Visualizzazione post con etichetta Lucchiari. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Lucchiari. Mostra tutti i post

lunedì 16 gennaio 2012

POETICS e ...

Studio di Silvio De Campo & Renata Galiazzo
POETICS e ...

a cura di Alessandro Cabianca - Gruppo 90 e Pronto Intervento Poetico
Padova, Galleria Samonà  - 15 gennaio 2012

Letture di Nigretti
Intermezzo di R. Lucchiari - I morti vivi di G. Nigretti

I MORTI VIVI

ci stanno sempre appresso
chissà se ascoltano
in ogni ora d’aria lenta
un fruscio di voce fievole

sillaba parole nel vuoto
d’amore chiama amore
l’ombra da ogni uscio
esce fluendo senza scia
di luce la vita sfascia

come falena vivendo nel buio
i morti vivi ci vengono addosso




INTERMEZZO

Non trovo nel sottoscala la banderuola
l’orizzonte degli orizzonti di questo blu
incassato tra le adulte case di periferia
che accenda d’inesausti arazzi le stanze della musica.
Senza copione si dispera il lotofago tempo.
Nel teatro della memoria mi aggrappo a chi sento vivo
tra una folla sterminata di morti.

Se non potrò ritornare per la strada buia
a riveder le stelle, le radici storiche degli incantamenti
lasciate almeno che il grano s’accumuli sull’aia.
Il tino non era sfondato: potrò vendemmiare
questo tempo distratto. Il tramonto era tutto d’oro
tre volte glorioso e santo e i vecchi soffiavano
sulle ceneri delle generazioni.
Eccomi pronto in abito scuro per nozze e tribunali.

L’inverno ormai ringhia alle porte: ci preceda
la città dei morti con le sue coraggiose insegne.
Non è troppo tardi per le fiaccole sopra il moggio
sebbene ai figli e alle chiassose serate tra amici
abbiamo preferito il silenzioso bisbigliare degli angeli.
Anche di noi, foglie secche, rimarrà un eco poco credibile
che il vento disperde sotto i frettolosi passi.

Fatemi entrare nell’Arca per cui le api sciamano.
E’ tempo che la cenere si tramuti in cipria.
E’ tempo che l’amorosa astuzia s’intrecci
con la spiga d’oro.
Lasciate pure che il folle scirocco agiti
le lunghe tende del melanconico salotto:
la tua capretta ha fame e sete del mio sale e zolfo.

(da: Renzo Lucchiari, Farfalle, Ed. Il Torchio, Padova 2010, pp. 18-19)