sabato 28 giugno 2014

percorsi

ECHI di Alessandro Cabianca
Sono specchi ed echi, sono labirinti
di parole, forme concluse ed ombre,
scritture a margine e infiniti
intrecci, di segno in segno,
attraversamenti, o di sogno in segno;
mostrano il passaggio degli sconosciuti,
i transiti delle muse, poemi provvisori,
inconclusi, unici o replicanti,
percorsi dell'acqua e del fuoco

giovedì 26 giugno 2014

e chi ascolta

E CHI ascolta di Giuseppe Ferraboschi

E CHI ascolta
le parole che si allontanano,
gli agrodolci suoni
all'inane ricerca di Narciso,
folle amante dello specchio che traspare,
amore perfetto che sussiste,
ma non esiste mentre invece insiste
nell'impossibile vedere?
E CHI attende l'abbraccio mortale?



Eco notturna dei passi 
crepitio delle foglie secche
nel vecchio petto dell'amato
Ma il cielo è uno specchio scuro
che riflette i pensieri di Narciso:
baluginio di stelle, misteriosa gioia.
Raggiungerle? Un tuffo 
del cuore verso l'alto.
Notturno Icaro, non bruceranno le tue ali

mercoledì 18 giugno 2014

se mi leggi

SIRIA di E. Montale

Dicevano gli antichi che la poesia
è scala a Dio. Forse non è così
se mi leggi. Ma il giorno io lo seppi
che ritrovai per te la voce, sciolto
in un gregge di nuvoli e di capre
dirompenti da un greppo a brucar bave
di pruno e di falasco, e i volti scarni
della luna e del sole si fondevano,
il motore era guasto ed una freccia
di sangue su un macigno segnalava
la via di Aleppo.

martedì 17 giugno 2014

di-aria

da Diario Di Aria
206 fotografie-performance - diario di viaggio in 11 atti per le rive del Nord e del Sud


DIARIO DI-ARIA

note dal bordo per L.M
Di sole profumata
nell’ombra illuminata
tra mare e sassi
rilassata serena sirena!

Convessa ondina
di liquido di seta
di schiuma protegge
chi nel lato emerge.

Dal bordo deciso
nella deriva aspetta
mare che porta
una zattera. Morta?

Luna levigata
pelle ondulata
senni intrecciati
di latta bagnata.

Luna pelosa
casa prodigiosa
entra lo sguardo
appare la sposa.

intrecciata e~lavata
trama quadrata~non salva~la cassa girata
trama spigata fronda spezzata palla maculata
gabbia sradicata sacco di~chele
secchio~rigato guanto~imbottigliato

messaggio arrivato!

angolo di~cassa palla~di piume?
frammenti di~mele rovi di trine
cassa di cola spine~di casa~casa~di spine
intrecci di~rami pupa seduta pupa sdraiata
cassetta voltata camera bucata
latta plasticata mano arenata

bambino ombrato
fa cenno col capo
rami~di trine pelle di~spine
sacco di~testa perduta
nassa scassata lampadina fulminata
zoccolo di fata bandiera inclinata pozione avvelenata

magia salvata!

Capro addormentato
nella casa vuota catturato
nel tranello si riflette
chi l’inganno ti promette.

Luna calpestata
su le orme ti ho inseguita
fra luci e oscurità
nell’ombra dell’ambiguità.

croce trafitta pinna abbandonata
valigia scoperchiata ala ondulata~di plastica scassata
porta rullino vasino

allontanata~arrotondata~avvicinata poltrona abbandonata
cavallino da bambino
allonatanato~arrotondato~avvicinato cappotto perduto

Nella trama fermàti
per il falso uniti
nel riflesso si è prostrato
il dolore che hai celato.

frutta selecta casa difetta
padre madre prole
senza parole

Sul trono si è posata
la stirpe ha diviso
di lato sdraiata
l’occhio si è reciso.

Di spalle si scruta
nel cerchio spezzato
l’enigma è s~velato
lo sguardo si è voltato.

Famiglia naufragata
nell’origine si è cercata
la finzione non proietta
e la maschera è offerta.

Di spalle è tornata
la poltrona è occupata
il padre progetta
il tempo disdetta.

