sabato 26 aprile 2014

1 colle mani

 
I  QUELLE DUE

Ora che assiso o steso, con un palpito
Di palmo, mano dita o altro, nel vano
Dell’ozioso divano o dell’indolente
Lettino – e senza neppure amarmi
Ci son solo quelle due a palparmi:
Su appuntamento e dietro compenso
Delle occasionali prestazioni manuali

In libertà esercitate; quelle che di mane o
sera in gratùito privato son da voi praticate.

G. Nigretti da Derive quotidiane 2013/14

giovedì 10 aprile 2014

immobile e chiusa


You, wind of March
di Cesare Pavese


Sei la vita e la morte.
Sei venuta di marzo
sulla terra nuda -
il tuo brivido dura.
Sangue di primavera
- anemone o nube -
il tuo passo leggero
ha violato la terra.
Ricomincia il dolore.

Il tuo passo leggero
ha riaperto il dolore.
Era fredda la terra
sotto povero cielo,
era immobile e chiusa
in un torpido sogno,
come chi piú non soffre.
Anche il gelo era dolce
dentro il cuore profondo.
Tra la vita e la morte
la speranza taceva.
Ora ha una voce e un sangue
ogni cosa che vive.
Ora la terra e il cielo sono
un brivido forte,
la speranza li torce,
li sconvolge il mattino,
li sommerge il tuo passo,
il tuo fiato d'aurora.
Sangue di primavera,
tutta la terra trema
di un antico tremore.

Hai riaperto il dolore.
Sei la vita e la morte.
Sopra la terra nuda
sei passata leggera
come rondine o nube,
il torrente del cuore
si è ridestato e irrompe
e si specchia nel cielo
e rispecchia le cose -
e le cose, nel cielo e nel cuore
soffrono e si contorcono
nell'attesa di te.
È il mattino, è l'aurora,
sangue di primavera,
tu hai violato la terra.
La speranza si torce,
e ti attende ti chiama.
Sei la vita e la morte.
Il tuo passo è leggero.

mercoledì 2 aprile 2014

tra i due muri

APRILE-AMORE di Mario Luzi

Il pensiero della morte m’accompagna
tra i due muri di questa via che sale
e pena lungo i suoi tornanti. Il freddo
di primavera irrita i colori,
stranisce l’erba, il glicine, fa aspra
la selce; sotto cappe ed impermeabili
punge le mani secche, mette un brivido.

Tempo che soffre e fa soffrire, tempo
che in un turbine chiaro porta fiori
misti a crudeli apparizioni, e ognuna
mentre ti chiedi che cos’è sparisce
rapida nella polvere e nel vento.

Il cammino è per luoghi noti
se non che fatti irreali
prefigurano l’esilio e la morte.
Tu che sei, io che sono divenuto
che m’aggiro in così ventoso spazio,
uomo dietro una traccia fine e debole!

È incredibile ch’io ti cerchi in questo
o in altro luogo della terra dove
è molto se possiamo riconoscerci.
Ma è ancora un’età, la mia,
che s’aspetta dagli altri
quello che è in noi oppure non esiste.

L’amore aiuta a vivere, a durare,
l’amore annulla e dà principio. E quando
chi soffre o langue spera, se anche spera,
che un soccorso s’annunci di lontano,
è in lui, un soffio basta a suscitarlo.
Questo ho imparato e dimenticato mille volte,
ora da te mi torna fatto chiaro,
ora prende vivezza e verità.

La mia pena è durare oltre quest’attimo.

lunedì 24 marzo 2014

la poesia

  
22 marzo Giornata mondiale della Poesia 2014 a Padova - ZuBar di Palazzo Zuckerman


SPUME DI SPOSA

 

Come sono fasulle
se di sole non ti abbagliano
sembrano perfino abbaiare
a l’aria di una luna lontana

altre a silenziose vulve si svelano
di madreperla su l’onda del cielo
fanno pure dolci spume – di sposa
e lontano s’involano come gabbiano.

Le nuvole mie fingono leggere
di essere tutto, anche amore
ma poi a piombo ti cadono
addosso: e sono uragano.



NEL VUOTO VENTO

 

Sì!
le ha fatte tutte arrabbiare
                       e in tutta fretta
                                               tutte via sono andate
lasciando un vuoto
            sconsolato
di aria
nell’aria
svuotata
da tutta la spuma
di Dio
e da ogni guscio
vuoto
per qualsivoglia fantasia.



Così il poeta
mulinando fogli
nel vuoto vento
potrà farsi bianca nuvola
con scure schiume di scrittura.


