lunedì 6 agosto 2012

le mie radici

LE DURE RADICI


E sbatto polipi –
su gli scogli delle mie radici
schiume – come le nostre vite
pallide scivolano di fianco

su la proda pietrosa, incerte
dalle onde emergono madri.
Hanno molli i ventri tatuati.

(e urlano – dimentiche figlie
 i loro figli per piccole birbe
fra le ali dei vecchi gabbiani)

Fra le mie mani ammirano
le molli pance sbattute, e
le essenze candide cadute.

Granchi scuri di scogliera, timidi
saggiano la chiara linfa che spargo
in fessure – di questa vana moglie

chiusa – nel passato sugo d’agro
le notti condisce di vuoto e tagli
in vene piene – di bianchi abbagli

le mie giornate cucino e salo
nei vapori gli sfumati sogni
e le speranze pescate ieri
nessun ventre oggi accoglie.

G. Nigretti da Derive amare

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