1. QUELLE DUE
Ora che assiso o steso a quel palpito
di dita o di mano nel caldo vano
del poltrone lettino o dell’ozioso
gran divano – e senza neanche amarmi –
ci son solo quelle due a palparmi:
su appuntamento e con equo compenso
per le manuali prestazioni occasionali
esercitate da mane a sera in libertà
quelle che voi per compiacenza praticate.
2. FRA LE DUE
la bella che là mi fa in poco di ora
ed ha fatta liscia la folta chioma
e tutta rose la mano derviscia
è la mora: – una geisha un po’ crudele –
che deflora con olio e calde cere
il percepito pelo al mio sguardo
da tutto quel macello appesantito
ed ha voce soave da sembrare
in volo d’uccello un sospiro fluito.
3. LA SECONDA
non di meno con voce mi compiace
e nel vano è – con mano nirvana –
procace uguale alla vestale indiana:
quando con le dita lo sfiora in cima
e tutto prima lo fa spumeggiare
e con calde essenze mi fa venire
perenne puntiglio a riprincipiare.
Il suo nome che dirvi non voglio
era l'ebbrezza che oggi fa tristezza.
4. LE DUE
Della Dolle D. le altre mi hanno detto
di quand’ella sul web si lesse queste
ed uguale ad una antefissa restò
la nottula vanessa tutta scossa
da quanto ciò che ero fosse caduto
di sensi e lemmi nel fondo più basso
– delle due amanuensi puttane –.
Dolle dalle poesiole si fa sempre abbindolare:
le due donne? son solo un’estetista e una sciampista.
G. Nigretti, da Diario Di-aria