Nello specchio velato
l’abbraccio negato
il figlio si è creato
la speranza ti ha donato.

La magia è fatta!
e lo sguardo riflette
il vuoto specchio
che Narciso ti dette.
 
Finalmente sedotti
sulla riva sdoppiati
di spalle corriamo
mentre il volo prendiamo

nell’ombra
che nella caduta bramiamo.

G. Nigretti da Derive deserte 1994/01

domenica 15 giugno 2014

strappo

15 Giugno 2014 a Dairago (Mi) Nigretti in assenza è presente con tre poesie a: Memorie - Poesia A Strappo - Circolo Poetico Correnti


SOLO IL SILENZIO
 
Verso un vuoto di mare
passa di sassi un giorno
agro di memorie morde
nell’aria un frùscio lieve

di burro e fragole eri
sul pane caldo del mattino
di quell’hotel alla scogliera

solo il silenzio rimane
solo come un cane morde
la carne che resta maceria

sulle onde la marea sfracela
un galleggiare di gabbiani
a sequele uguali a orme
di ombre sulla sabbia.

G. Nigretti da Derive di notte 2009/10


La manifestazione, ideata nel 1995 a Crema dal Circolo Poetico Correnti, itinerante per piazze e luoghi d'Italia, permette al visitatore-lettore di creare una piccola antologia personale di poesie, attraverso il libero strappo dei testi degli autori esposti.

sabato 7 giugno 2014

c'era sulle tue

ONORIFICENZA di Oskar Pastior

Tutto in te era estraneo,
carne cresciuta in case sconosciute,
imbevuta d'ore d'altra gente,
dei profumi di lontane contemporaneità
e di pensieri che
mi si presentavano come scrittura a specchio.
Addirittura portavi ali
mai viste prima:
venate di cifre e fumo come il corno e
scure nella richiesta seria.
Sale c'era sulle tue labbra,
quando il tuo sguardo
lanciò la stella nera.

Questa io porto sul mio cuscino
ed è onorificenza al mio
sogno autunnale.

mercoledì 28 maggio 2014

new website

Carissimi, vi invito a visitare il mio nuovo sito web: Labyrinth
www.nigretti.it
sono molto gradite critiche, suggerimenti e osservazioni
grazie

sabato 24 maggio 2014

o sorella

CANTO PRIMO  di G. Ungaretti

O sorella dell'ombra,
notturna quanto più la luce ha forza,
m'insegui, morte.

In un giardino puro
alla luce ti diè l'ingenua brama
e la pace fu persa,
pensosa morte,
sulla tua bocca.

Da quel momento
ti odo nel fluire della mente
approfondire lontananze,
emula sofferente dell'eterno.

Madre velenosa degli evi
nella paura del palpito
e della solitudine,

bellezza punita e ridente,

nell'assopirsi della carne
sognatrice fuggente,

atleta senza sonno
della nostra grandezza,
quando m'avrai domato, dimmi:

nella malinconia dei vivi
volerà a lungo la mia ombra?

sabato 17 maggio 2014

chiudere il cielo

ATTESA DI NIENTE di Raffaele Carrieri

La luce non mi è stata compagna
sulla terra né l'acqua sorella.
L'affabile acqua piovana
che materna addormenta
il vecchio gabelliere
e la giovane rana.
Avrei voluto chiudere il cielo
come una semplice porta
per restare una giornata
acquattato sull'erba
in attesa di niente.

mercoledì 30 aprile 2014

4 parole e carne


IV  LE DUE

Della Dolle D. l’altre m’han detto
Di quand’ella queste sul web lesse
Ed uguale ad un’antefissa permase
La notturna vanessa, tutta turbata da
Come quel che ero fosse ora in basso
Fondo caduto: di sensi parole e carne
– “con quelle due amanuensi puttane“–.

Ma Dolle D. dalle poesiole si fa sempre abbindolare:
Le due donne? son solo un’estetista e una sciampista.

G. Nigretti da Derive quotidiane 2013/14

martedì 29 aprile 2014

3 cima sfiora

III  LA SECONDA
 
Non da meno di voce compiace
E nel vano è, con nirvana mano
Procace uguale – a vestale indiana –
Che a madidi palmi cima sfiora:
E lo fa tutto prima spumeggiare
E d’essenze essenziali poi venire
Infinito puntiglio di riprincipiare.

