Cesare Vignato - Nefertiti 2012 |
1. QUELLE DUE
Ora che assiso o steso a bel palpito
di mano palmo dita e altro nel vano
dell’indolente lettino o dell’ozio
divano – e senza neanche amarmi –
ci son solo quelle due a palparmi:
su appuntamento e dietro compenso
per le occasionali prestazioni manuali
in libertà esercitate – che a mane o sera
per sola compiacenza son da te praticate.
2. FRA LE DUE
quella che là-mi-fa in poco d’ora
ed ha il vello bello liscio e tutta
derviscia mano a fuoco tatuata
è la mora: – geisha un po’ crudele –
che deflora con olio e calde cere
il percepito pelo al mio guardo
da tutto quel macello appesantito.
Ed ha voce soave da sembrare
in volo d’uccello sospiro fluito.
3. LA SECONDA
non di meno con voce mi compiace
e nel vano è – con mano nirvana –
procace uguale alla vestale indiana
che a madidi palmi sfiora la cima:
e tutto prima lo fa spumeggiare
e d’essenze essenziali fa venire
puntiglio perenne a riprincipiare.
Il di lei nome che accennar non voglio
era l'ebbrezza che oggi fa tristezza.
4. LE DUE
Di Dolle D. le altre m’han detto
di quand’ella queste sul web lesse
ed eguale a un’antefissa permase
la nottula vanessa tutta turbata da
come quel che ero fosse ora in basso
fondo caduto: di sensi parole e carne
– “con quelle due amanuensi puttane“ –.
Dolle dalle poesiole si fa sempre abbindolare.
Le due donne? son solo un’estetista e una sciampista.
G. Nigretti da Derive Quotidiane 2013/14