mercoledì 23 gennaio 2019

diario di-aria


DIARIO DI-ARIA
note dal bordo per L. M

Dal sole profumata
Di ombre illuminata
Fra i massi s’inscena
rilassata. serena. sirena!

Convessa ondina
Di liquido bambina
Di schiuma asperge
Chi nel lato emerge.

Dal bordo svetta
Nella deriva aspetta
Mare che porta
Una zattera. Morta?

Luna levigata
Pelle ondulata
Senni intrecciati
Di latte bagnati.

Luna di cardo
Casa prodigiosa
Entra lo sguardo
Appare la sposa.

intrecciata e~lavata
trama quadrata~non salva~la cassa girata
trama spigata fronda spezzata palla maculata
gabbia sradicata sacco di~chele
secchio rigato~guanto imbottigliato

Messaggio arrivato!

angolo di~cassa palla~di piume
frammenti di~mele rovi di trine
cassa di cola spine~di casa~casa~di spine
intrecci di~rami~pupa seduta pupa sdraiata
cassetta voltata camera bucata
latta plasticata mano arenata

Il bambino che qui passa ombrato
Con il capo saluta il creato

rami~di trine pelle di~spine
sacco di~testa perduta
nassa scassata lampadina fulminata
zoccolo di~fata~bandiera inclinata~pozione avvelenata

La magia è salvata!

Capro addormentato
Nella vuota casa catturato
Nel tranello si riflette
Chi l’inganno ti promette.

Luna calpestata
Sulle orme ti ho cercata
Fra luci e oscurità
In ombra di ambiguità.

croce trafitta pinna abbandonata
valigia scoperchiata ala ondulata~di plastica scassata
porta rullino vasino

allontanata arrotondata avvicinata~poltrona abbandonata
cavallino da bambino
allontanato arrotondato avvicinato~cappotto perduto

Nella trama affluiti
Per il falso uniti
Nel riflesso si è prostrato
Il dolore che hai qui celato.

frutta selecta casa difetta
padre madre prole
senza parole

Sul trono posata
La stirpe ha diviso
Di lato sdraiata
L’occhio ha reciso.

Per l’antico è qui stanco
Nel cerchio spezzato
Velato di fianco
Lo sguardo si è voltato.

Di spalle è ritornata
La poltrona è colmata
Il padre progetta
Il tempo disdetta.

Nello specchio svelato
L’abbraccio è negato
Il figlio si è creato
La speranza ti ha donato.

La magia è nell’occhio!
E lo sguardo si riflette
Sulle vuote acque a specchio
Che Narciso ti dette.


Sulla sponda bendati
Di spalle corriamo
Dal sole sdoppiati
Al volo lungo andiamo

Verso quell’ombra muta che ci chiama
E nell’ultima caduta accogliamo.

G. Nigretti da Derive deserte, 1994

mercoledì 2 gennaio 2019

trascolorante volto

QUANDO TU SARAI VECCHIA
di W. B. Yeats traduzione di E. Montale

Quando tu sarai vecchia, tentennante
tra fuoco e veglia prendi questo libro,
leggilo senza fretta e sogna la dolcezza
dei tuoi occhi d’un tempo e le loro ombre.

Quanti hanno amato la tua dolce grazia
di allora e la bellezza di un vero o falso amore.
Ma uno solo ha amato l’anima tua pellegrina
e la tortura del tuo trascolorante volto.

Cùrvati dunque su questa tua griglia di brace
e di’ a te stessa a bassa voce Amore
ecco come tu fuggi alto sulle montagne
e nascondi il tuo pianto in uno sciame di stelle.

lunedì 31 dicembre 2018

tormenta colma


SU UN FILO DI ARIA

spesso l’albina voce che ci vive
ballando attorno si è vista uscire 
dall’ombra peregrina dell’anima – e
per l’eterea stanza è l’irruenta
che di giorno non ci fa più girare a
tormenta colma di orba nostalgia:
perché con sola mano noi scaliamo

la parola che sul bianco non lascia
spazio di voce all’ombra funambola.

