mercoledì 21 dicembre 2011

CHRISTA WOLF - "Quello che non c'è nei diari"

Si è spenta all’età di 82 anni Christa Wolf, la più nota scrittrice in lingua tedesca, autrice di Cassandra, Medea, La città degli angeli e molti altri bellissimi  romanzi. Una scrittura che da “Il cielo diviso” sino a “Che cosa resta” affianca la biografia, se ne nutre e da essa trae materia di riflessione oggettiva e di respiro universale. L’Ovest non le perdonò mai la sua pervicace fedeltà, malgrado tutto, a un’idea di società egualitaria, la sfiducia nelle magnifiche sorti e progressive del Mercato, quel suo aristocratico tenersi fuori dall’infatuazione edonistica e consumistica che seguì alla caduta del Muro. La resistenza nei suoi scritti a una globalizzazione che cancellava le identità dei popoli in nome di uno sviluppo senza progresso, e camuffava il suo volto brutale di mercificazione e assoggettamento delle persone sotto un’apparenza di benessere fittizio, tracollante come un castello di sabbia, perché senza radici nelle memorie, nelle tradizioni dei singoli popoli, nei tratti identificativi della condizione umana. Più attuale che mai il messaggio che la scrittrice berlinese ci ha lasciato, affidandolo alle sue opere.
da "gli Imboscati" - Quotidiano di informazione e approfondimento fatto da italiani che vivono all'estero.



sabato 17 dicembre 2011

VERRA' IL MATTINO E AVRA' UN TUO VERSO


E' stata pubblicata l'antologia poetica "Verrà il Mattino e avrà un tuo verso" di Aletti Editore. All'interno dell'opera è presente anche la poesia "Corse di marzo" di G. Nigretti. 
Corse di marzo

Inclinato t’attendo
come fronda a discese ventose
d’algide sponde ponti t’innalzo

a corse di marzo furia
di taciute emozioni in carne
come vanga ci ha scavato

un destino d’aria ricamato
immobile annoda
l’anima a perle e spini

verso in voragini giornate
a venti d’attese vertigini
gemiti un gitano sogno vano

lunedì 12 dicembre 2011

POESIA - di Alfonso Gatto

In ogni gioia breve e netta scorgo il mio pericolo.
Circolo chiuso ad ogni essere è l'amore che lo regge.
Tendo a questo dubbio intero, a un divieto in cui
cogliere il sospetto e la lusinga del mio movimento.
Universo che mi spazia e m'isola, poesia.

domenica 4 dicembre 2011

IN DIFESA DEI POETI - Niels Hav poeta danese


Cosa dobbiamo farcene dei poeti?
La vita è dura per loro
sembrano così penosi vestiti di nero,
pallidi per i tormenti interiori.
La Poesia è un'orribile malattia
un cammino infettato dai lamenti
le urla contaminano l’aria come
scorie nucleari della mente. È così nevrotica!

La Poesia è un tiranno
che non lascia dormire di notte e rovina i matrimoni
che sospinge in baite desolate nel bel mezzo dell’inverno
dove loro si rannicchiano, sofferenti, con cappelli
                                        e sciarpe pesanti.
Che tortura!

La Poesia è una pestilenza
è peggio dello scolo, una terribile vergogna.
Essere considerati poeti è dura,
siate pazienti con loro!
Sono isterici come se stessero aspettando
                                                                  dei gemelli
digrignano i denti quando dormono, mangiano male
e erbe. Rimangono esposti per ore al vento ululante
tormentati da metafore sbalorditive.
Ogni giorno è sacro per loro.

Vi prego, abbiate pietà dei poeti
sono ciechi e sordi
aiutateli nel traffico quando barcollano
nella loro invisibile menomazione
che ricorda ogni sorta di miserie. Ogni
                                            tanto uno di loro si ferma
per ascoltare una sirena lontana.
Mostrate considerazione per loro!

I poeti sono come bambini malati
seguiti da casa dall’intera famiglia.
Pregate per loro
sono nati infelici
le loro madri li hanno compatiti
hanno cercato l’aiuto di medici e avvocati,
infine hanno rinunciato
per paura di perdere la testa.
Compiangete i poeti!

Nulla può salvarli.
Contagiati dalla poesia, come lebbrosi isolati
sono rinchiusi nel proprio mondo fantastico
un macabro ghetto pieno di demoni
e fantasmi vendicativi.

Quando durante una limpida giornata estiva, col
                                                             sole splendente
vedete un povero poeta
uscire di casa barcollante, esangue
come un cadavere e stravolto dalle meditazioni
avvicinatevi ed aiutatelo!

Allacciategli le scarpe, portatelo
al parco e aiutatelo a sedersi su una panchina
al sole. Cantategli qualcosa
comprategli un gelato e raccontategli una storia
perché è così triste.
La poesia lo ha completamente  rovinato.

© Niels Hav

Traduzione; Hanne Bech & Gaetano Longo