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mercoledì 7 agosto 2013

al di là


SU FOGLI E SPUME 

Oggi non ha orizzonti
solo macerie su la riva
remote parvenze esalano

da naufraghe derive su fogli
e spume il mare imbianca
ogni parola di morte rigonfia.

Oggi è tutto un precipizio
nel bianco ombre quiete vanno.
(al di là del velo nuoteremo ancora?)

G. Nigretti da Derive Straniere 2011

domenica 4 agosto 2013

verso


I VERSI di Vittorio Sereni

Se ne scrivono ancora.
Si pensa ad essi mentendo
ai trepidi occhi che ti fanno gli auguri
l’ultima sera dell’anno.
Se ne scrivono solo in negativo
dentro un nero di anni
come pagando un fastidioso debito
che era vecchio di anni.
No, non era più felice l’esercizio.
Ridono alcuni: tu scrivevi per l’arte.
Nemmeno io volevo questo che volevo ben altro.
Si fanno versi per scrollare un peso
e passare al seguente. Ma c’è sempre
qualche peso di troppo, non c’è mai
alcun verso che basti
se domani tu stesso te ne scordi.

da “Gli strumenti umani” 1965

venerdì 2 agosto 2013

donzelle


PESCATORE D’INGANNI

Di notte seggo scogliere
dove le voci s’infrangono
spargo di noi il pelago specchio
– raggi e ruggine insacco

fra le alghe nere
emergono stelle e
lenze donzelle di mare
miraggi di aria slamano

a piombo mi lancio
fra gli orizzonti del cielo
fatto gabbiano veleggio
sovrano di vento

m’innalza un canto
a vertigini di sirena le ali
m’invola reale
in naufragio d’uragano.

G. Nigretti da Derive deserte 1994/01

sabato 13 luglio 2013

ed io non so chi va

G. Nigretti - La strada, 1980
La casa dei doganieri di E. Montale

Tu non ricordi la casa dei doganieri
sul rialzo a strapiombo sulla scogliera:
desolata t'attende dalla sera
in cui v'entrò lo sciame dei tuoi pensieri
e vi sostò irrequieto.

Libeccio sferza da anni le vecchie mura
e il suono del tuo riso non è più lieto:
la bussola va impazzita all'avventura
e il calcolo dei dadi più non torna.
Tu non ricordi; altro tempo frastorna
la tua memoria; un filo s'addipana.

Ne tengo ancora un capo; ma s'allontana
la casa e in cima al tetto la banderuola
affumicata gira senza pietà.
Ne tengo un capo; ma tu resti sola
né qui respiri nell'oscurità.

Oh l'orizzonte in fuga, dove s'accende
rara la luce della petroliera!
Il varco è qui? (Ripullula il frangente
ancora sulla balza che scoscende...).
Tu non ricordi la casa di questa
mia sera. Ed io non so chi va e chi resta.

lunedì 8 luglio 2013

unghie rosicchiate



A UNA FIGLIA NON NATA di Arvind Krishna Mehrotra

Se una poesia potesse farti
Esistere, ne scriverei una ora,
Riempiendone le stanze con più
Pelle e tessuti di quanti un corpo non abbia bisogno,
Riempiendone le righe di parole,
Ti darei persino le unghie rosicchiate

E gli occhi nocciola di tua madre,
Perché così mi parvero. La vidi
Una volta sola dal finestrino di un treno,
In un campo giallo. Indossava
Un abito di colore spento. Faceva freddo.
Credo che volesse dire qualcosa.

domenica 23 giugno 2013

straniero

«Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti»
Cesare Pavese


... E s’alza d’esilio una nebbia accanto / a l’essere mio non affonda radici / in quel che sono vago straniero.
G. Nigretti da È domenica, Derive straniere 2011

martedì 18 giugno 2013

di caffè




IL GIORNO RITORNA

e gesti eguali si rifanno
a l’alba ne l’ombra fredda
l’acqua sgocciola lenta
la cucina di caffè quieta
odora le stanche spoglie
di ieri

il giorno avanza
un cielo di biacca raggela
a pioggia battente le ore
nella risacca le memorie
fluttuano il muto cenere
da ogni fuoco spento
ai bordi di andate strade
risento le orme discese
in ogni notte d’asfalto
nel tempo che sfuma
fra questi murmuri di scrittura
bevo di silenzio un caffè amaro.

