LEI HA INIZIATO A SCRIVERE GIOVANISSIMA, È STATA INCORAGGIATA IN QUESTO DALLA SUA FAMIGLIA?
«Quando Giacinto Spagnoletti lesse le mie poesie e mi segnalò ufficialmente, ero così orgogliosa che portai subito la critica a mio padre. Lui, dopo averla letta, me la strappò in faccia, dicendo: “Di poesia non si vive, ricordatelo!” Ma oggi non gli porto più rancore».
«Quando Giacinto Spagnoletti lesse le mie poesie e mi segnalò ufficialmente, ero così orgogliosa che portai subito la critica a mio padre. Lui, dopo averla letta, me la strappò in faccia, dicendo: “Di poesia non si vive, ricordatelo!” Ma oggi non gli porto più rancore».
IN CHE MOMENTO DELLA SUA VITA HA DECISO CHE AVREBBE VOLUTO SCRIVERE?
«Da sempre. Adesso so solo che saper scrivere è come essere condannati a vivere».
CHE SENSO HA, FARE DELLA POESIA OGGI?
«Anche se questa società tenta a tutti i costi di convincere che per essere felici bisogna avere un pavimento lucidato a specchio e una bella macchina, la poesia è fondamentale. L’uomo ne ha bisogno, e dovrebbe avere l’umiltà di ammetterlo. La poesia può aiutare le persone a provare di nuovo emozioni e reazioni umane, a sopportare cose indicibili, la fame, la malattia, il senso di vuoto dentro che appare incolmabile. Chi riesce ad amare la poesia, riesce a vivere e ad avere cuore. L’uomo deve tradursi in musica, e deve saper perdonare quello che non è».
(da l'articolo di Alma Daddario, pubblicato su Orizzonti n.17)
«Anche se questa società tenta a tutti i costi di convincere che per essere felici bisogna avere un pavimento lucidato a specchio e una bella macchina, la poesia è fondamentale. L’uomo ne ha bisogno, e dovrebbe avere l’umiltà di ammetterlo. La poesia può aiutare le persone a provare di nuovo emozioni e reazioni umane, a sopportare cose indicibili, la fame, la malattia, il senso di vuoto dentro che appare incolmabile. Chi riesce ad amare la poesia, riesce a vivere e ad avere cuore. L’uomo deve tradursi in musica, e deve saper perdonare quello che non è».
(da l'articolo di Alma Daddario, pubblicato su Orizzonti n.17)
Veleggio come un'ombra di Alda Merini
Veleggio come un'ombra
nel sonno del giorno
e senza sapere
mi riconosco come tanti
schierata su un altare
per essere mangiata da chissà chi.
Io penso che l'inferno
sia illuminato di queste stesse
strane lampadine.
Vogliono cibarsi della mia pena
perché la loro forse
non s'addormenta mai.
nel sonno del giorno
e senza sapere
mi riconosco come tanti
schierata su un altare
per essere mangiata da chissà chi.
Io penso che l'inferno
sia illuminato di queste stesse
strane lampadine.
Vogliono cibarsi della mia pena
perché la loro forse
non s'addormenta mai.
Pianto dei poeti di Alda Merini
Ruba a qualcuno la tua forsennata stanchezza
o gemma che trapassi il suono
col tuo respiro l'ombra che sta ferma
di fronte ad un porto di paura
quel trascendere il mito
come se fosse forzatamente azzurro
o chi senza abbandono
che non sanno che il pianto dei poeti
è solo canto.
Canto rubato al vecchio del portone
rubato al remo del rematore
alla ruota dell'ultimo carro
o pianto di ginestra
dove fioriva l'amatore immoto.
o gemma che trapassi il suono
col tuo respiro l'ombra che sta ferma
di fronte ad un porto di paura
quel trascendere il mito
come se fosse forzatamente azzurro
o chi senza abbandono
che non sanno che il pianto dei poeti
è solo canto.
Canto rubato al vecchio del portone
rubato al remo del rematore
alla ruota dell'ultimo carro
o pianto di ginestra
dove fioriva l'amatore immoto.
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