendone le stanze con più
Pelle e tessuti di quanti un corpo non abbia bisogno,
Riempiendone le righe di parole,
Ti darei persino le unghie rosicchiate

E gli occhi nocciola di tua madre,
Perché così mi parvero. La vidi
Una volta sola dal finestrino di un treno,
In un campo giallo. Indossava
Un abito di colore spento. Faceva freddo.
Credo che volesse dire qualcosa.

domenica 28 aprile 2013

vedersi vedersi



IL MOMENTO SUPREMO DELL’AMORE di Gunnar Ekelöf

Il momento supremo dell’amore
L’ora della verità
È quanto più lontano
Da tutti gli orpelli dell’amore
Lontano dal primo incontro
Lontano dal sesso
Lontano dalle carezze rassicuranti
Al capezzale del malato
La mano che accarezza un’altra mano lentamente
O accarezza una guancia
Il momento supremo, l’ora della verità
Il momento supremo
È quando l’occhio deflagra e si fonde
Con l’occhio che guarda
E l’occhio che guarda riceve il suo sguardo.

giovedì 18 aprile 2013

di nulla



IL SÀNDALO di Alfonso Gatto

L'incannucciata di parole chiare
azzurre donne verdi quali il mare
a stecche dissolveva sopra il muro
in un velario d'aria come un puro
soffio la vita, il sàndalo al beccheggio
dell'acqua e già sul piede dell'addio
ad involarti. Ero felice anch'io
di nulla, mi giocavo il tuo contento.

Così per l'uscio aperto entrava il vento,
brezza di paglie ove stormiva il mare
un sonno verde di parole chiare.

da Poesie d'amore, Mondadori, 1973

domenica 24 marzo 2013

ciottolo riluce di lontano


da L’ablazione di Paolo Dodini

Tu muori nel tuo simbolo, ti spezzi

nella bocca e cadi nella lingua deserta, il tuo

ciottolo riluce di lontano – a volte

in queste notti della specie, l’antico

osso sillabico risplende improvviso

sull’orizzonte basso, tra la fumea dei roghi:

l’anca della voce, il segno che tu ritorni, o disconosciuta,

e sei fra noi come un pane dato, sprecato nelle tetre fami – verrà

la peste che ti ha maculata, la febbre che arse

la fronte spianata del vocabolo, se ne andrà

la lebbra nell’acqua della fonte, il fango dagli orci,

la melma nel riso, il buio dalla fronte.