Un giorno io ho perso una parola sono venuta qui per dirvelo e non perché voi abbiate risposta Non amo i dialoghi o le domande: mi sono accorta che cantavo in una orchestra che non aveva voci Ho meditato a lungo sul silenzio, al silenzio non c’è risposta. Io le mie poesie le ho buttate non avevo fogli su cui scriverle. Poi mi si sono avvicinati strani animali come uomini di antenate bestie da manicomio qualcuno mi ha aiutato a sentirmi unica, mi ha guardato. Pensavo che per loro non c’erano semafori, castelli e strade. Questo posto sgangherato come il mio cervello che ha trovato solitudini. Poi è venuto un santo che aveva qualcosa da dare un santo che non aveva le catene, non era un malfattore, l’unica cosa che avevo avuto in questi anni. L’avrei seguito finché un giorno non sapevo più innamorarmi. È venuto un santo che mi ha illuminato come una stella. Un santo mi ha risposto: perché non ti ami? È nata la mia indolenza. Non vedo più gente che mi picchia e non vedo più i manicomi. Sono morta nell’indolenza.
Ti odio perché non ti amo più di Patrizia Cavalli
Ti odio perché non ti amo più, perché non posso perdonarti di non riuscire più ad amarti.
ESTRANGED
dei Guns N' Roses dall'album Use Your Illusion II
Quando parli da solo E non c'è nessuno in casa Puoi fingere con te stesso Di essere venuto al mondo solo
Così nessuno ti ha mai detto piccola Come sarebbe stato Così cosa ti succederà piccola Mi sa che dovremo aspettare e vedremo
Vecchio nel cuore, ma ho solo 28 anni E sono troppo giovane Per lasciare che l'amore mi spezzi il cuore Giovane nel cuore, ma si sta facendo troppo tardi Per ritrovarci così distanti
Non so come tu ti possa aspettare Di trovarmi ultimamente E che altro potresti chiedere da me Come hai potuto dire che non ho mai avuto bisogno di te Quando hai preso tutto Dico hai preso tutto da me
Giovane nel cuore e diventa così difficile aspettare Quando nessuno che conosco sembra potermi aiutare ora Vecchio nel cuore, ma non devo esitare Se devo trovare la mia via d'uscita
Sto ancora parlando da solo E non c'è nessuno in casa
Così nessuno ci ha mai detto piccola Come sarebbe stato Così cosa ci succederà piccola Mi sa che dovremo aspettare e vedremo
Quando troverò tutte le ragioni Forse troverò un altra via Troverò un altro giorno Con tutte le stagioni mutevoli della mia vita Magari la farò giusta, la prossima volta Ed ora che sei stata spezzata Hai la testa fuori dalle nuvole Sei tornata giù sulla terra E non parli così forte E non cammini così orgogliosa Non più, e per cosa
Be' sono saltato dentro al fiume Troppe volte per arrivare fino a casa Sono qua fuori per conto mio, e vado alla deriva tutto solo Se non si nota dategli tempo Per leggere tra le righe Perché vedo che la tempesta si sta avvicinando E le onde sono così alte Sembra che tutto quello che abbiamo mai conosciuto sia qui Perché deve andare alla deriva e morire?
Non troverò mai qualcuno per sostituirti Temo che dovrò farcela questa volta... Oh questa volta Senza di te
Sapevo che la tempesta si stava avvicinando E tutti i miei amici dicevano che ero su di giri Ma tutto quello che abbiamo mai conosciuto è qui Non ho mai voluto che morisse.
L'affresco simultaneo che raffigura questo primo volume della serie de "L'Indice delle Esistenze" ci presenta l'essere, e l'esistenza, nelle sue mutevoli forme. Una Collana lunga un anno, distribuita per capitoli, o argomenti mensili. Il primo paragrafo riguarda le passioni. All'interno dell'opera la poesia "Notte fiorente" di Giuseppe Nigretti.
“è poca la gente con cui possa trovarmi in una stanza per più di cinque minuti senza sentirmi stomacato”
SPLASH L'illusione è che tu semplicemente Stia leggendo questa poesia. La realtà è che questa è più di una poesia. Questo è il coltello Di un accattone. È un tulipano È un soldato che marcia Attraverso Madrid. Questo sei tu Sul tuo letto di morte. Questo è Li Po che ride Questo è il circo del diavolo. E non la stai leggendo Su una pagina Sottoterra. No, non è una dannata Poesia. È un cavallo che dorme. Una farfalla dentro Il tuo cervello. È la pagina che legge Te. La senti? È come un cobra. È un aquila affamata che sorvola la stanza. Questa non è una poesia La poesia è barbosa, ti fa venire sonno. Queste parole ti incitano a una nuova follia. Ti ha toccato la grazia, sei stato spinto dentro un abbacinante regione di luce. Adesso l'elefante Sogna insieme a te. La volta dello spazio curva e ride. Adesso puoi morire Tu puoi morire adesso come Si doveva morire da uomini: grande, vittorioso, con l'orecchio della musica, essendo tu la musica, che romba, romba, romba
LEI HA INIZIATO A SCRIVERE GIOVANISSIMA, È STATA INCORAGGIATA IN QUESTO DALLA SUA FAMIGLIA? «Quando Giacinto Spagnoletti lesse le mie poesie e mi segnalò ufficialmente, ero così orgogliosa che portai subito la critica a mio padre. Lui, dopo averla letta, me la strappò in faccia, dicendo: “Di poesia non si vive, ricordatelo!” Ma oggi non gli porto più rancore».
IN CHE MOMENTO DELLA SUA VITA HA DECISO CHE AVREBBE VOLUTO SCRIVERE? «Da sempre. Adesso so solo che saper scrivere è come essere condannati a vivere».
CHE SENSO HA, FARE DELLA POESIA OGGI? «Anche se questa società tenta a tutti i costi di convincere che per essere felici bisogna avere un pavimento lucidato a specchio e una bella macchina, la poesia è fondamentale. L’uomo ne ha bisogno, e dovrebbe avere l’umiltà di ammetterlo. La poesia può aiutare le persone a provare di nuovo emozioni e reazioni umane, a sopportare cose indicibili, la fame, la malattia, il senso di vuoto dentro che appare incolmabile. Chi riesce ad amare la poesia, riesce a vivere e ad avere cuore. L’uomo deve tradursi in musica, e deve saper perdonare quello che non è».
(da l'articolo di Alma Daddario, pubblicato su Orizzonti n.17)
Veleggio come un'ombradi Alda Merini
Veleggio come un'ombra nel sonno del giorno e senza sapere mi riconosco come tanti schierata su un altare per essere mangiata da chissà chi. Io penso che l'inferno sia illuminato di queste stesse strane lampadine. Vogliono cibarsi della mia pena perché la loro forse non s'addormenta mai.
Pianto dei poeti di Alda Merini
Ruba a qualcuno la tua forsennata stanchezza o gemma che trapassi il suono col tuo respiro l'ombra che sta ferma di fronte ad un porto di paura quel trascendere il mito come se fosse forzatamente azzurro o chi senza abbandono che non sanno che il pianto dei poeti è solo canto. Canto rubato al vecchio del portone rubato al remo del rematore alla ruota dell'ultimo carro o pianto di ginestra dove fioriva l'amatore immoto.