sabato 26 dicembre 2015

muto orto


PIANTO ANTICO di G. Carducci

L'albero a cui tendevi
La pargoletta mano,
Il verde melograno
Da' bei vermigli fior

Nel muto orto solingo
Rinverdì tutto or ora,
E giugno lo ristora
Di luce e di calor.

Tu fior de la mia pianta
Percossa e inaridita,
Tu de l'inutil vita
Estremo unico fior,

Sei ne la terra fredda,
Sei ne la terra negra;
Né il sol piú ti rallegra
Né ti risveglia amor.

martedì 15 dicembre 2015

tacchi tuoi


LA NEBULA ATTORNO

S’aggirano pietosi nembi
a pallide volute indolenti
le ore nei sensi scolorano
come dal nulla quella rosa
sfiorita nel nulla t’involano

dalla finestra affranta d’amore
in un momento di solo vento
fra insonni colline d’argento
su vie curve di latteo incanto
un volto pallore molle appare

e nuda t’avveri nei nudi rilievi.

Lenta la notte ti sfuma la pelle
quando la nebula attorno fuma fanali
sbattono incerti i tacchi tuoi rosa lontano
il nero selciato freddo cocente delle stelle.

G. Nigretti da Derive eretiche 2009

lunedì 7 dicembre 2015

per un po'



PER-UN-PO’

Com’era tenue nell’attesa
 [già tediosa]
dove incurva, oggi acuta,
respira, allunga e sale
verso l’alcova dimora urbana
[a ore]
quella salita già discesa:

– Dove passano veloci vagoni
colmi d’ombre vanno e
vengono da chi per-un-po’
di quella quiete attende.

– Dove di nera pelle e torpori
[a ore] per-un-po’
incarnano voce le straniere
in molli carni crude d’amore

[una mi disse: “fare bene amore”]

ed io, per-un-po’, di ore
in voce verde e bagliori
lungo quella lunghissima discesa
[già per gl’inferi?] scendevo

e tu salivi rapida, sempre pallida
barbara con la dura cavalla nera
per-un-po’
morgana muta è risalita ancora.


G. Nigretti da Derive Urbane 2012/13

mercoledì 25 novembre 2015

di pelle

 BELLA CARNAP di Giose Rimanelli

Ora questa pare una storia d’altri tempi perché ovunque
io vada e comunque m’inquadri amici di amici mi squadrano
con occhi pensosi e dicono poi con un certo mistero
perplessi nei bruti ricci peli d’immodeste narici
che c’è sempre un Qualcuno nel giro (un sadico falbo
un medico astuto un atleta incompiuto una mesta fanciulla)
che chiede o riporta notizie di Bella la quale per nulla
o qualcosa come appunto si dice ha cambiato il suo nome
in quello del signore di Rimini, Sigismondo Malatesta.
E’ stata una festa o così pare: per questa è certamente
altre ed altre gravi ragioni lei non penso che più pensi
di rivedere la soglia di casa spingere aperti i cancelli
e pulire la ruggine nei cardini delle antiche inferriate
per ricominciare tutto da capo con modestia ed amore.
Bella Carnap era fatta di pelle di capra e di zoccoli d’oro.

martedì 17 novembre 2015

di credo

G. Nigretti - Parigi, Arco di Trionfo, La Resistenza

ERAVAMO LÌ

ma ero da solo – nel buio forte
t’ho presa per mano e fuori
di corsa ti portavo lontano:
da quell’umane forme nere,
dal terrore nel vicolo cieco,
dove la morte fonda l’amore
per ogni dio da uomo creato

senza candore – a oriente e su terre
d'occidente – porta di credo guerre.

13 novembre 2015

G. Nigretti da Derive di carta 2015

lunedì 2 novembre 2015

sesso

SESSO, CONSOLAZIONE DELLA MISERIA di P. P. Pasolini

Sesso, consolazione della miseria!
La puttana è una regina, il suo trono
è un rudere, la sua terra un pezzo
di merdoso prato, il suo scettro
una borsetta di vernice rossa:
abbaia nella notte, sporca e feroce
come un'antica madre: difende
il suo possesso e la sua vita.
I magnaccia, attorno, a frotte,
gonfi e sbattuti, coi loro baffi
brindisi o slavi, sono
capi, reggenti: combinano
nel buio, i loro affari di cento lire,
ammiccando in silenzio, scambiandosi
parole d'ordine: il mondo, escluso, tace
intorno a loro, che se ne sono esclusi,
silenziose carogne di rapaci.

Ma nei rifiuti del mondo, nasce
un nuovo mondo: nascono leggi nuove
dove non c'è più legge; nasce un nuovo
onore dove onore è il disonore...
Nascono potenze e nobiltà,
feroci, nei mucchi di tuguri,
nei luoghi sconfinati dove credi
che la città finisca, e dove invece
ricomincia, nemica, ricomincia
per migliaia di volte, con ponti
e labirinti, cantieri e sterri,
dietro mareggiate di grattacieli,
che coprono interi orizzonti.

Nella facilità dell'amore
il miserabile si sente uomo:
fonda la fiducia nella vita, fino
a disprezzare chi ha altra vita.
I figli si gettano all'avventura
sicuri d'essere in un mondo
che di loro, del loro sesso, ha paura.
La loro pietà è nell'essere spietati,
la loro forza nella leggerezza,
la loro speranza nel non avere speranza.