sta un volto tetro sulla frontiera
disfatto a pezzi e cocci di vetro
– che erano un essere nello specchio –
naufragato dal gran cavo attorno
sulla paruta lama nella mano:
dove d’amore a morte sale l’occhio
già straniero al bordo del sole nero
e lì muore con lo sguardo a quell’onda
che a memoria porta la vita intera.
G. Nigretti da Derive di confine, 2018