G. Nigretti, da Di pietra, 2016 |
domenica 7 novembre 2021
venerdì 5 novembre 2021
martedì 2 novembre 2021
mercoledì 27 ottobre 2021
venerdì 24 settembre 2021
giovedì 16 settembre 2021
venerdì 3 settembre 2021
mercoledì 25 agosto 2021
martedì 10 agosto 2021
martedì 13 luglio 2021
lunedì 21 giugno 2021
lunedì 31 maggio 2021
martedì 18 maggio 2021
martedì 4 maggio 2021
venerdì 23 aprile 2021
lunedì 29 marzo 2021
lunedì 15 marzo 2021
conto gli anni
domenica 7 marzo 2021
martedì 2 marzo 2021
sabato 27 febbraio 2021
qualcosa d'invisibile
LE NOSTRE MANI NELL’ACQUA di Y. Bonnefoy
Noi agitiamo quest’acqua. In essa le nostre mani si cercano,
Talvolta si sfiorano, forme spezzate.
Più in basso, è una corrente, è qualcosa d’invisibile,
Altri alberi, altre luci, altri sogni.
E guarda, sono anche altri colori.
La rifrazione trasfigura il rosso.
Era un giorno d’estate? No, è il temporale
Che “cambierà il cielo”, e fino a sera.
Noi immergevamo le mani nel linguaggio,
Vi afferrarono parole delle quali non sapemmo
Che fare, non essendo che i nostri desideri.
Noi invecchiammo. Quest’acqua, nostra trasparenza.
Altri sapranno cercare più nel profondo
Un nuovo cielo, una nuova terra
martedì 23 febbraio 2021
giovedì 18 febbraio 2021
domenica 14 febbraio 2021
venerdì 5 febbraio 2021
sabato 30 gennaio 2021
lunedì 25 gennaio 2021
giovedì 14 gennaio 2021
un vago ricordare
LA NOTTE di C. Pavese
Ma la notte ventosa, la limpida notte
che il ricordo sfiorava soltanto, è remota,
è un ricordo. Perdura una calma stupita
fatta anch'essa di foglie e di nulla. Non resta,
di quel tempo di là dai ricordi, che un vago
ricordare.
Talvolta ritorna nel giorno
nell'immobile luce del giorno d'estate,
quel remoto stupore.
Per la vuota finestra
il bambino guardava la notte sui colli
freschi e neri, e stupiva di trovarli ammassati:
vaga e limpida immobilità. Fra le foglie
che stormivano al buio, apparivano i colli
dove tutte le cose del giorno, le coste
e le piante e le vigne, eran nitide e morte
e la vita era un'altra, di vento, di cielo,
e di foglie e di nulla.
Talvolta ritorna
nell'immobile calma del giorno il ricordo
di quel vivere assorto, nella luce stupita.
giovedì 31 dicembre 2020
se dormo
UNA NITIDA FIAMMA di P. Valery
Una nitida fiamma abita in me,
la violenta vita vedo intera
al suo freddo bagliore: più non posso
amar soltanto se dormo i suoi gesti
di grazia, intrisi di luce. I miei giorni
di notte tornano a ridarmi gli sguardi.
E dopo il primo sventurato sonno,
quando sparsa nel buio è la sventura
stessa, tornano a vivermi, a darmi
degli occhi. E se poi la loro gioia
erompe, l’eco che mi sveglia un morto,
non altro ributtò sulla mia riva
di carne, e se il mio straniero riso impone,
qual murmure di mare alla conchiglia
vuota, al mio orecchio di dubbio, sul confine
d’un estremo stupore: se io sono
o fui, se veglio o dormo.
martedì 22 dicembre 2020
lunedì 21 dicembre 2020
da me a quell'ombra
FISSITÀ di Vittorio Sereni
Da me a quell'ombra in bilico tra fiume e mare
solo una striscia di esistenza
in controluce dalla foce.
Quell'uomo.
Rammenda reti, ritinteggia uno scafo.
Cose che io non so fare. Nominarle appena.
Da me a lui nient'altro: una fissità.
Ogni eccedenza andata altrove. O spenta.
giovedì 17 dicembre 2020
domenica 13 dicembre 2020
sabato 12 dicembre 2020
venerdì 11 dicembre 2020
giovedì 10 dicembre 2020
venerdì 4 dicembre 2020
del mio sangue
Sono miei figli, i Versi, del mio sangue.
Parlano, ma do loro le parole
come fossero pezzi del mio cuore
o lacrime sgorgate dai miei occhi.
Con un sorriso amaro vanno in giro,
perché insisto a dipingere la vita.
Li rivesto di sole e giorno e sole,
che cingeranno quando annotterò.
Signoreggiano in cielo e sulla terra.
Ma si chiedono cosa ancora manchi
per vincere stanchezza e noia, figli
che per madre conobbero la Pena.
Invano spargo il riso del motivo
più tenero, o del flauto la passione:
sono per loro un re inesperto, che
ha perduto l’affetto del suo popolo.
E languono, si spengono, e giammai
non smettono di piangere pian piano.
Mentre passi, o Mortale, guarda altrove:
o Lete, qua la nave tua, che sàlpino.
domenica 15 novembre 2020
noi simili a quelle
COME LE FOGLIE di Mimnermo
da Lirici greci, traduzione di S. Quasimodo
Al mondo delle foglie che nel tempo
fiorito della primavera nascono
e ai raggi del sole rapide crescono,
noi simili a quelle per un attimo
abbiamo diletto del fiore dell'età,
ignorando il bene e il male per dono dei Celesti.
Ma le nere dee ci stanno a fianco,
l'una con il segno della grave vecchiaia
e l'altra della morte. Fulmineo.
precipita il frutto di giovinezza,
come la luce d'un giorno sulla terra.
E quando il suo tempo è dileguato
è meglio la morte che la vita.
domenica 8 novembre 2020
di cari inganni
A SE STESSO di G. Leopardi
Or poserai per sempre,
stanco mio cor. Perì l'inganno estremo,
ch'eterno io mi credei. Perì. Ben sento,
in noi di cari inganni,
non che la speme. Il desiderio è spento.
Posa per sempre. Assai
palpitasti. Non val cosa nessuna
i moti tuoi, né di sospiri è degna
la terra. Amaro e noia
la vita, altro mai nulla; e fango è il mondo.
T'acqueta ormai. Dispera
l'ultima volta. Al gener nostro il fato
non donò che il morire. Ormai disprezza
te, la natura, il brutto
poter che, ascoso, a comun danno impera,
e l'infinita vanità del tutto.
lunedì 26 ottobre 2020
come una foglia
Nasce una notte
piena di finte buche,
di suoni morti
come di sugheri
di reti calate nell'acqua.
Le tue mani si fanno come un soffio
d'inviolabili lontananze,
inafferrabili come le idee.
E l'equivoco della luna
e il dondolio, dolcissimi,
se vuoi posarmele sugli occhi,
toccano l'anima.
Sei la donna che passa
come una foglia.
E lasci agli alberi un fuoco d'autunno.