LUNA ESTIVA PIENA La Pienaluna disse al Poeta: “Nell’oscuro del mondo la voce mia è di sole la tua è un lacero sudario per morte parole un desolato calvario di sillabe storte e per aver luce devi la bolletta pagare” Il Poeta così le rispose: “Nel silenzio d’ogni novilunio porto la voce l’urlo muto di chi cercandoti è già caduto sull’andare oscuro di quest’orme sole e con te e parole saldo metà bolletta” G. Nigretti da Derive di aria, 2012
IL BEL SOLE Sale svelto dal confine dell’acque e sale il colore che attorno fa gran rumore e alfine in fumo scompare: così è il bel sole che rimuore – dietro le rovine di nostra sorte – al perso senso che serra l’essere e in possente notte lo fa cadere dove non v’è mai né voce e né porte. da Derive di confine, 2018 DI FUOCO fatto alto in aria nulla della sera s’allunga a cielo largo il gran fragore… poi a gioie poco resta di quel fuoco di festa: un fumo che già s'allontana e cade – in flutto svelto d'alto mare – e se non svola vento si presenta come di scorie la paruta accanto che scivola muta sul fianco di carta del poeta stanco uguale è la mano. da Derive di scorie, 2016 IN FUMO Quando in alto più niente vedi e senti solo odore come d’asfalto e la eco ti svena l’anima e l’aria nella bocca è d’insepolto che ti tocca da quel buio accanto t’illuderai che tutto questo rumore d’infranto colore abbia in fumonero presto fine su bianco di carta. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Solo santi e innamorati vedono fiorire gioia e stupore nei fuochi – che inseguivamo. MONOTONA Lungo la riva di feria nell’aria disfatta di afa risuona ancora bramosa cadenza d’ombra pesante che a noia porta memoria reale dal brano ritratta e senza profumo di carta l’inumana immanenza amara a vera parvenza riappare fra fumi e sordi rumori ritorna come la eco dei fuochi – artificiali che nel riflesso accanto si rifanno annoiando più dei volti reali. da Derive di aria, 2012 FERMATE I FUOCHI non v’è mai luce vera che mi segua e a bagliori la sera non dà tregua e a riflessi m’assale – una carezza. Fermate questi guizzi di tristezza. da Derive straniere, 2011 I FUOCHI INSEGUIVAMO I fuochi inseguivamo fra riflessi di blumare la notte d’ardori furente a luci stelle la vestiva su gli antichi sedili d’arabeschi s’apriva d’occhi a bagliori gioiva. I fuochi inseguivamo fra vedute d’arido Prato lo sgrondare di braci spegneva la notte brunita da un sudario di ceneri sull’accecata piazza cade un dolore di vita. da Derive di notte 2009/10
DA UN ETERNO ESILIO di A. Zanzotto Da un eterno esilio eternamente ritorno e coi giorni mi volgo e mi confondo, vado, da me sempre più lontano, divelto per erbe prati e tempi d'ottobre e silenzi confidati agli orecchi da stelle e monti.
A NERO FONDO Sul fine bordo a orrido confine c’è un grasso ventre che procede vomitando lebbra verde e giallo fiele: che il greggiare già nutrono – di quel gran volgo caglio e volgare – che a lingua ventrale tutto beve nel pantano del sociale inganno e senza pieta di mano affonda a nero fondo – l’essenza umana. G. Nigretti da Derive di confine, 2018