Il fine del saggio-poeta non e' la meraviglia-thauma
"la parola greca non indica solo lo stupore davanti a eventi insoliti,
ma anche lo smarrimento angosciato"
"la parola greca non indica solo lo stupore davanti a eventi insoliti,
ma anche lo smarrimento angosciato"
La filosofia nasce dalla meraviglia. La parola greca, che traduciamo con meraviglia, è thauma. Ma thauma starebbe a significare anzitutto l´orrore provato dinanzi a uno spettacolo angosciante. Platone dice che "la meraviglia è figlia di Iride e del Gigante Thaumante". Con thaumante abbiamo di nuovo una parola costruita su thauma. La filosofia proviene dalla paura, o, meglio, dal timore per il mondo, dal timore per il divenire del mondo, quindi dalla terrifica scoperta che ogni cosa nasce e muore, "diviene" quindi. Ma il "trauma" sarebbe all'origine, ovvero il movente profondo, anche della mitologia, della religione, della scienza stessa: modi diversi di porsi, di cercare di rispondere al turbamento provocato appunto dalla "meraviglia".
Taumaturgo. Si dice di persona (santa) che opera cose meravigliose. Viene dal greco thauma, cosa meravigliosa (affine ai verbi theàomai, vedere = cosa da vedere, e thàomai, contemplare, ammirare...) unito al sostantivo èrgon (verbo ergàzomai), lavoro, opera. Dalla medesima radice da cui viene thauma, anche lo thaumatòn, ciò che desta stupore e, per Socrate, apre alla conoscenza.
Nella parola greca "thauma" Aristotele vide la meraviglia che l´uomo ha per il mondo e che lo spingerebbe a conoscerlo, altri vedono un suo significato più originario e profondo: lo stupore attonito di fronte a ciò che è strano, imprevedibile, mostruoso. Paura esistenziale che, inevitabilmente, ci spinge al dominio, ovvero a voler imporre un ordine nostro alle cose grandi o piccole di questo mondo e ai pensieri stessi, come rimedio.
Taumaturgo. Si dice di persona (santa) che opera cose meravigliose. Viene dal greco thauma, cosa meravigliosa (affine ai verbi theàomai, vedere = cosa da vedere, e thàomai, contemplare, ammirare...) unito al sostantivo èrgon (verbo ergàzomai), lavoro, opera. Dalla medesima radice da cui viene thauma, anche lo thaumatòn, ciò che desta stupore e, per Socrate, apre alla conoscenza.
Nella parola greca "thauma" Aristotele vide la meraviglia che l´uomo ha per il mondo e che lo spingerebbe a conoscerlo, altri vedono un suo significato più originario e profondo: lo stupore attonito di fronte a ciò che è strano, imprevedibile, mostruoso. Paura esistenziale che, inevitabilmente, ci spinge al dominio, ovvero a voler imporre un ordine nostro alle cose grandi o piccole di questo mondo e ai pensieri stessi, come rimedio.
Questo discorso di Cacciari (stravaccato e forse troppo rilassato) perde per via il punto della domanda: la filosofia ancor oggi nasce da thauma ? sembra di no (è tutto un intreccio con la scienza). In effetti, anche a Modena l'anno scorso Cacciari diceva che non c'è più thauma possibile in filosofia: da cui la mia domanda – e in poesia ?
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=kk-TBHLyYPA
THAUMA = MERAVIGLIA+SGOMENTO, certo. Però non facciamo dire ai filosofi greci che "la filosofia nasce dalla paura", please !
ti ringrazio per il commento...
RispondiEliminapenso che l'autore intenda "paura" come "thauma"
trauma+sgomento=meraviglia=filosofia
penso che oggi ci sia ancora thauma nella filosofia e nella poesia: la meraviglia-sgomento per l'assenza di meraviglia nel mondo (purtroppo).