AL DECOLLO
quella notte ero un po’ morto
nel poliptòto controllo
e la mano dall’ipàllage flagellata
nel fridZi2dEr d’amore giaceva
tutta caglia d’aferesi e deiezioni
già indicibili anacoluti per il decollare
a viva carne dagli ossimòri varchi
la fioraia infilava le occasioni
ad ogni persona la macellaia pesava
il pleonasmo attraversare
e la sarta già tagliava i vecchi
bagagli a mano e tutte le sincope passioni
non più diastole dissi che era presto
per essere sfogliato
negli specchi di carta senza le prefazioni
ma mi ero, da un-bel-po’, quasi traslato.
G. Nigretti da Derive d'orfeo 2013
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