G. Nigretti da Di luce vera, 2017 |
domenica 14 febbraio 2021
venerdì 5 febbraio 2021
sabato 30 gennaio 2021
lunedì 25 gennaio 2021
giovedì 14 gennaio 2021
un vago ricordare
LA NOTTE di C. Pavese
Ma la notte ventosa, la limpida notte
che il ricordo sfiorava soltanto, è remota,
è un ricordo. Perdura una calma stupita
fatta anch'essa di foglie e di nulla. Non resta,
di quel tempo di là dai ricordi, che un vago
ricordare.
Talvolta ritorna nel giorno
nell'immobile luce del giorno d'estate,
quel remoto stupore.
Per la vuota finestra
il bambino guardava la notte sui colli
freschi e neri, e stupiva di trovarli ammassati:
vaga e limpida immobilità. Fra le foglie
che stormivano al buio, apparivano i colli
dove tutte le cose del giorno, le coste
e le piante e le vigne, eran nitide e morte
e la vita era un'altra, di vento, di cielo,
e di foglie e di nulla.
Talvolta ritorna
nell'immobile calma del giorno il ricordo
di quel vivere assorto, nella luce stupita.
giovedì 31 dicembre 2020
se dormo
UNA NITIDA FIAMMA di P. Valery
Una nitida fiamma abita in me,
la violenta vita vedo intera
al suo freddo bagliore: più non posso
amar soltanto se dormo i suoi gesti
di grazia, intrisi di luce. I miei giorni
di notte tornano a ridarmi gli sguardi.
E dopo il primo sventurato sonno,
quando sparsa nel buio è la sventura
stessa, tornano a vivermi, a darmi
degli occhi. E se poi la loro gioia
erompe, l’eco che mi sveglia un morto,
non altro ributtò sulla mia riva
di carne, e se il mio straniero riso impone,
qual murmure di mare alla conchiglia
vuota, al mio orecchio di dubbio, sul confine
d’un estremo stupore: se io sono
o fui, se veglio o dormo.
martedì 22 dicembre 2020
lunedì 21 dicembre 2020
da me a quell'ombra
FISSITÀ di Vittorio Sereni
Da me a quell'ombra in bilico tra fiume e mare
solo una striscia di esistenza
in controluce dalla foce.
Quell'uomo.
Rammenda reti, ritinteggia uno scafo.
Cose che io non so fare. Nominarle appena.
Da me a lui nient'altro: una fissità.
Ogni eccedenza andata altrove. O spenta.
giovedì 17 dicembre 2020
domenica 13 dicembre 2020
sabato 12 dicembre 2020
venerdì 11 dicembre 2020
giovedì 10 dicembre 2020
venerdì 4 dicembre 2020
del mio sangue
Sono miei figli, i Versi, del mio sangue.
Parlano, ma do loro le parole
come fossero pezzi del mio cuore
o lacrime sgorgate dai miei occhi.
Con un sorriso amaro vanno in giro,
perché insisto a dipingere la vita.
Li rivesto di sole e giorno e sole,
che cingeranno quando annotterò.
Signoreggiano in cielo e sulla terra.
Ma si chiedono cosa ancora manchi
per vincere stanchezza e noia, figli
che per madre conobbero la Pena.
Invano spargo il riso del motivo
più tenero, o del flauto la passione:
sono per loro un re inesperto, che
ha perduto l’affetto del suo popolo.
E languono, si spengono, e giammai
non smettono di piangere pian piano.
Mentre passi, o Mortale, guarda altrove:
o Lete, qua la nave tua, che sàlpino.