G. Nigretti da Derive quiete 2010/11

lunedì 17 giugno 2013

testa mento

G. Nigretti - Imago Mundi


TESTAMENTO di Salvatore Toma

Quando sarò morto
che non vi venga in mente
di mettere manifesti:
morto serenamente
o dopo lunga sofferenza
o peggio ancora in grazia di dio.
Io sono morto
per la vostra presenza

domenica 16 giugno 2013

dietro i vetri

G. Nigretti - Imago Mundi

ALBARO di Giorgio Caproni

Se al crepuscolo, almeno,
ci fosse, dietro i vetri, il mare…
Amore…
Tremore
in trasparenza…
Se almeno
questo fosse il rumore
del mare…
Non
lo sopporto più il rumore
della storia…
Vento
afono…
Glissando…
Sparire
come il giorno che muore
dietro i vetri…
Il mare…
Il mare in luogo della storia…
Oh, amore.

domenica 9 giugno 2013

ve~dono



I RICORDI MI VEDONO di Tomas Tranströmer

Un mattino di giugno, troppo presto
per svegliarsi, troppo tardi
per riprendere sonno.

Devo uscire nel verde gremito
di ricordi, e mi seguono con lo sguardo.
Non si vedono, si fondono totalmente
con lo sfondo, camaleonti perfetti.

Così vicini che li sento respirare
benché il canto degli uccelli
sia assordante.

da Poesia dal silenzio
Traduzione di Maria Cristina Lombardi

lunedì 3 giugno 2013

oppure

 Ti amo perché non ti odio più
 perché posso perdonarmi
 di non riuscire più ad odiarti  

domenica 2 giugno 2013

è domenica

Trani - il porto

UN PAESETTO DI MARE
 
C’è silenzio.
Un quasi silenzio intorno
sul precipizio del giorno
sembrano quasi tutti morti
se non passasse un motorino
una calma quasi domenicale…

è domenica! – il giorno del rito
e del buon appetito – ed è quasi
quieto il mare, e di fiori già sono
colme le casette quasi tutte bianche
coi cognomi nomi e le numerazioni
bene in vista sul davanti, e le icone

di memoria con le bronzee fioriere.
Un paesetto di mare tutto marmi e
silenzio.
Qui vengo per stare ancora con voi
– ed è di già – per un attimo intero
domenica in questa via del cimitero.

G. Nigretti da Derive d'aria 2012

sabato 1 giugno 2013

o~dio


Un giorno io… di Alda Merini

Un giorno io ho perso una parola
sono venuta qui per dirvelo e non perché voi abbiate risposta
Non amo i dialoghi o le domande: mi sono accorta che cantavo in una orchestra che non aveva voci
Ho meditato a lungo sul silenzio, al silenzio non c’è risposta.
Io le mie poesie le ho buttate
non avevo fogli su cui scriverle.
Poi mi si sono avvicinati strani animali come uomini di antenate bestie da manicomio
qualcuno mi ha aiutato a sentirmi unica, mi ha guardato.
Pensavo che per loro non c’erano semafori, castelli e strade.
Questo posto sgangherato come il mio cervello che ha trovato solitudini.
Poi è venuto un santo che aveva qualcosa da dare
un santo che non aveva le catene, non era un malfattore,
l’unica cosa che avevo avuto in questi anni.
L’avrei seguito
finché un giorno non sapevo più innamorarmi.
È venuto un santo che mi ha illuminato come una stella.
Un santo mi ha risposto: perché non ti ami? È nata la mia indolenza.
Non vedo più gente che mi picchia e non vedo più i manicomi.
Sono morta nell’indolenza.


Ti odio perché non ti amo più di Patrizia Cavalli

Ti odio perché non ti amo più,
perché non posso perdonarti
di non riuscire più ad amarti.

domenica 26 maggio 2013

ancora ieri


DI UN NULLA

 Al di là di tutto cosa dirti
che non ti abbia già detto.

A parole parlate mi ammuto
alle rotte perdute ti annodi

nel sogno da bagno diurno
snodi di silenzio affanni

e tarli sulla trama corrosa
svuotano memorie nell’attesa
di un nulla lente si affogano

come le parole lanciate
nei giorni refluiti da le righe
d’infiniti ritorni a capo
t’illudi di vivere ancora ieri.