G. Nigretti da Derive d'aria 2012

mercoledì 19 marzo 2014

il padre

 LETTERA22


            oh Padre! piedalato Messaggero dei tuoi dei
fra ondose reti di notte vagavo. negli occhi suoi golosi. di badessa sguardi ho rivisto svagati in voli bassi. Da quell’ignoto l’Angiolo giocante è caduto su questa matrigna Stella suadente.
oh Padre! piedalato Messaggero dei tuoi dei  oggi da sphinge serena è tornata. il fremente roseto infrange. e incanta e incarta da sirena padana. è pescatrice come cortigiana. di giallo giuda giottesco vestita. e snuda lunghi pianti e baci calanti.
            oh Padre! piedalato Messaggero dei tuoi dei  i verdetti tuoi frane mie sono. in sudate tane di cagne nane.   E invano a sangue e ferro di cavalla   talami costello da zoppico vulcano. trafitto dai congiunti serpenti. in ogni prodigo ritorno andato   tra un dolore e un colore e un calore.
            oh Padre! piedalato Messaggero dei tuoi dei  polyphemo di speranze dal Fato mutilato:   alle montane giumente nane. gioiose sotto le esili gambe dei piccoli Messi. Oggi sottovetro spinti e lavati   Angiolini bendati al profugo Padano. come uno scrollato suino   dal sacro focolare marino.
            oh Padre! piedalato Messaggero dei tuoi dei  ricordi i verdi dolori su Lettera22 pestati. in quelle notti insonni quando di verdalba lucente vestito   flutti zappavi ed io armato neptuno   a frotte frutti scovavamo insieme.
Ora la perla pescata è il figlio cioè il foglio. di parola trovata, lavata, rasata, e riscritta. piena di labiali di rabbia in gabbia con sabbia di stabbia. da vuoto Imbecille Parolaio.
            ouh Padre! piedalato Messaggero dei tuoi dei  e t’ho pure alzato l’ara marina davanti:   Santi e Fanti e Grappe d’Oro e porto   sempre pianti e fiori e denari e lunghe cere   alle tue Tombe e Madonne Nere.
E oggi a ponente dopo domani non è ancora domani.
E domani l’ho rivista – invano:   diva di divani nei suoi vani vani ispani.
E ieri la nuova poesia di deserto deserto mi porterà di lei ogni granello.
Via.


G.Nigretti da Derive eretiche 2009

sabato 15 marzo 2014

la moglie

LA CHIAVE DEL GAS di Juan Gelman

La moglie del poeta è
condannata a leggere o ascoltare i
versi del poeta che fumano
appena estratti dall’anima. E ancora:
la moglie del poeta
è condannata al poeta, a quel tipo
che mai sa dove
si trova il rubinetto del gas e finge
di domandare per sapere
quando in realtà gli importa solo di domandare
ciò che non ha risposta.

mercoledì 12 marzo 2014

finland

mi hanno appena comunicato che una mia opera pittorica è presente in questa mostra alla Gallery Villa Armas in Kangasala Finland

lunedì 3 marzo 2014

fatta pietra


SENZA PIÙ FILO

Stelle che mi obliate
su l’isola d’arcaici dedali
perchè di pietra scendete
a ricamare cascate sete?
assetate
da l’oscuro di lontana stella
assonnata d’amore hanno sete.

O sovrane stelle dimentiche
né a squame morgane sbalzate
questa croata notte disfatta
dalle pietrose ombre tremule

sete mute d’amore vibrano
di memorie voce e brace
di stella al viandante aereo
ne l’oscuro senza più filo
di orme
su questa isola d’amore fatta
pietra spoglia di carne e nome.

G Nigretti da Derive di  notte 2009/10

sabato 1 marzo 2014

marzo

CORSE DI MARZO

Inclinato attendo –
come fronda a discese ventose
d’afose sponde ponti t’innalzo

in carne nelle corse di marzo
furiose quelle mani ci hanno
come vanga pesante scavato

un destino d’aria ricamato
immobile ombra ci annoda
a perle e spini l’anima

verso voragini giornate
ai venti di attese vertigini
gemiti un gitano sogno vano.

G. Nigretti da Derive d'amore 2001/04

venerdì 14 febbraio 2014

qué importa

Qué importa que tu puñal  di José Martí

¿Qué importa que tu puñal  
Se me clave en el riñón?
¡Tengo mis versos, que son
Más fuertes que tu puñal!

¿Qué importa que este dolor
 Seque el mar y nuble el cielo?
 El verso, dulce consuelo,
 Nace alado del dolor.


Che importa se il tuo pugnale
trafigge la mia schiena?
Possiedo i miei versi, che sono
più forti del tuo pugnale!

Che importa se questo dolore
secca il mare e oscura il cielo?
Il verso, dolce consolazione,
Nasce alato dal dolore

lunedì 10 febbraio 2014

di pensieri e cera


FEBBRAIO AL CARMINE

gelido discende su fuliggine e santi
umido risuona
lo scalpiccio dei passi
ne l’ombra nuda della lucida navata

nell’immenso vuoto d’ogni Dio
porto di pensieri e cera creanza
d’anni alla tua Donna
sembianza nera che inganna
speranze a ogni vuota stanza

d’amore – angeli trepidano
su la disfatta cera – di luce
spenta nel silenzio odora
uguale a l’ultima sua carne
già di voce disciolta.

G. Nigretti da Derive d'inverno 2011/12

domenica 9 febbraio 2014

erano le tue


HO SCESO, DANDOTI IL BRACCIO di Eugenio Montale

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

sabato 1 febbraio 2014

a plomo


FEBRERO

Negras espinas ibéricas
l’agro respiro mio sellan
a plomo d’amore cortado
me acampo como un mare
yermo
fra malvados steli de campo
siempre cortantes sgorgano
pétalos de roja seta su tua
ultima vértigo se caen

in una joven gioia distante
de acerbo infinito volteggia
brillante la mirada perdida
en un moruno porto d’amore
a ponente de tus marañas

olivastre punte de melancólicas
hojas come pallide lame desvelan
de blanco la esencia perfumada
de un amor que

G. Nigretti da Derive eretiche 2009