IN VOLO
da questa memoria di aria
sempre con occhi riappare e
in afra nebbia scende lenta e
in muto tempo frana la mente
già ferita da ferme ore morte
che di vuoto colme stanno
sul bordo di questa curva vita
ombre brune spingono anni
distanti – da sementi a sciame
lasciate ai piedi ameni
di menadi danzanti
lungo la notte nulla
a buio volo di luna
una sirena che urla
rimbomba domestici camposanti.
G. Nigretti da Derive quiete 2010/11
da LASCIAMI, NON TRATTENERMI di M. Luzi
Lui solo in quella solitaria casa
coabitava con lui,
lo seguitava
dovunque e in ogni istante,
gli teneva
non indesiderata compagnia,
ossessiva tuttavia, fisso, il pensiero della morte.
Lui solo ma in lui quante esistenze
sue ed altrui, semenze
piovute chissà quando
nella tumultuaria lontananza
del tempo e dello spazio
popolavano quelle vuote stanze –
se non che signora
occulta
del luogo era memoria,
memoria di memoria
fino alla prealba della mente
e della materia –
e lui? Lui chi veramente era?