G. Nigretti da Derive di ombre, 2018 

sabato 15 dicembre 2018

fra le mele

SULLE FRONDE

con le mele la pioggia risponde forte
di notte sembra di voce risorta
dall’ora nera che tarda ritorna
un lungo capello ramato appare
fra le mele prese al supermercato:
forse è di quell’ombra vista vera
che cadde eguale ad eva nel carnale

peccato che dopo averla mangiata
a scoasse secche il tutto è andato.

G. Nigretti da Derive di ombre, 2018

venerdì 30 novembre 2018

credimi


IN DIALOGO SILENTE CON GIUSEPPE di Marta Celio

Al fragore di pagine abitate
(poesie raminghe)
oscilla anche la carta bianca, ma non per questo
stanca. Al tuo “faro muto” guardo
dalla mia finestra alta
e con te remo
“su questo bianco pantano” verso quel viaggio
per te “adunco” per me salvifico e
-ormeggio alla mano- per nulla –credimi!- per nulla vano!

domenica 25 novembre 2018

per i dolori

È CALDA COSÌ LA MALVA di Rocco Scotellaro

È rimasto l'odore
della tua carne nel mio letto.
È calda così la malva
che ci teniamo ad essiccare
per i dolori dell'inverno.

giovedì 1 novembre 2018

da onde di mare


L’AUTUNNO

Riverbera a sera la pietra a sfera e
sulla via curva di morte rame 
vela l’ombra di voce che ci spaura
l’autunno – del nostro già fermo andare
al buio mondo che nel sonno dona 
lo stame: a quel che resta di parole
cadute lontane da onde di mare.

Sul confine ritorna il giro del sole e

da voragine chiama nera immagine.

G. Nigretti, da Derive di ombre, 2018

martedì 23 ottobre 2018

una via di città

INCONTRO di E. Montale

Tu non m'abbandonare mia tristezza
sulla strada
che urta il vento forano
co' suoi vortici caldi, e spare; cara
tristezza al soffio che si estenua: e a questo,
sospinta sulla rada
dove l'ultime voci il giorno esala
viaggia una nebbia, alta si flette un'ala
di cormorano.

La foce è allato del torrente, sterile
d'acque, vivo di pietre e di calcine;
ma più foce di umani atti consunti,
d'impallidite vite tramontanti
oltre il confine
che a cerchio ci rinchiude: visi emunti,
mani scarne, cavalli in fila, ruote
stridule: vite no: vegetazioni
dell'altro mare che sovrasta il flutto.

Si va sulla carraia di rappresa
mota senza uno scarto,
simili ad incappati di corteo,
sotto la volta infranta ch'è discesa
quasi a specchio delle vetrine,
in un'aura che avvolge i nostri passi
fitta e uguaglia i sargassi
umani fluttuanti alle cortine
dei bambù mormoranti.

Se mi lasci anche tu, tristezza, solo
presagio vivo in questo nembo, sembra
che attorno mi si effonda
un ronzio qual di sfere quando un'ora
sta per scoccare;
e cado inerte nell'attesa spenta
di chi non sa temere
su questa proda che ha sorpresa l'onda
lenta, che non appare.

Forse riavrò un aspetto: nella luce
radente un moto mi conduce accanto
a una misera fronda che in un vaso
s'alleva s'una porta di osteria.
A lei tendo la mano, e farsi mia
un'altra vita sento, ingombro d'una
forma che mi fu tolta; e quasi anelli
alle dita non foglie mi si attorcono
ma capelli.

Poi più nulla. Oh sommersa!: tu dispari
qual sei venuta, e nulla so di te.
La tua vita è ancor tua: tra i guizzi rari
dal giorno sparsa già. Prega per me
allora ch'io discenda altro cammino
che una via di città,
nell'aria persa, innanzi al brulichio
dei vivi; ch'io ti senta accanto; ch'io
scenda senza viltà.

domenica 7 ottobre 2018

pensata effige


RIPENSO IL TUO SORRISO  di E. Montale

Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un’acqua limpida
scorta per avventura tra le petraie d’un greto,
esiguo specchio in cui guardi un’ellera i suoi corimbi;
e su tutto l’abbraccio d’un bianco cielo quieto.

