mercoledì 12 marzo 2014
lunedì 3 marzo 2014
fatta pietra
SENZA PIÙ FILO
Stelle
che mi obliate
su l’isola
d’arcaici dedali
perchè
di pietra scendete
a
ricamare cascate sete?
assetate
da
l’oscuro di lontana stella
assonnata
d’amore hanno sete.
O
sovrane stelle dimentiche
né a squame
morgane sbalzate
questa croata
notte disfatta
dalle pietrose
ombre tremule
sete mute
d’amore vibrano
di
memorie voce e brace
di
stella al viandante aereo
ne
l’oscuro senza più filo
di orme
su
questa isola d’amore fatta
pietra spoglia
di carne e nome.
G Nigretti da Derive di notte 2009/10
sabato 1 marzo 2014
marzo
CORSE DI MARZO
Inclinato attendo –
Inclinato attendo –
come fronda a discese ventose
d’afose sponde ponti t’innalzo
in carne nelle corse di marzo
furiose quelle mani ci hanno
come vanga pesante scavato
un destino d’aria ricamato
immobile ombra ci annoda
a perle e spini l’anima
verso voragini giornate
ai venti di attese vertigini
gemiti un gitano sogno vano.
G. Nigretti da Derive d'amore 2001/04
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domenica 23 febbraio 2014
lunedì 17 febbraio 2014
venerdì 14 febbraio 2014
qué importa
Qué importa que tu puñal di José Martí
¿Qué importa que tu puñal
Se me clave en el riñón?
¡Tengo mis versos, que son
Más fuertes que tu puñal!
¿Qué importa que este dolor
Seque el mar y nuble el cielo?
El verso, dulce consuelo,
Nace alado del dolor.
Che importa se il tuo pugnale
trafigge la mia schiena?
Possiedo i miei versi, che sono
più forti del tuo pugnale!
Che importa se questo dolore
secca il mare e oscura il cielo?
Il verso, dolce consolazione,
Nasce alato dal dolore
¿Qué importa que tu puñal
Se me clave en el riñón?
¡Tengo mis versos, que son
Más fuertes que tu puñal!
¿Qué importa que este dolor
Seque el mar y nuble el cielo?
El verso, dulce consuelo,
Nace alado del dolor.
Che importa se il tuo pugnale
trafigge la mia schiena?
Possiedo i miei versi, che sono
più forti del tuo pugnale!
Che importa se questo dolore
secca il mare e oscura il cielo?
Il verso, dolce consolazione,
Nasce alato dal dolore
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lunedì 10 febbraio 2014
di pensieri e cera
FEBBRAIO AL CARMINE
gelido
discende su fuliggine e santi
umido
risuona
lo
scalpiccio dei passi
ne
l’ombra nuda della lucida navata
nell’immenso
vuoto d’ogni Dio
porto di
pensieri e cera creanza
d’anni
alla tua Donna
sembianza
nera che inganna
speranze
a ogni vuota stanza
d’amore
– angeli trepidano
su la
disfatta cera – di luce
spenta
nel silenzio odora
uguale a
l’ultima sua carne
già di
voce disciolta.
G. Nigretti da Derive d'inverno 2011/12
domenica 9 febbraio 2014
erano le tue
HO SCESO, DANDOTI IL BRACCIO di Eugenio Montale
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
sabato 1 febbraio 2014
a plomo
FEBRERO
Negras espinas ibéricas
l’agro respiro mio sellan
a plomo d’amore cortado
me acampo como un mare
yermo
fra malvados steli de campo
siempre cortantes sgorgano
pétalos de roja seta su tua
ultima vértigo se caen
in una joven gioia distante
de acerbo infinito volteggia
brillante la mirada perdida
en un moruno porto d’amore
a ponente de tus marañas
olivastre punte de melancólicas
hojas come pallide lame desvelan
de blanco la esencia perfumada
de un amor que
G. Nigretti da Derive eretiche 2009
domenica 26 gennaio 2014
un hombre sincero
GUANTANAMERA di José Martí
Yo soy un hombre sincero,
De donde crece la palma,
Yo soy un hombre sincero,
De donde crece la palma,
Y antes de morirme quiero
Echar mis versos del alma
Guantanamera, guajira Guantanamera
Guantanamera, guajira Guantanamera
Mi verso es de un verde claro,
Y de un carmin encenidido,
Mi verso es de un verde claro,
Y de un carmin encenidido,
Mi verso es un cierro herido
Que busca en el monte amparo.