G. Nigretti da Derive Amare 2004/05
 


domenica 12 maggio 2013

compagno di sbronze

da Charles Bukowski

è poca la gente con cui possa trovarmi in una stanza per più di cinque minuti senza sentirmi stomacato


SPLASH

L'illusione è che tu semplicemente
Stia leggendo questa poesia.
La realtà è che questa è
più di una poesia.
Questo è il coltello
Di un accattone.
È un tulipano
È un soldato che marcia
Attraverso Madrid.
Questo sei tu
Sul tuo letto di morte.
Questo è Li Po che ride
Questo è il circo
del diavolo.
E non la stai leggendo
Su una pagina
Sottoterra.
No, non è una dannata
Poesia.
È un cavallo
che dorme.
Una farfalla dentro
Il tuo cervello.
È la pagina che legge
Te.
La senti?
È come un cobra.
È un aquila affamata
che sorvola la stanza.
Questa non è una poesia
La poesia è barbosa,
ti fa venire sonno.
Queste parole ti incitano
a una nuova
follia.
Ti ha toccato la grazia,
sei stato spinto
dentro un abbacinante
regione di luce.
Adesso l'elefante
Sogna insieme
a te.
La volta dello spazio
curva e ride.
Adesso puoi morire
Tu puoi morire adesso come
Si doveva morire da uomini:
grande,
vittorioso,
con l'orecchio della musica,
essendo tu la musica,
che romba,
romba,
romba

domenica 5 maggio 2013

fine e


INIZIO di Hoda Ablan

Tu sei li, costruisci casa
e io sono qui, distruggo
un ricordo:
la nostra casa, aperta
a tutti
e la mia memoria che era aperta al tuo viso.

da Non ho peccato abbastanza - Antologia delle poetesse arabe contemporanee - Traduzione di Valentina Colombo
Yemen's deputy culture minister, Hoda Ablan, has published six volumes of poetry and heads the Yemeni Writers Union. [Faisal Darem/Al-Shorfa]

domenica 28 aprile 2013

vedersi vedersi



IL MOMENTO SUPREMO DELL’AMORE di Gunnar Ekelöf

Il momento supremo dell’amore
L’ora della verità
È quanto più lontano
Da tutti gli orpelli dell’amore
Lontano dal primo incontro
Lontano dal sesso
Lontano dalle carezze rassicuranti
Al capezzale del malato
La mano che accarezza un’altra mano lentamente
O accarezza una guancia
Il momento supremo, l’ora della verità
Il momento supremo
È quando l’occhio deflagra e si fonde
Con l’occhio che guarda
E l’occhio che guarda riceve il suo sguardo.

venerdì 26 aprile 2013

per Pinni


I LIMONI di E. Montale

Ascoltami, i poeti laureati
si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantano i ragazzi
qualche sparuta anguilla:
le viuzze che seguono i ciglioni,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.

Meglio se le gazzarre degli uccelli
si spengono inghiottite dall'azzurro:
più chiaro si ascolta il sussurro
dei rami amici nell'aria che quasi non si muove,
e i sensi di quest'odore
che non sa staccarsi da terra
e piove in petto una dolcezza inquieta.
Qui delle divertite passioni
per miracolo tace la guerra,
qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza
ed è l'odore dei limoni.

Vedi, in questi silenzi in cui le cose
s'abbandonano e sembrano vicine
a tradire il loro ultimo segreto,
talora ci si aspetta
di scoprire uno sbaglio di Natura,
il punto morto del mondo, l'anello che non tiene,
il filo da disbrogliare che finalmente ci metta
nel mezzo di una verità
Lo sguardo fruga d'intorno,
la mente indaga accorda disunisce
nel profumo che dilaga
quando il giorno più languisce.

giovedì 18 aprile 2013

di nulla



IL SÀNDALO di Alfonso Gatto

L'incannucciata di parole chiare
azzurre donne verdi quali il mare
a stecche dissolveva sopra il muro
in un velario d'aria come un puro
soffio la vita, il sàndalo al beccheggio
dell'acqua e già sul piede dell'addio
ad involarti. Ero felice anch'io
di nulla, mi giocavo il tuo contento.

Così per l'uscio aperto entrava il vento,
brezza di paglie ove stormiva il mare
un sonno verde di parole chiare.

da Poesie d'amore, Mondadori, 1973

domenica 31 marzo 2013

parigi



PARÌ

Padana memoria
e bagaglio a mano
di maceria lontana
porta il viandante di latta
in parole tuttora di carta

d’ali infermo mi stendo
nell’andare molle del fiume
sotto la Torre di ferri e
sguardi e fiori verdi… curvi
di ghisa che non respirammo

nel cunicolo grembo
di bitumi e fragori
strabico vago
fra parvenze morbide
d’antico sguardo colme

e in questo stormire fermo
d’ombra innocua di derma
uguale a statua pallida
senza pena di carne e lama
m’avvolgo di Parì e dormo.


G. Nigretti da Derive urbane 2012/13