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lunedì 26 ottobre 2020

come una foglia

HAI CHIUSO GLI OCCHI di G. Ungaretti


Nasce una notte

piena di finte buche,

di suoni morti

come di sugheri

di reti calate nell'acqua.


Le tue mani si fanno come un soffio

d'inviolabili lontananze,

inafferrabili come le idee.


E l'equivoco della luna

e il dondolio, dolcissimi,

se vuoi posarmele sugli occhi,

toccano l'anima.


Sei la donna che passa

come una foglia.


E lasci agli alberi un fuoco d'autunno.

venerdì 19 giugno 2020

ad altre rive


DOVE LA LUCE di Giuseppe Ungaretti

Come allodola ondosa
Nel vento lieto sui giovani prati,
Le braccia ti sanno leggera, vieni.

Ci scorderemo di quaggiù,
E del male e del cielo,
E del mio sangue rapido alla guerra,
Di passi d'ombre memori
Entro rossori di mattine nuove.

Dove non muove foglia più la luce,
Sogni e crucci passati ad altre rive,
Dov'è posata sera,
Vieni ti porterò
Alle colline d'oro.

L'ora costante, liberi d'età,
Nel suo perduto nimbo
Sarà nostro lenzuolo.

domenica 17 maggio 2020

senza voce


da LA PIETÀ  di Giuseppe Ungaretti

Sono un uomo ferito.

E me ne vorrei andare
E finalmente giungere,
Pietà, dove si ascolta
L’uomo che è solo con sé.

Non ho che superbia e bontà.

E mi sento esiliato in mezzo agli uomini.

Ma per essi sto in pena.
Non sarei degno di tornare in me?

Ho popolato di nomi il silenzio.

Ho fatto a pezzi cuore e mente
Per cadere in servitù di parole?

Regno sopra fantasmi.

O foglie secche,
Anima portata qua e là…

No, odio il vento e la sua voce
Di bestia immemorabile.

Dio, coloro che t’implorano
Non ti conoscono più che di nome?

M’hai discacciato dalla vita.

Mi discaccerai dalla morte?

Forse l’uomo è anche indegno di sperare.

Anche la fonte del rimorso è secca?

Il peccato che importa,
Se alla purezza non conduce più.

La carne si ricorda appena
Che una volta fu forte.
È folle e usata, l’anima.

Dio guarda la nostra debolezza.

Vorremmo una certezza.

Di noi nemmeno più ridi?

E compiangici dunque, crudeltà.

Non ne posso più di stare murato
Nel desiderio senza amore.

Una traccia mostraci di giustizia.

La tua legge qual è?

Fulmina le mie povere emozioni,
Liberami dall’inquietudine.

Sono stanco di urlare senza voce.

sabato 24 maggio 2014

o sorella

CANTO PRIMO  di G. Ungaretti

O sorella dell'ombra,
notturna quanto più la luce ha forza,
m'insegui, morte.

In un giardino puro
alla luce ti diè l'ingenua brama
e la pace fu persa,
pensosa morte,
sulla tua bocca.

Da quel momento
ti odo nel fluire della mente
approfondire lontananze,
emula sofferente dell'eterno.

Madre velenosa degli evi
nella paura del palpito
e della solitudine,

bellezza punita e ridente,

nell'assopirsi della carne
sognatrice fuggente,

atleta senza sonno
della nostra grandezza,
quando m'avrai domato, dimmi:

nella malinconia dei vivi
volerà a lungo la mia ombra?

martedì 24 dicembre 2013

una cosa



NATALE di Giuseppe Ungaretti

Non ho voglia di tuffarmi in un gomitolo di strade
Ho tanta stanchezza sulle spalle
Lasciatemi così
Come una cosa posata
In un angolo
E dimenticata

lunedì 9 gennaio 2012

LA PAROLA ...


Il grande poeta confessa che la parola in realtà è impotente, poiché la parola non riuscirà mai a dare il segreto che è in noi, lo avvicina soltanto