Guantanamera, guajira Guantanamera
Guantanamera, guajira Guantanamera
Con los pobres de la tierra,
Quiero yo mi suerte echar,
Con los pobres de la tierra,
Quiero yo mi suerte echar,
El arroyo de la sierra,
Me complace mas que el mar.
Yo soy un hombre sincero,
De donde crece la palma,
Yo soy un hombre sincero,
De donde crece la palma,
Y antes de morirme quiero
Echar mis versos del alma
Guantanamera, guajira Guantanamera
Guantanamera, guajira Guantanamera
Mi verso es de un verde claro,
Y de un carmin encenidido,
Mi verso es de un verde claro,
Y de un carmin encenidido,
Mi verso es un cierro herido
Que busca en el monte amparo.
Guantanamera, guajira Guantanamera
Guantanamera, guajira Guantanamera
Con los pobres de la tierra,
Quiero yo mi suerte echar,
Con los pobres de la tierra,
Quiero yo mi suerte echar,
El arroyo de la sierra,
Me complace mas que el mar.
domenica 19 gennaio 2014
della pelle
DELLA MIA
A Dolle
della pelle mia
Quella ché
sempre dura
– su coricata pelle sua –
Tutta
quanta la disturba
Quando
di antica peluria
fruscia
O di piuma di rasoio
La
struscia: è questa barba
Che
non-so-più se è quella propria
Della faccia
mia O della mia nòia.
G. Nigretti da Derive quotidiane 2013/14
martedì 14 gennaio 2014
sabato 11 gennaio 2014
la poesia
La poesia di Pablo Neruda recitata da Arnoldo Foà
mercoledì 8 gennaio 2014
nel tuo letto
G. Nigretti dalla serie Affichage Interdit |
SUL CONFINE TRACCIATO
Serata serena suadente seducente
nella bocca tua seguendo pericoli
aleggiavo senza filtri sulle tue reti
Mercoledì ho sorseggiato te miele
con l’agro dei limoni dolci spaccati
nello zucchero velato degli specchi
Raso rosa fra le rasate labbra
e fiumante
mi versavo nelle tue
tazzine di velluto notte blu
Di parole amanti e di pensieri colanti
ci rigiriamo umidi sul confine tracciato
Poi ho iniziato a succhiare le zollette
sfogliando alveari nel tuo letto annoiato.
G. Nigretti da Derive Deserte 1994/2001
mercoledì 1 gennaio 2014
fra le mani
“Oggi hanno un anno
in più / quei morti giorni che ci hanno / senza più nome sfogliato (forse / sarebbe
meglio dire strappato) / il cuore e i calendari”
GIÀ FREDDI FRA LE MANI
Così la
parola mia
scesa in
me parlava
in
quell’essere primo
di
questa nuova scena.
Ora dimmi
mia parola:
dove
sono quelle ore
morte su
i calendari di ieri?
forse
sono… ricordi
accadde
come a quello
stanco paia
di mocassini miei
ed anche
a gli scarni desideri
già
freddi fra le mani
che per
aria o nei rifiuti
li ha li
abbiamo
in un
solo fiato via gettati.
Ed anche
questo finirà
prima o
poi. Su di un foglio.
Uguale a quelli?
forse – senza
dubbio alcuno
fra
ottomila-e-settecentosessanta ore
anch’esso
lo butteremo in una buca
senza
voce e carne d’ombra alcuna.
G. Nigretti da Derive urbane 2012/2013
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