lunedì 16 dicembre 2013

tempo e spazio

ONDE di Mario Luzi

Qui è la lotta con se stesso del mare
che nelle cale livide si torce
si svelle dalla sua continuità,
s’innalza, manda un fremito e ricade.
Il mare, sai, mi associa al suo tormento,
il mare viene, volge in fuga, viene,
coniuga tempo e spazio in questa voce
che soffre e prega rotta alle scogliere.

domenica 15 dicembre 2013

il corpo


PELAGICA
 
sfoca Serifos su la scia
diafane spiagge ferrose
scivolano – su le onde
il corpo tuo dormiente
a vento d’Egeo fremita
come di cicale le tamerici

su le sassaie fra raggi arsi
radici amare serpeggiano
alle chiare acque rifiorite
rugiade stelle cogliemmo
ne l’acerba pelaga quiete

di sirena un sibilo aguzzo
desta le paratie calanti
verso un’arsura di settembre
mi naufrago a mute sillabe.

G. Nigretti da Derive quiete 2010/11

sabato 7 dicembre 2013

ero

IL SAGGIO di Hafiz

Ero perso con lo sguardo verso il mare
Ero perso con lo sguardo nell'orizzonte,
tutto e tutto appariva come uguale;
poi ho scoperto una rosa in un angolo di mondo,
ho scoperto i suoi colori e la sua disperazione
di essere imprigionata fra le spine
non l'ho colta ma l'ho protetta con le mie mani,
non l'ho colta ma con lei ho condiviso e il profumo e le spine tutte quante.
Ah, stenderei il mio cuore come un tappeto sotto i tuoi passi,
ma temo per i tuoi piedi le spine di cui lo trafiggi.
"L’idioma dell’Amore non si può veicolare con la lingua:
versa il vino, coppiere, e smetti quest’insulso parlare"

mercoledì 27 novembre 2013

27 novembre 2013 - game over

Game Over di G. Nigretti
IL CANDIDATO PER LA STRADA di Karmelo C. Iribarren

Distribuisce volantini
con la sua foto,
sorride,
promette,
stringe mani.
Nessuno crede
una parola,
ma fa lo stesso,
il cameraman continua
a filmare.
Una bambina si avvicina:
Guarda, mamma – dice –,
recitano.

domenica 24 novembre 2013

sotto il vuoto


E POI VANNO

E adunche girano intorno
E sembrano anche vibrare
Accanite – verso il foglio e
la mano – e poi vanno
Dell’ombra senza essenza
Sotto il vuoto divano:
Le falene nella sera inseguite.

Inutilmente son quelle ancora
Che luce a Dolle mendicavano.

G. Nigretti da Derive quotidiane 2013

giovedì 21 novembre 2013

come falena


I VIVI MORTI
 
ci stanno sempre appresso.
Chissà se ascoltano
in ogni ora d’aria lenta
un frùscio di fievole voce
che sillaba parole. Nel vuoto

d’amore chiama amore
l’ombra da ogni uscio
senza scia esce fluendo
di luce ci sfascia le ore

nel buio come falena vivendo
i vivi morti ci cadono addosso.

G. Nigretti da Derive d'inverno 2011/12

sabato 9 novembre 2013

nuda e




PELLE NERA



Era di legate giornate
già inverno
quando lei giunse e
 mi fiutò da quel basso
bianco di scarno inferno

  silenziosa e ferma
fredda cercava
la muta calura mia
nelle ore di brina

a nuda pelle rimase
nuda e straniera
in quelle nodose serate
distesa a pelle nera

senza voce donare
dal nulla fragorosa
mi hai slegato.

Di venerdì mattina l’ho trovata
sul davanti stesa – come in letargo
ed anche di lei ho pensato
che avrebbe preso il largo

leggera come quella nuvoletta
che nel sole fa la civetta
ma era di notte morta
la mia muta cavalletta.


G. Nigretti da Derive eretiche 2009

giovedì 7 novembre 2013

non più domani


L'AMORE DEI VECCHI di Giovanni Giudici

In una gloria di sole occidentale
Vaneggi, mente stanca:
Inseguito prodigio non s’adempie
Nell’aldiquà del fiore che s’imbianca

Ma tu, distanza, torna a ricolmarti
Tu a farti terra di questa ferma fuga
Mare di nuda promessa
Ai nostri balbettanti passi tardi

E tu, voce, rimani
Persuàdici – un poco, un poco ancora
Nostro non più domani,
Usignolo dell’aurora

sabato 2 novembre 2013

ossa


Giacomo Leopardi

PERCHÉ COME SE FOSSERO di Giovanni Giudici

Perché come se fossero
Vivi vestiamo i morti?
Quanto più casta e giusta
È la nudità dei corpi che li avvicina
Al loro finalmente disincarnarsi!
Ma noi li mascheriamo così copriamo le ossa
Troncate perché fingano la supinità della catarsi

mercoledì 30 ottobre 2013

bensì ridicolo


LA VITA IN VERSI di Giovanni Giudici


Metti in versi la vita, trascrivi
fedelmente, senza tacere
particolare alcuno, l’evidenza dei vivi.

Ma non dimenticare che vedere non è
sapere, né potere, bensì ridicolo
un altro voler essere che te.

Nel sotto e nel soprammondo s’allacciano
complicità di visceri, saettando occhiate
d’accordi. E gli astanti s’affacciano

al limbo delle intermedie balaustre:
applaudono, compiangono entrambi i sensi
del sublime – l’infame, l’illustre.

Inoltre metti in versi che morire
è possibile più che nascere
e in ogni caso l’essere è più del dire.

sabato 26 ottobre 2013

sempre



...

oggi di nero asfaltata – dietro opachi vetri spenti
m’addormo, fra le vuote ombre di vino o di mute
passanti sotto, e sotto crolli le terrazze sono crollate
disfatte da sigillate inferriate di blu asfalto ghiacciate.


(e polvere calda sfuma
il lontano corpo gravido
e dipinge i lisci suoi occhi neri
e veri e mai indiani e padani
e oggi la rimpiango
dentro il fango già rappreso ieri
con le bianche ultime perle vere
che accolse solo fra le socchiuse mani)


E il nero rondone andò e alto veleggia ancora
e l’inferriata salda iniziò di secchi serti a sfiorire

e venne Pandora con Caino e tutta gramigna seminò
e venne Brillina con sacchi e velli e donò un regalino
e venne Dolorina con stille e stalle e lanciò un sassino
e venne Nanina con tacchi e santi e volle il librettino
e venne Ilioina con lingue e pianti e lasciò un pelino

e giunse questo Giugno con le secche piogge
e indietro impermeabili porta
e indosso commosso il sommo vuoto
di quest’ultimo annoso giorno.

G. Nigretti, frammento di17 giugno, da Derive eretiche 2009

venerdì 25 ottobre 2013

non sapendo

IL MIO DELITTO di Giovanni Giudici

Se scrivere era vivere
Vissuto fu lo scritto
Cercavo appena un'isola di spazio
Un silenzio un sorriso intorno a me
E blando vino e modica allegria
Un quieto conversare a lume spento
Esserne perdonato non sapendo
Il mio delitto