martedì 3 dicembre 2024
mercoledì 26 giugno 2024
lunedì 20 maggio 2024
giovedì 18 aprile 2024
diario di~aria 2024
giovedì 25 gennaio 2024
giovedì 2 novembre 2023
mercoledì 23 agosto 2023
mercoledì 2 agosto 2023
due donne
1. QUELLE DUE
Ora che assiso o steso a quel palpito
di dita o di mano nel caldo vano
del poltrone lettino o dell’ozioso
gran divano – e senza neanche amarmi –
ci son solo quelle due a palparmi:
su appuntamento e con equo compenso
per le manuali prestazioni occasionali
esercitate da mane a sera in libertà
quelle che voi per compiacenza praticate.
2. FRA LE DUE
la bella che là mi fa in poco di ora
ed ha fatta liscia la folta chioma
e tutta rose la mano derviscia
è la mora: – una geisha un po’ crudele –
che deflora con olio e calde cere
il percepito pelo al mio sguardo
da tutto quel macello appesantito
ed ha voce soave da sembrare
in volo d’uccello un sospiro fluito.
3. LA SECONDA
non di meno con voce mi compiace
e nel vano è – con mano nirvana –
procace uguale alla vestale indiana:
quando con le dita lo sfiora in cima
e tutto prima lo fa spumeggiare
e con calde essenze mi fa venire
perenne puntiglio a riprincipiare.
Il suo nome che dirvi non voglio
era l'ebbrezza che oggi fa tristezza.
4. LE DUE
Della Dolle D. le altre mi hanno detto
di quand’ella sul web si lesse queste
ed uguale ad una antefissa restò
la nottula vanessa tutta scossa
da quanto ciò che ero fosse caduto
di sensi e lemmi nel fondo più basso
– delle due amanuensi puttane –.
Dolle dalle poesiole si fa sempre abbindolare:
le due donne? son solo un’estetista e una sciampista.
G. Nigretti, da Diario Di-aria
venerdì 7 luglio 2023
letti in affitto
mercoledì 28 giugno 2023
mare amarum
IL MARE AMARUM
Lucia Guidorizzi
A proposito di “Per amare derive” di Giuseppe Nigretti
Eleganza, stile, misurata malinconia e soffuso disincanto caratterizzano l’ultima raccolta di versi di Giuseppe Nigretti “Per amare derive 2020-2013”- Gruppo Albatros, Il Filo 2023, che si snoda a ritroso, abbracciando la produzione poetica dell’autore che si sviluppa nell’arco di sette anni. La silloge, caratterizzata da grande equilibrio formale, è composta da poesie costituite da due strofe, la prima di sette versi, la seconda di due. In ogni poesia compare un verso in corsivo che diviene in un certo senso la chiave di lettura del testo stesso. In numerologia il sette esprime la globalità, l’universalità e l’equilibrio perfetto di un ciclo compiuto e dinamico, il due invece è legato alla sfera spirituale e dei sentimenti.
Nei suoi testi infatti Giuseppe Nigretti riesce a far dialogare individuale ed universale, a cogliere l’inquieto divenire della storia e dell’esistenza umana, creando una sinfonia di ritmi e visioni.
Grande protagonista delle sue liriche è il mare che si configura non un solo come un mare reale e concreto, ma come simbolo tangibile della vita e dell’interiorità. Il suo è un Mare Amarum ricco di contrasti e suggestioni: è il mare celebrato come primordiale archetipo, teatro del viaggio e dell’avventura, metafora dell’infinito, ma anche sperimentato come distesa sterile d’acqua salsa, luogo di perdite e dissipazioni, tra le cui onde sono sballottati cadaveri d’annegati e relitti di naufragi.
La ricerca artistica di Giuseppe Nigretti si svolge a più livelli ed è frutto di una profonda sinergia tra immagine e parola, tra risonanze metaletterarie e assidue sperimentazioni, decantate da una raffinatezza malinconica che è la cifra che lo contraddistingue. La sua poesia è rigorosa e rarefatta, prodotta da audaci passaggi dall’arte visiva alla parola. Ossimori, assonanze, metafore, ricercatezza lessicale e linguaggio polisemico e stratificato popolano i suoi testi, in una tessitura che si configura nell’ambito del mito, della biografia personale e della storia universale. Compare, in una dimensione del tutto diversa da quella zanzottiana, in cui Dolle era luogo-paesaggio, “cartolina mandata dagli dei” la figura di Dolle, evocata qui non come territorio leggendario e mitico, ma come senhal provenzale di un femminile trasfigurato che ricorda piuttosto la Douve celebrata da Yves Bonnefoy in “Movimento e immobilità di Douve” (1953). Affine è il percorso poetico di Nigretti a quello di Bonnefoy: in entrambi la parola è una e trina, nell’inquieta mobilità della stasi (moto-immoto). Nel dire di entrambi la figura di Dolle-Douve si presta a molteplici interpretazioni, ma l’enigma resta racchiuso in sé stesso, nel prodigio della sacra formula ed incantazione insita nel pronunciamento del nome...
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martedì 6 giugno 2023
domenica 28 maggio 2023
caffè
nuda di sole si risveglia ancora
nell’aria ferma di acidi e sudore
la terra straniera che mai divora
con erbe e fiori le nostre macerie:
– stanche memorie per mute parole –
che su derive la mano sommuove
nel caldo mattino senza più voce
dove allegra fra le scorie si spande
la primavera con il verde sangue.