martedì 24 dicembre 2013

una cosa



NATALE di Giuseppe Ungaretti

Non ho voglia di tuffarmi in un gomitolo di strade
Ho tanta stanchezza sulle spalle
Lasciatemi così
Come una cosa posata
In un angolo
E dimenticata

sabato 21 dicembre 2013

vaga polvere

 
RESIDUO di Ida Vitale

Breve o lunga la vita, tutto
quello che viviamo si riduce
a un grigio residuo nella memoria.

Dei passati viaggi restano
le enigmatiche monete
che affermano falsi valori.

Dalla memoria spunta solo
una vaga polvere e un profumo.
Che sia la poesia?

lunedì 16 dicembre 2013

tempo e spazio

ONDE di Mario Luzi

Qui è la lotta con se stesso del mare
che nelle cale livide si torce
si svelle dalla sua continuità,
s’innalza, manda un fremito e ricade.
Il mare, sai, mi associa al suo tormento,
il mare viene, volge in fuga, viene,
coniuga tempo e spazio in questa voce
che soffre e prega rotta alle scogliere.

domenica 15 dicembre 2013

il corpo


PELAGICA
 
sfoca Serifos su la scia
diafane spiagge ferrose
scivolano – su le onde
il corpo tuo dormiente
a vento d’Egeo fremita
come di cicale le tamerici

su le sassaie fra raggi arsi
radici amare serpeggiano
alle chiare acque rifiorite
rugiade stelle cogliemmo
ne l’acerba pelaga quiete

di sirena un sibilo aguzzo
desta le paratie calanti
verso un’arsura di settembre
mi naufrago a mute sillabe.

G. Nigretti da Derive quiete 2010/11

sabato 7 dicembre 2013

ero

IL SAGGIO di Hafiz

Ero perso con lo sguardo verso il mare
Ero perso con lo sguardo nell'orizzonte,
tutto e tutto appariva come uguale;
poi ho scoperto una rosa in un angolo di mondo,
ho scoperto i suoi colori e la sua disperazione
di essere imprigionata fra le spine
non l'ho colta ma l'ho protetta con le mie mani,
non l'ho colta ma con lei ho condiviso e il profumo e le spine tutte quante.
Ah, stenderei il mio cuore come un tappeto sotto i tuoi passi,
ma temo per i tuoi piedi le spine di cui lo trafiggi.
"L’idioma dell’Amore non si può veicolare con la lingua:
versa il vino, coppiere, e smetti quest’insulso parlare"

mercoledì 27 novembre 2013

27 novembre 2013 - game over

Game Over di G. Nigretti
IL CANDIDATO PER LA STRADA di Karmelo C. Iribarren

Distribuisce volantini
con la sua foto,
sorride,
promette,
stringe mani.
Nessuno crede
una parola,
ma fa lo stesso,
il cameraman continua
a filmare.
Una bambina si avvicina:
Guarda, mamma – dice –,
recitano.

domenica 24 novembre 2013

sotto il vuoto


E POI VANNO

E adunche girano intorno
E sembrano anche vibrare
Accanite – verso il foglio e
la mano – e poi vanno
Dell’ombra senza essenza
Sotto il vuoto divano:
Le falene nella sera inseguite.

Inutilmente son quelle ancora
Che luce a Dolle mendicavano.

G. Nigretti da Derive quotidiane 2013

giovedì 21 novembre 2013

come falena


I VIVI MORTI
 
ci stanno sempre appresso.
Chissà se ascoltano
in ogni ora d’aria lenta
un frùscio di fievole voce
che sillaba parole. Nel vuoto

d’amore chiama amore
l’ombra da ogni uscio
senza scia esce fluendo
di luce ci sfascia le ore

nel buio come falena vivendo
i vivi morti ci cadono addosso.

G. Nigretti da Derive d'inverno 2011/12

sabato 9 novembre 2013

nuda e




PELLE NERA



Era di legate giornate
già inverno
quando lei giunse e
 mi fiutò da quel basso
bianco di scarno inferno

  silenziosa e ferma
fredda cercava
la muta calura mia
nelle ore di brina

a nuda pelle rimase
nuda e straniera
in quelle nodose serate
distesa a pelle nera

senza voce donare
dal nulla fragorosa
mi hai slegato.

Di venerdì mattina l’ho trovata
sul davanti stesa – come in letargo
ed anche di lei ho pensato
che avrebbe preso il largo

leggera come quella nuvoletta
che nel sole fa la civetta
ma era di notte morta
la mia muta cavalletta.


G. Nigretti da Derive eretiche 2009

giovedì 7 novembre 2013

non più domani


L'AMORE DEI VECCHI di Giovanni Giudici

In una gloria di sole occidentale
Vaneggi, mente stanca:
Inseguito prodigio non s’adempie
Nell’aldiquà del fiore che s’imbianca

Ma tu, distanza, torna a ricolmarti
Tu a farti terra di questa ferma fuga
Mare di nuda promessa
Ai nostri balbettanti passi tardi

E tu, voce, rimani
Persuàdici – un poco, un poco ancora
Nostro non più domani,
Usignolo dell’aurora

sabato 2 novembre 2013

ossa


Giacomo Leopardi

PERCHÉ COME SE FOSSERO di Giovanni Giudici

Perché come se fossero
Vivi vestiamo i morti?
Quanto più casta e giusta
È la nudità dei corpi che li avvicina
Al loro finalmente disincarnarsi!
Ma noi li mascheriamo così copriamo le ossa
Troncate perché fingano la supinità della catarsi