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domenica 6 gennaio 2013

tumide gazzelle



frammento da FIUME STRABICO
...
Danza canta
e grappe d’oro senza spina
e senza lavarmi
in questa calda mattina
il caldo umore tuo
forte m’accoglie
e dolcemente porta
tutto miele della notte
di te – labbra de i miei sensi

     pelle di umido furore
lingue di tumide gazzelle
carne di Eretico Amore.
...
G. Nigretti da Derive eretiche

domenica 4 novembre 2012

su le rugate chianche

Birth: unknown  -  Death: Jan. 1, 1832
Mountain Saint Mary's Cemetery
Emmitsburg Frederick County Maryland, USA

PIOGGIA CADE


Quando sarò verme
e il cielo risuonerà le sue saette
su le antiche viette ritornerò
sotto quel cielo ceruleo

di cerata mantella – molle
passavi solitaria campana
fra i bugnati bagnati dai giorni
dove l’unica aria ti era concessa.

Pioggia cade su le rugate chianche
bianche come mille tombe allagate
isole remote di ragazzino vagante
in affogati pensieri adagio cadevi.

forse pensavi a la pioggia che si poggiava
sulle tue nude lunghe gambette bagnate
come un petalo di madre che tenue sfiora boccioli

forse pensavi a la pioggia che si sfoggiava
da quelle golose velate labbra che duro sfioravi
come oggi di sirena sfioro i rasoi delle dure squame

forse non pensavi che la pioggia si fingeva pioggia
divenendo dono di natura per ogni solitudine futura
come l’inganno che oggi colma calici e fogli bianchi

Pioggia cade
in questa memoria galleggio
su le gocciole senza ormeggi
come i naufraghi di frontiera

fra le soglie giaciamo stranieri
lontano Fratello dei vicoli di Giano
dove ora già si aprono gli ombrelli neri
e il passato sui fogli bianchi non ti asciuga.

 

G. Nigretti da Derive eretiche

mercoledì 15 agosto 2012

la notte

Gravina di Puglia

A FONDO NOTTE


Tonfo
nel latteo mattino
cadde
un bianco gattino
nella cerea melma
si affannò
nella campagna nera lavagna
mille gialli lampioni – stelle
a puntoni la notte ci disegna
nelle pupille, fuochi lontani
guizzano icone nell’aria
nei nostri occhi gazzelle
di fuoco – si accende Giraldilla
a confine d’orizzonti sfavilla
nei tramonti passati si aggira
nel vento a scintille ardenti
risplende – fino a fondo notte
si affannò
nella cerea melma
un bianco gattino
cadde
nel latteo mattino
tonfo.

G. Nigretti da Derive eretiche

domenica 17 giugno 2012

17 giugno

17 GIUGNO

Neri rondoni squassavano
le bianche terrazze in giro
giocando, il chiaro vespro
su l’odorosa Chjazze du Pèsce

i pescivendoli a voci rotte
pescavano, gli ultimi omini
smenando belle sode sardelle
e le ultime audaci seppie novelle.

In punta di piedi sorrisi, di fiato
sul limpido vetro disegnandoli
aspettavo, il tuo sempre buono
da le ombre in piazza di ritorno

sempre atteso, da quelli che avevi
oggi venduto per felini e pecorini.
Eri il pane antico su la bianca terrazza
de le serene serrate notti colore lontananza.

In nero rondone muto mutò
e agile in giro girava su le raggiate ali corvine
e per viuzze e palazzi portavi bolli e serti
di cozze nere pescate a corta lama aperte

e crude mangiate nel nostro ultimo incontro
primo nei tuoi occhi buoni di bianca morte umidi
e in questo stretto addio padre filiale m’affacciavo
e liberi volavano gialli canarini canterini da la terrazza

oggi di nero asfaltata a opachi specchi spenti
m’addormo, fra le ombre vuote di vino o di mute
passanti sotto e sotto crolli le terrazze sono crollate
disfatte da sigillate inferriate di blu asfalto ghiacciate.

(Polvere calda sfuma
il lontano corpo gravido
e dipinge i suoi lisci occhi neri
e veri e mai indiani e padani.

Oggi la rimpiango
dentro il fango già rappreso ieri
con le ultime bianche perle vere
accolte fra le sue socchiuse mani.)

E il nero rondone andò e alto veleggia ancora
e iniziò l’inferriata salda a fiorire di secchi serti

e venne Pandora con Caino e tutta gramigna seminò
e venne Brillina con pacchi e velli e donò un regalino
e venne Riccina con stille e stalle e lanciò un sassino
e venne Biondina con tacchi e spille e volle il librettino
e venne Leonina con tonno e mozzarelle e lasciò un pelettino


e giunse Giugno con le secche piogge e indietro impermeabili porta
e indosso commosso il sommo vuoto di questo ultimo annoso giorno.

G. Nigretti da Derive eretiche

sabato 31 marzo 2012

nulla resta

NULLA RESTA


Come quando fuori mare piove
a lune oscure e burrascose
i marinai dalle alte ali traballanti
fra foche nane e un secco pescecane
salpano sulle onde marose le reti vorticose
dal nulla strappate nelle attese speranze
a sposate notti senza salse stelle

O come quelli approdati
a le taverne del giorno dopo
naufraghi dalle ali arse spezzate
di vita barcollanti giocatori tra fumi
e odori ne l’ultima partita si attendono
seri la carta che a sorte di donna ricami
un esile sorriso ne l’amara sera

O come sotto il bianco cocente
svogliato sole nel mattino voglioso
veloce e vacillante verso l’arioso campo rosso
scanso bisognoso il ghiaioso fosso
e per terra cado

e in cor lo sguardo s’annega
nel polveroso prato di color seccato zerbino
ai piedi del Divino son seccate farfalle ortiche e spighe
solo è rimasto un rosso fiore
scampato in attesa de la sera di lunghe attese
setose mani e poi colme di nera pece ammantate

Giuseppe Nigretti

mercoledì 15 febbraio 2012

LACERE ICONE


LACERE ICONE

D’albe t’avrei straripato
carne di cocente deriva
in pelago sguardo vaga
d’attesa luna una vela
la notte naufraga bianca

verso larga voragine
pietosa carcassa viaggia
nel tempo solcato s’affossa
a dedali di lacere icone
opachi cristalli s’arrotano
infranti a indolenti maree

deserte parole indugiano
memorie ne l’angolo più buio
fluiscono di freddi relitti
dove l’ultimo sole s’affoga
d'infinito velerai respiri

G. N.

martedì 7 febbraio 2012

FEBRERO

 da Diario Di-aria, pagina 13

FEBRERO

Negras espinas ibéricas sigillano
el plomo de mi respiro tagliato
ancora nelle afanoso esperadas
d’un lento helado desolado vuoto

tra lunghi steli por siempre cortados
pétalos de rojo velluto sgorgano veloci
l’ultima tu decidida vértigo colmano

fra joven sonrisas di verde infinito
volteggia distante la mirada brillante
perdido recuerdo dorado d’un moresco
lejano puerto a ovest de i tuoi labirinti

olivastre punte de melancólicas hojas
come opache lame desvelan de blanco
la esencia perfumada de un amor que…

Giuseppe Nigretti