Codesto è il mio ricordo; non saprei dire, o lontano,
se dal tuo volto s’esprime libera un’anima ingenua,
o vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenua
e recano il loro soffrire con sé come un talismano.

Ma questo posso dirti, che la tua pensata effigie
sommerge i crucci estrosi in un’ondata di calma,
e che il tuo aspetto s’insinua nella mia memoria grigia
schietto come la cima d’una giovinetta palma…

venerdì 5 ottobre 2018

morte stelle


DI BRUMA ATTORNO

s’aggirano pietosi nembi
a pallide volute indolenti
le ore nei sensi scolorano
come dal nulla quella rosa
sfiorita nel nulla t’involano

dall’affranta finestra d’amore
in un momento di solo vento
fra le insonni colline d’argento
su vie curve in latteo incanto
un volto pallore molle appare e

nuda t’avveri nei nudi rilievi.

Lenta la notte ti sfuma la pelle
quando la bruma si fuma i fanali
sbattono incerti i tacchi tuoi rosa lontano
il selciato freddo cocente di morte stelle.

G. Nigretti da Derive eretiche, 2009

lunedì 24 settembre 2018

in scoria


SENZA SOSTA

è stata un contratto lento volare
la sfatta stagione a sale di vento
sul tutto tardo confine serale
dove di contento ribatte il mare
senza sapere se c’è un domani
per noi che animo non è di gabbiani –:
sempre in scoria è finita la storia e

a memoria quel che di vita dura
è soltanto questa mera scrittura.

G. Nigretti da Derive di confine, 2018

giovedì 13 settembre 2018

vergini sorelle


VERGINI SORELLE

Qui che la gran mano del maestrale
frange a sale per le allegre marine
le chiome folte alle serene incolte
signorine – belle e pie levantine
tutte ricolme di gioia e d’incanto
hanno salse le lacrime di pianto
se l’ameno dio caldo le ha avvolte

sono di Dafne vergini sorelle:
le felici e devote tamerici.

G. Nigretti da Derive di confine, 2018

martedì 11 settembre 2018

naufrago pensiero


DI SANGUE 

Dal mare ritorna un sorriso di onda
a franto di sponda spuma memoria
a tremole aorte sale e s’aggruma
di sangue e parole inonda le carte – 
nella mano del viandante che langue
sul confine dove a scoria s’abbruma
il naufrago pensiero in acque morte

che affonda eguale a deserto veliero:
sarcofago di noi senza più porto.

G. Nigretti da Derive di confine, 2018

sabato 18 agosto 2018

fatua chimera

G. Nigretti da "Affichage interdit" 1995/09
SUL CONFINE

fuori l’albore del dì bianco sale
urlando luce per chi in ade cade:
a orfeo ché volto l’amor rimuore – 
nel fondo stallo per parole vane
al tempo che d’inane cola eguale
a nebbia che colma la via intera 
sul confine dell’impietoso mare

senza tregua si continua ad errare
vagando a canto di fatua chimera.

G. Nigretti da Derive di confine, 2018

venerdì 10 agosto 2018

è sepolto

Senza titolo - G. Nigretti, 1990

SILLABE A ERATO di S. Quasimodo

A te piega il cuore in solitudine,
esilio d'oscuri sensi
in cui trasmuta ed ama
ciò che parve nostro ieri,
e ora è sepolto nella notte.

Semicerchi d'aria ti splendono
sul volto; ecco m'appari
nel tempo che prima ansia accora
e mi fai bianco, tarda la bocca
a luce di sorriso.

Per averti ti perdo,
e non mi dolgo: sei bella ancora,
ferma in posa dolce di sonno:
serenità di morte estrema gioia.