sabato 23 agosto 2014

scogliera

ALLE DURE RADICI

Sbattendo polpi sugli scogli 
di fianco come vita scialba 
sfugge spuma fra le onde

alle dure sponde insicure
ritornano le nuove madri
hanno molli i tatuati ventri

queste dimentiche figlie urlanti
a piccole birbe dei monelli figli 
già velati fra le ali degli anziani 

e come i gabbiani dalle mie mani 
bramano molli le panze sbattute 
fra l’essenze cadute – in fessure 

di scogliera schivi granchi osano
la chiara linfa che spargo duro 
come in questa molle donna

che d’agro porto già guadato
di notte vuoto e tagli appresta
in vene piene di bianchi abbagli

le giornate mie cucino e salo
nei vapori gli sfumati sogni 
e di ieri le pescate speranze

nessun ventre oggi accoglie.

G. Nigretti da Derive amare 2004/05

venerdì 8 agosto 2014

filigrana


IL CROCEVIA di Maria Luisa Spaziani

Quell'unghia che raspava contro i vetri

- cane o persona amata, mio padre o il giardiniere -
più non chiama nè indugia nè si ostina.
Ma esiste, più irrequieta d'ogni mare.

E' un rumore schiacciato, una pastiglia di silenzio

che porta ancora un nome, un barlume di vita.
Càpita a volte di trovare in un libro
un fiore memorabile, filigrana e fantasma.

Tutto ciò che ora è denso, un crocevia di linfe,

dovrà passare per quella cruna d'ago.
Ride e piange il presente, e si prepara al rito.
Le maschere bifronti lo guardano passare.

domenica 3 agosto 2014

veleno

NON SA, LA BARCA, RISALIRE IL FIUME di M. L. Spaziani

Non sa, la barca, risalire il fiume.
Nessun vento contrasta la rapida.
Felicità, gonfiavi le mie vele.
Ora smorte ricadono in lamenti.

Ma sarebbero ancora le parole
l'essenziale energia. Quel silenzio
che sempre è il limo fertile del verso,
ora è puro veleno.

lunedì 28 luglio 2014

sulla lingua


SULLA SOGLIA

Se “pieni sono essi di morte, perché
son pieni di vita” che cos’è questo
vento bianco sulla lingua del mare
che nel fianco riporta memoria
uguale all’abbraccio tuo finale
sulla franta soglia delle scale?
forse è un solo foglio scarno:

che di voce persa attorno vola
e di sassi scende senza parola.

G. Nigretti da Derive quotidiane 2013/2014

domenica 20 luglio 2014

lune


LUNA ESTIVA PIENA

La Pienaluna disse al Poeta:
Nell’oscuro del mondo la voce mia è di sole
la tua è un lacero sudario per parole morte 
un desolato calvario di sillabe storte…
e per aver luce la bolletta devi pagare

Il Poeta rispose alla Pienaluna:
Nel silenzio d’ogni novilunio porto la voce
l’urlo muto di chi cercandoti è già caduto
su questo oscuro andare di orme sole…
e con te e le parole saldo metà bolletta

G. Nigretti da Derive di aria 2012

venerdì 18 luglio 2014

tre donne

G. Nigretti dalla serie "Saffici vulcani"
I VOLTI DELL’AMORE di Louis Scutenaire

Un uomo aveva due donne. Affinché sperimentassero per un po’ la vita selvaggia e godessero il fascino dei boschi, ne mise una nella foresta di Saint-Germain e l’altra in quella di Fontainebleau.

Poi, tornò alle sue faccende. Ne fu così assorbito da dimenticare quelle due creature. Arrivarono la neve, il freddo, il vento.

Una sera, l’uomo si ricordò. Corse subito dalle poverette che ritrovò quasi completamente morte d’angoscia e di fame.

La prima si gettò piangendo tra le sue braccia: «Ah, mi avevi dimenticata!». La seconda sorrise con tenerezza: «Ah, ti sei ricordato di me!».

giovedì 3 luglio 2014

sul quadrato

G. Nigretti "Scacco"
NUOVE STANZE di E. Montale

Poi che gli ultimi fili di tabacco
al tuo gesto si spengono nel piatto
di cristallo, al soffitto lenta sale
la spirale del fumo
che gli alfieri e i cavalli degli scacchi
guardano stupefatti; e nuovi anelli
la seguono, più mobili di quelli
delle tue dita.