Il di lei nome che accennar non voglio
È d’ebbrezza aerea che si fece cortezza.

lunedì 28 aprile 2014

2 un sospiro

II  FRA LE DUE

Quella che-mi-fa in poco d’ora
Ed ha il vello bello liscio e tutta
La dervìscia mano di foco tatuata
È la mora: – geisha un po’ crudele
Quando il nudo percepito del mio
Guardo, di oli e calde cere deflora
Da tutto quel macello appesantito.

Ed è di voce e nome soave da sembrare
Un sospiro in volo d’uccello fuoruscito.

G. Nigretti da Derive quotidiane 2013/14

sabato 26 aprile 2014

1 colle mani

 
I  QUELLE DUE

Ora che assiso o steso, con un palpito
Di palmo, mano dita o altro, nel vano
Dell’ozioso divano o dell’indolente
Lettino – e senza neppure amarmi
Ci son solo quelle due a palparmi:
Su appuntamento e dietro compenso
Delle occasionali prestazioni manuali

In libertà esercitate; quelle che di mane o
sera in gratùito privato son da voi praticate.

G. Nigretti da Derive quotidiane 2013/14

giovedì 10 aprile 2014

immobile e chiusa


You, wind of March
di Cesare Pavese


Sei la vita e la morte.
Sei venuta di marzo
sulla terra nuda -
il tuo brivido dura.
Sangue di primavera
- anemone o nube -
il tuo passo leggero
ha violato la terra.
Ricomincia il dolore.

Il tuo passo leggero
ha riaperto il dolore.
Era fredda la terra
sotto povero cielo,
era immobile e chiusa
in un torpido sogno,
come chi piú non soffre.
Anche il gelo era dolce
dentro il cuore profondo.
Tra la vita e la morte
la speranza taceva.
Ora ha una voce e un sangue
ogni cosa che vive.
Ora la terra e il cielo sono
un brivido forte,
la speranza li torce,
li sconvolge il mattino,
li sommerge il tuo passo,
il tuo fiato d'aurora.
Sangue di primavera,
tutta la terra trema
di un antico tremore.

Hai riaperto il dolore.
Sei la vita e la morte.
Sopra la terra nuda
sei passata leggera
come rondine o nube,
il torrente del cuore
si è ridestato e irrompe
e si specchia nel cielo
e rispecchia le cose -
e le cose, nel cielo e nel cuore
soffrono e si contorcono
nell'attesa di te.
È il mattino, è l'aurora,
sangue di primavera,
tu hai violato la terra.
La speranza si torce,
e ti attende ti chiama.
Sei la vita e la morte.
Il tuo passo è leggero.

mercoledì 2 aprile 2014

tra i due muri

APRILE-AMORE di Mario Luzi

Il pensiero della morte m’accompagna
tra i due muri di questa via che sale
e pena lungo i suoi tornanti. Il freddo
di primavera irrita i colori,
stranisce l’erba, il glicine, fa aspra
la selce; sotto cappe ed impermeabili
punge le mani secche, mette un brivido.

Tempo che soffre e fa soffrire, tempo
che in un turbine chiaro porta fiori
misti a crudeli apparizioni, e ognuna
mentre ti chiedi che cos’è sparisce
rapida nella polvere e nel vento.

Il cammino è per luoghi noti
se non che fatti irreali
prefigurano l’esilio e la morte.
Tu che sei, io che sono divenuto
che m’aggiro in così ventoso spazio,
uomo dietro una traccia fine e debole!

È incredibile ch’io ti cerchi in questo
o in altro luogo della terra dove
è molto se possiamo riconoscerci.
Ma è ancora un’età, la mia,
che s’aspetta dagli altri
quello che è in noi oppure non esiste.

L’amore aiuta a vivere, a durare,
l’amore annulla e dà principio. E quando
chi soffre o langue spera, se anche spera,
che un soccorso s’annunci di lontano,
è in lui, un soffio basta a suscitarlo.
Questo ho imparato e dimenticato mille volte,
ora da te mi torna fatto chiaro,
ora prende vivezza e verità.

La mia pena è durare oltre quest’attimo.