venerdì 27 aprile 2018

sguardi


DI SGUARDI

Navigando l’antico naufragare
su nuvolette di letti in affitto o
nel vuoto poemetto – di parole
gli echi spandono le remote icone

da fogli vecchi bruciati d’argento
legioni di morgane diramano
gli sguardi sempre persi negli specchi

già convessi gli occhi ardono
e nello sfoco cade l’adunco
cogliersi del sé da solo.

G. Nigretti da Derive deserte 1994/2001

lunedì 9 aprile 2018

mille pupe


LUNEDÌ

davanti al rotante congegno
con la pala per il vento
sul balcone del convegno
avvenne questo vero evento

come un bell’ingegno di poeti
lì ebbe inizio fra rose e uliveti
quando vennero due smorfiosette
con scolli fondi e nude pancette.

Ci raggiunsero dipoi in sette
già solerte e come fattorini
di confetteria sui fiorini
s’aggiravano con le alette

tallonando in aria librate
le urlanti amene donnette
rovesciate come borsette
fra le fratte profumate.

E non erano di certo mannaie
volate via dal beccaio accanto
ma a mille pupe sette api operaie
tutte ricolme di miele e d’incanto.

G. Nigretti da Derive eretiche 2009

domenica 25 marzo 2018

letture

POESIA

che da ogni soglia
già m’attornia
e la piaga slarga
e da carne spurga
animata scoria
che da ogni doglia
qui m’attornia
e memoria porta
che su carta accaglia
la parola morta.

G. Nigretti da Derive d'Orfeo 2013


IN DIFESA DEI POETI di Niels Hav

Cosa dobbiamo farcene dei poeti?
La vita è dura per loro
sembrano così penosi vestiti di nero,
pallidi per i tormenti interiori.
La Poesia è un'orribile malattia
un cammino infettato dai lamenti
le urla contaminano l’aria come
scorie nucleari della mente. È così nevrotica!

La Poesia è un tiranno
che non lascia dormire di notte e rovina i matrimoni
che sospinge in baite desolate nel bel mezzo dell’inverno
dove loro si rannicchiano, sofferenti, con cappelli
                          e sciarpe pesanti.
Che tortura!

La Poesia è una pestilenza
è peggio dello scolo, una terribile vergogna.
Essere considerati poeti è dura,
siate pazienti con loro!
Sono isterici come se stessero aspettando
                                        dei gemelli
digrignano i denti quando dormono, mangiano male
e erbe. Rimangono esposti per ore al vento ululante
tormentati da metafore sbalorditive.
Ogni giorno è sacro per loro.

Vi prego, abbiate pietà dei poeti
sono ciechi e sordi
aiutateli nel traffico quando barcollano
nella loro invisibile menomazione
che ricorda ogni sorta di miserie. Ogni
                           tanto uno di loro si ferma
per ascoltare una sirena lontana.
Mostrate considerazione per loro!

I poeti sono come bambini malati
seguiti da casa dall’intera famiglia.
Pregate per loro
sono nati infelici
le loro madri li hanno compatiti
hanno cercato l’aiuto di medici e avvocati,
infine hanno rinunciato
per paura di perdere la testa.
Compiangete i poeti!

Nulla può salvarli.
Contagiati dalla poesia, come lebbrosi isolati
sono rinchiusi nel proprio mondo fantastico
un macabro ghetto pieno di demoni
e fantasmi vendicativi.

Quando durante una limpida giornata estiva, col
                                      sole splendente
vedete un povero poeta
uscire di casa barcollante, esangue
come un cadavere e stravolto dalle meditazioni
avvicinatevi ed aiutatelo!

Allacciategli le scarpe, portatelo
al parco e aiutatelo a sedersi su una panchina
al sole. Cantategli qualcosa
comprategli un gelato e raccontategli una storia
perché è così triste.

La poesia lo ha completamente  rovinato.

Traduzione di Hanne Bech & Gaetano Longo





sabato 17 marzo 2018

spoglia

IN UNA SCIA

è tutta dal basso ignuda
e su quel mare è spoglia
come lavagna di mano 
questa corva sera 
di chiaro lontano

la segna un Gran Pavese
va navigando a tutte luci
accese – e da qui pare
un puro giglio di mare

e tutt’attorno sfrigola una scia 
d’aglio – e d’allegria tutti vanno
nell’ora che affolla le osterie 
e la maestrale malinconia.

G. Nigretti da Derive di aria 2012

domenica 25 febbraio 2018

questa traccia


IL POETA  di G. Ferraboschi

Con gli occhi ascolto, poi respiro;
sento la voce del Maestro che ammiro.

Quanto all'azione, la scrivo quieta
con la potenza del cuore analfabeta.

E gioco un poco, così mi diverto
in questa diversione del Deserto.

Ma infine amo questa traccia di me stesso,
questo avvenire passato proprio adesso.

sabato 10 febbraio 2018

d'amore


FEBBRAIO AL CARMINE

scende gelido su fuliggini e santi 
nella navata muta al divino buio 
scrocchia secco lo scalpiccìo  
dei passi dell’empio tardivo

nel vuoto immenso d’ogni Dio
porto di pensieri e ceri creanza
di anni vani alla tua Donna 
nera sembianza che inganna
speranze a ogni vuota stanza

d’amore – un angelo muore 
di luce su cera combusta
che di quiete odora nuda
uguale alla pelle sua
già di fumo voluta.

G. Nigretti da Derive d'inverno 2011/12

sabato 20 gennaio 2018

dove vai?


NON HO SMESSO DI PENSARTI di C. Bukowski

Non ho smesso di pensarti,
vorrei tanto dirtelo.
Vorrei scriverti che mi piacerebbe tornare,
che mi manchi
e che ti penso.
Ma non ti cerco.
Non ti scrivo neppure ciao.
Non so come stai.
E mi manca saperlo.
Hai progetti?
Hai sorriso oggi?
Cos’hai sognato?
Esci?
Dove vai?
Hai dei sogni?
Hai mangiato?
Mi piacerebbe riuscire a cercarti.
Ma non ne ho la forza.
E neanche tu ne hai.
Ed allora restiamo ad aspettarci invano.
E pensiamoci.
E ricordami.
E ricordati che ti penso,
che non lo sai ma ti vivo ogni giorno,
che scrivo di te.
E ricordati che cercare e pensare son due cose diverse.
Ed io ti penso
ma non ti cerco.

domenica 7 gennaio 2018

luce e canto


























LA NOTTE NERA SI ERA FATTA AURORA di M. Luzi

La notte nera si era fatta aurora,
le aurorò sul viso
e nei capelli
con paese tutt'intorno;
s'avvide di sé e si sorprese
lì, presente
in quel punto del tempo,
dello spazio, del vivente.
Io? che io sia qui
è scritto, è necessario
oppure indifferente? -
pensò e non seppe di pensarlo
rapita la sua mente
le incendiarono frattanto
luce e canto
della fonte
che prodiga profonde
acqua di sorgente
alla valle sottostante
e alla sua sparuta montanara gente.
Chi sa, potresti forse
per pura libertà
o per arbitrio
da questa imminenza essere esente,
viverne distante
eppure da sempre ne sei parte,
palese o clandestino astante,
oh, tout se tient.

lunedì 1 gennaio 2018

quando morgano


DALL’ALTO

piano segnano i lieti lumi
lì di luna la riva antica
per il confinato cammino
al bianco cominciamento
senza più fiato da cogliere e
senza di fianco cadere a
cantare del dì la caglia fatica:

quando morgano è l’icantamento
e l’arcano andare s’è già calmato.

G. Nigretti da Derive di luce 2017