La morgana che in cielo liberava
torri e ponti è sparita
al primo soffio; s’apre la finestra
non vista e il fumo s’agita. Là in fondo,
altro storno si muove: una tregenda
d’uomini che non sa questo tuo incenso,
nella scacchiera di cui puoi tu sola
comporre il senso.

Il mio dubbio d’un tempo era se forse
tu stessa ignori il giuoco che si svolge
sul quadrato e ora è nembo alle tue porte:
follia di morte non si placa a poco
prezzo, se poco è il lampo del tuo sguardo,
ma domanda altri fuochi, oltre le fitte
cortine che per te fomenta il dio
del caso, quando assiste.

Oggi so ciò che vuoi; batte il suo fioco
tocco la Martinella ed impaura
le sagome d’avorio in una luce
spettrale di nevaio. Ma resiste
e vince il premio della solitaria
veglia chi può con te allo specchio ustorio
che accieca le pedine opporre i tuoi
occhi d’acciaio.

mercoledì 2 luglio 2014

è morta


NULLA DI NULLA di Maria Luisa Spaziani

Strappami dal sospetto
di essere nulla, più nulla di nulla.
Non esiste nemmeno la memoria.
Non esistono cieli.

Davanti agli occhi un pianoro di neve,
giorni non numerabili, cristalli
di una neve che sfuma all'orizzonte -
- e non c'è l'orizzonte -

lunedì 30 giugno 2014

a l'amo




VILLANE FACCIATE


La prima sensazione volare
poi mi ha ripreso all’amo
di una felicità non contagiosa
dopo il crollo chiarificatore
di ogni sereno dubbio interiore.

Nel naufragio c’è la rinascita
quindi a manca sicuro navigo
nei placidi porti non guado
della assenza sua odorano.

. . . . . . . . . .

Fuori dai densi piaceri
rimpiante stagioni percorri
nel dolo a briglie sciolte
ti trottano al cocchio
del fantoccino – nero
ogni notte dal chiuso scuro
attendi che a stelle rosa e
gialle tinte nel buio dipinga
il fiele delle villane facciate
flesse nello specchio sbiadito
dall’eclisse quotidiano.

 G. Nigretti da Derive Amare 2004/05

sabato 28 giugno 2014

percorsi

ECHI di Alessandro Cabianca
Sono specchi ed echi, sono labirinti
di parole, forme concluse ed ombre,
scritture a margine e infiniti
intrecci, di segno in segno,
attraversamenti, o di sogno in segno;
mostrano il passaggio degli sconosciuti,
i transiti delle muse, poemi provvisori,
inconclusi, unici o replicanti,
percorsi dell'acqua e del fuoco

giovedì 26 giugno 2014

e chi ascolta

E CHI ascolta di Giuseppe Ferraboschi

E CHI ascolta
le parole che si allontanano,
gli agrodolci suoni
all'inane ricerca di Narciso,
folle amante dello specchio che traspare,
amore perfetto che sussiste,
ma non esiste mentre invece insiste
nell'impossibile vedere?
E CHI attende l'abbraccio mortale?



Eco notturna dei passi 
crepitio delle foglie secche
nel vecchio petto dell'amato
Ma il cielo è uno specchio scuro
che riflette i pensieri di Narciso:
baluginio di stelle, misteriosa gioia.
Raggiungerle? Un tuffo 
del cuore verso l'alto.
Notturno Icaro, non bruceranno le tue ali

mercoledì 18 giugno 2014

se mi leggi

SIRIA di E. Montale

Dicevano gli antichi che la poesia
è scala a Dio. Forse non è così
se mi leggi. Ma il giorno io lo seppi
che ritrovai per te la voce, sciolto
in un gregge di nuvoli e di capre
dirompenti da un greppo a brucar bave
di pruno e di falasco, e i volti scarni
della luna e del sole si fondevano,
il motore era guasto ed una freccia
di sangue su un macigno segnalava
la via di Aleppo.

martedì 17 giugno 2014

di-aria

da Diario Di Aria
206 fotografie-performance - diario di viaggio in 11 atti per le rive del Nord e del Sud


DIARIO DI-ARIA

note dal bordo per L.M
Di sole profumata
nell’ombra illuminata
tra mare e sassi
rilassata serena sirena!

