G. Nigretti, Il ritorno di Narciso - 1994
cm 49,5x59,5 specchiante cornice dipinta, testa in terracotta, conchiglia, materiali vari
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Il ritorno di Narciso non è il suo venire di nuovo alla presenza dopo una fase di latenza, non è il suo essere di nuovo qui dopo un periodo di lontananza. Che Narciso ri-torna significa che egli ruota attorno al proprio asse, tra l’antico e il moderno, tra la caduta nello specchio e la fuga dello sguardo. Il ri-torno di Narciso è il ritorno all’antico, grande specchio della natura, all’interno del quale il moderno Narciso colloca il suo piccolo specchio artificiale.
…
Più niente da vedere, a questo punto: ciò che si apre è la dimensione dell’ascolto ...
G. Ferraboschi, Il ritorno di Narciso, 1994
SONETTI A ORFEO, II, III
Specchi: mai ancora nessuno ha descritto sapendo quale sia la vostra essenza. Voi come fitti di fori i crivelli colmi interstizi del tempo. Voi che dissipate il vuoto della sala al tramonto, come boschi, sconfinati... E cervo ramoso il lampadario attraversa il vostro varco impenetrabile. Talvolta siete colmi di pitture. E pare che alcune trapassino in voi, altre le respingete con timore. Ma la più bella resterà. Fin quando nelle sue guance non dischiuse penetri il chiaro dissolto Narciso. Rainer Maria Rilke (1875-1926)
da Sonetti a Orfeo, 1922 – Traduzione di Massimo Bacigalupo
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giovedì 26 aprile 2012
IL RITORNO DI NARCISO
lunedì 23 aprile 2012
POESIA FLUVIALE – TERRA FIUME
Domenica 22 aprile Giornata mondiale della Poesia 2012
La Giornata Mondiale della Poesia 2012, giunta quest’anno alla nona edizione a Padova, è organizzata dal Gruppo90 ArtePoesia e dall’Associazione Amissi del Piovego, con la presenza di numerosi poeti e musicisti e di associazioni culturali, nell’ambito delle manifestazioni indette a livello mondiale dall’Unesco.
Padova - Bastione di San Prosdocimo |
Con un percorso Terra Fiume, Poesia fluviale si porterà dalla Golena San Prosdocimo alle Porte Contarine, con soste all’imbarcadero di Porta Portello e all’imbarcadero davanti all’Istituto Statale d’Arte “Pietro Selvatico”, valorizzando il Piovego, i Bastioni, le Mura cinquecentesche e la Cappella degli Scrovegni.
All’arrivo alle Porte Contarine gli artisti, transitando sotto il Ponte di Corso del Popolo (1908), accederanno direttamente nella golena Porciglia (i Giardini dell’Arena), nell’area dell’associazione Scuola padovana voga veneta ”Vittorio Zonca”.
In collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e l’Assessorato alla Partecipazione del Comune di Padova.
Letture di G. Nigretti
PRIMAVERA
ancora ritorni intorno
pallida ai timidi colli
l’aria respiri azzurra
sirena di tiepida trina
pallida ai timidi colli
l’aria respiri azzurra
sirena di tiepida trina
da l’amena rima sconfini
un sopito odore di pace
un volto di tenue ambra
di voce dolce non han parole
un sopito odore di pace
un volto di tenue ambra
di voce dolce non han parole
in quel che nasce o muore
sotto gli esili spini in fiore
un brillio d’amore si scioglie
sotto gli esili spini in fiore
un brillio d’amore si scioglie
di memorie si apre un torpore
ne gl’indugi di queste ore nude
ne gl’indugi di queste ore nude
dietro cancelli il cuore si chiude
LUNGO LA RIVA
oscuro riflesso il pensiero
nello specchio salso della sera
di silenzio respira freddo
la bellezza noiosa del novilunio
tutta la marea ricopre deserta
di voci remote il rumore
di chi chiama amore un luminìo
riflesso di memorie a la deriva
schiocca di squame una sirena
putrida nella luce fredda della riva
Piovego - Poeti su la Delta Nova |
sabato 14 aprile 2012
Che cos'è la poesia?
Un antico proverbio persiano dice: “se mi dai due pani, ne venderò uno e comprerò giacinti per nutrire la mia anima”. Questa è l’essenza della poesia: la bellezza che serve al benessere dell’anima, l’emozione che spalanca i cancelli al sentimento e permette alle nostre emozioni di correre libere come cavalli nella sconfinata prateria.
La poesia è simile alla meraviglia che proviamo davanti a un paesaggio. Ma la sua bellezza non è automatica: in questo caso ha bisogno di un “medium” per rivelarsi, e questo mezzo è il poeta. L’ispirazione che ha guidato il poeta diventa a sua volta ispirazione per il lettore: e, del resto, secondo Gaston Bachelard, “Il poeta è colui che ha il potere di scatenare il risveglio dell’emozione poetica nell’anima del lettore”. Dunque, la vera poesia non fa altro che comunicare tra il poeta che scrive e il poeta che legge, il poeta che è in ognuno di noi: accende l’interruttore e la luce dell’emozione si spande per la mente, la bellezza si diffonde in noi con la sua forza benefica, ci fa prendere coscienza della sua presenza.
da il "Canto delle sirene"
JUAN RAMÓN JIMÉNEZ
LA POESIA
1 Non toccarla più,
che così è la rosa!
