MA SERVONO LE MURA PER TENER FUORI I BARBARI?di G. Ferraboschi
La tempesta già si aggira
Sull'Italia, poveretta.
Il governo non ha fretta:
Lampi e tuoni e... baccalà.
Il governo ch'è diviso
Quasi come fosse schizo
Non ha chiaro l'indirizzo,
Non sa proprio dove andar.
Ma i poeti coraggiosi
Si radunan tra le mura.
Così inizia l'avventura
Che domani porta il sol.
Le parole saran nuove,
Saran nuovi anche i pensieri.
Pure i gesti saran veri
Per la nuova libertà.
Dalle mura poi alle piazze
I poeti coraggiosi
Tra i passanti frettolosi
Grideranno: "Eccoci qua".
E sapranno con parole
Fare la rivoluzione.
Se le frasi saran buone
Anche il ciel si schiarirà
E sapranno, con i gesti,
Smascherare i finti onesti.
E la tromba suonerà :
"Fuori i barbari da qua!"
Perché i barbari, oh sventura!
Siamo noi - da far paura.
Ma le mura poi cadranno
I fratelli ad incontrar.
Non entrare bensì uscire
Noi dovremo, oppur morire.
Col cavallo di battaglia
Del dottor Franco Basaglia.
Col cavallo di cartone
Liberare le persone.
Liberare le parole,
Fare nuova la Città.