Convessa ondina
di liquido di seta
di schiuma protegge
chi nel lato emerge.

Dal bordo deciso
nella deriva aspetta
mare che porta
una zattera. Morta?

Luna levigata
pelle ondulata
senni intrecciati
di latta bagnata.

Luna pelosa
casa prodigiosa
entra lo sguardo
appare la sposa.

intrecciata e~lavata
trama quadrata~non salva~la cassa girata
trama spigata fronda spezzata palla maculata
gabbia sradicata sacco di~chele
secchio~rigato guanto~imbottigliato

messaggio arrivato!

angolo di~cassa palla~di piume?
frammenti di~mele rovi di trine
cassa di cola spine~di casa~casa~di spine
intrecci di~rami pupa seduta pupa sdraiata
cassetta voltata camera bucata
latta plasticata mano arenata

bambino ombrato
fa cenno col capo
rami~di trine pelle di~spine
sacco di~testa perduta
nassa scassata lampadina fulminata
zoccolo di fata bandiera inclinata pozione avvelenata

magia salvata!

Capro addormentato
nella casa vuota catturato
nel tranello si riflette
chi l’inganno ti promette.

Luna calpestata
su le orme ti ho inseguita
fra luci e oscurità
nell’ombra dell’ambiguità.

croce trafitta pinna abbandonata
valigia scoperchiata ala ondulata~di plastica scassata
porta rullino vasino

allontanata~arrotondata~avvicinata poltrona abbandonata
cavallino da bambino
allonatanato~arrotondato~avvicinato cappotto perduto

Nella trama fermàti
per il falso uniti
nel riflesso si è prostrato
il dolore che hai celato.

frutta selecta casa difetta
padre madre prole
senza parole

Sul trono si è posata
la stirpe ha diviso
di lato sdraiata
l’occhio si è reciso.

Di spalle si scruta
nel cerchio spezzato
l’enigma è s~velato
lo sguardo si è voltato.

Famiglia naufragata
nell’origine si è cercata
la finzione non proietta
e la maschera è offerta.

Di spalle è tornata
la poltrona è occupata
il padre progetta
il tempo disdetta.

Nello specchio velato
l’abbraccio negato
il figlio si è creato
la speranza ti ha donato.

La magia è fatta!
e lo sguardo riflette
il vuoto specchio
che Narciso ti dette.
 
Finalmente sedotti
sulla riva sdoppiati
di spalle corriamo
mentre il volo prendiamo

nell’ombra
che nella caduta bramiamo.

G. Nigretti da Derive deserte 1994/01

domenica 15 giugno 2014

strappo

15 Giugno 2014 a Dairago (Mi) Nigretti in assenza è presente con tre poesie a: Memorie - Poesia A Strappo - Circolo Poetico Correnti


SOLO IL SILENZIO
 
Verso un vuoto di mare
passa di sassi un giorno
agro di memorie morde
nell’aria un frùscio lieve

di burro e fragole eri
sul pane caldo del mattino
di quell’hotel alla scogliera

solo il silenzio rimane
solo come un cane morde
la carne che resta maceria

sulle onde la marea sfracela
un galleggiare di gabbiani
a sequele uguali a orme
di ombre sulla sabbia.

G. Nigretti da Derive di notte 2009/10


La manifestazione, ideata nel 1995 a Crema dal Circolo Poetico Correnti, itinerante per piazze e luoghi d'Italia, permette al visitatore-lettore di creare una piccola antologia personale di poesie, attraverso il libero strappo dei testi degli autori esposti.

sabato 7 giugno 2014

c'era sulle tue

ONORIFICENZA di Oskar Pastior

Tutto in te era estraneo,
carne cresciuta in case sconosciute,
imbevuta d'ore d'altra gente,
dei profumi di lontane contemporaneità
e di pensieri che
mi si presentavano come scrittura a specchio.
Addirittura portavi ali
mai viste prima:
venate di cifre e fumo come il corno e
scure nella richiesta seria.
Sale c'era sulle tue labbra,
quando il tuo sguardo
lanciò la stella nera.

Questa io porto sul mio cuscino
ed è onorificenza al mio
sogno autunnale.