2
Strappo alla radice il cespo,
pieno ancora della rugiada dell'aurora.
Oh che irrigazione di terra
bagnata e profumata,
che pioggia - che accecamento! - di stelle
sulla mia fronte, sui miei occhi!
3
Canzone mia,
canta, prima di cantare;
dà a chi ti ammira prima di leggerti
la tua emozione e la tua grazia;
emana fresca e fragrante da te stessa!
(da "Pietra e cielo", 1919)
14/04/2012
Magari, magari fosse questa La poesia !
Jimenez viveva ancora in un tempo beato !
Il 99% della “poesia” contemporanea non fa questo,
invece raddoppia lo schifo del mondo
Nicola Licciardello
Magari, magari fosse questa La poesia !
Jimenez viveva ancora in un tempo beato !
Il 99% della “poesia” contemporanea non fa questo,
invece raddoppia lo schifo del mondo
Nicola Licciardello
domenica 8 aprile 2012
Domenica
Giardino di Ca' Marcello - Levada di Piombino Dese |
DOMENICA
Ne l’aria rumorano campane
il sole nuovo risorge
su le colme tavole padane
il giorno di gioie altrui batte
il vuoto di questa quiete
fumida di odori d’agnelli
ribolle con uova e piselli
dal tempo bambino una marea
dal tempo bambino una marea
di domeniche marine sale
memorie d’ombre ingiallite
memorie d’ombre ingiallite
da un sole già spento
in un adriatico di parole
mute affogano le mie fole
G. Nigretti
venerdì 6 aprile 2012
smontate pure il sole
Dali, Persistenza della memoria |
BLUES IN MEMORIA di W. H. Auden
Fermate tutti gli orologi, isolate il telefono,
fate tacere il cane con un osso succulento,
chiudete i pianoforti, e tra un rullio smorzato
portate fuori il feretro, si accostino i dolenti.
Incrocino aeroplani lamentosi lassù
e scrivano sul cielo il messaggio Lui È Morto,
allacciate nastri di crespo al collo bianco dei piccioni,
i vigili si mettano guanti di tela nera.
Lui era il mio Nord, il mio Sud, il mio Est ed Ovest,
la mia settimana di lavoro e il mio riposo la domenica,
il mio mezzodì, la mezzanotte, la mia lingua, il mio canto;
pensavo che l'amore fosse eterno: e avevo torto.
Non servon più le stelle: spegnetele anche tutte;
imballate la luna, smontate pure il sole;
svuotatemi l'oceano e sradicate il bosco;
perché ormai più nulla può giovare.
ricevuta da Wanda
giovedì 5 aprile 2012
Rime e Lime
Erato, musa della poesia d'amore |
SCHERZO di G. Leopardi
A pormi con le Muse in disciplina
L'una di quelle mi pigliò per mano;
E poi tutto quel giorno
La mi condusse intorno
A veder l'officina.
Mostrommi a parte a parte
Gli strumenti dell'arte,
E i servigi diversi
A che ciascun di loro
S'adopra nel lavoro
Delle prose e de' versi.
Io mirava, e chiedea:
Musa, la lima ov'è? Disse la Dea:
La lima è consumata; or facciam senza.
Ed io, ma di rifarla
Non vi cal, soggiungea, quand'ella è stanca?
Rispose: hassi a rifar, ma il tempo manca.
ricevuta da G. Ferraboschi
domenica 1 aprile 2012
Siate la polpa rossa dell'anguria
Torneranno le sere - A. Gatto
Torneranno le sere a intepidire
nell’azzurro le piazze, ai bianchi muri
la luna in alto s’alzerà dal mare
e nella piena dei giardini il vento
fitto di case, d’alberi, di stelle
passerà per la grande aria serena.
Torneranno nel sogno anche le voci
delle famiglie illuminate a cena,
la rapida ebrietà del loro riso.
O finestrelle, pozzi, logge, vetri
affacciati alla vita, allo spiraglio
delle fresche delizie e dei rimpianti,
o luna nuova sulla mia memoria,
tornate ad albeggiare con quel canto
di parole perdute, con quei suoni
struggenti, con quei baci morsi al buio.
Siate la polpa rossa dell’anguria
spaccata in mezzo alla tovaglia bianca.
Alfonso Gatto |
Torneranno le sere a intepidire
nell’azzurro le piazze, ai bianchi muri
la luna in alto s’alzerà dal mare
e nella piena dei giardini il vento
fitto di case, d’alberi, di stelle
passerà per la grande aria serena.
Torneranno nel sogno anche le voci
delle famiglie illuminate a cena,
la rapida ebrietà del loro riso.
O finestrelle, pozzi, logge, vetri
affacciati alla vita, allo spiraglio
delle fresche delizie e dei rimpianti,
o luna nuova sulla mia memoria,
tornate ad albeggiare con quel canto
di parole perdute, con quei suoni
struggenti, con quei baci morsi al buio.
Siate la polpa rossa dell’anguria
spaccata in mezzo alla tovaglia bianca.
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