Visualizzazione post con etichetta Giovanni Bovio. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Giovanni Bovio. Mostra tutti i post

mercoledì 18 luglio 2012

per gli antichi sedili



l'inno "Salve o Trani!" è inciso su una tavola marmorea collocata nella Villa comunale
 Salve o Trani!

Quella tua lingua di terra entro il
mare con un monastero alla punta
è come una vedetta sull’avvenire la
torre del tuo duomo si slancia nel
cielo azzurro come un ideale i due
moli del tuo porto s’incurvano come
braccia che stringono una civiltà
Il tuo orto pubblico manda un
saluto floreale all’oriente.


Il tuo popolo pulsa la terra che
non è arida se si veste di pampini i
tuoi uomini sono forti perché sono
tolleranti le tue donne ricordano
il profilo pelagico smentiscono la
leggenda della nostra inferiorità di
razza.


Salve o Trani!
Nel 1799 generasti i martiri che sui
patiboli consacrarono la libertà
dopo il 1848 empisti di galantuomini
le galere nel 1860 salvasti la
libertà irrompente da Quarto a
Marsala salve per le tue memorie
romane per le tue tavole marittime
per gli antichi sedili per la giovinezza
onde ti rimoderni nella
civiltà salve per l’avvenire
salve mater se la tua antichità
traduci in una giovinezza perfetta.


Giovanni Bovio

GIOVANNI BOVIO: giurista, filosofo e parlamentare
Il filosofo, politico, letterato Giovanni Bovio, onorato in quasi tutte le città del meridione con l'intitolazione di vie importanti o di piazze, nacque a Trani il 6 Febbraio 1837. Trascorse la sua fanciullezza e la sua giovinezza a Trani, tra le ristrettezze economiche familiari e l'insaziabile sete di sapere che lo spingeva a leggere e, grazie ad una memoria prodigiosa, ad assimilare tutti i libri che poteva, attinenti al mondo classico, umanistico e filosofico. Viveva dando lezioni private di diritto, di letteratura e di filosofia, ma, all'età di ventitrè anni, dopo la pubblicazione del "Verbo novello, sistema di filosofia universale", dovette trasferirsi a Napoli, dove ebbe come suo primo amico il venerando giurista Luigi Zuppetta.
Sotto il Ministero Minghetti, nel 1872, superando grandi ostilità e lotte acerbe, ottenne il pareggiamento della cattedra di Storia del Diritto all'Università di Napoli e nel 1875 conseguì la libera docenza nella filosofia del diritto. E' di questo periodo una sua lettera nella quale, accennando agli esami che dovette "subire" per poter continuare ad insegnare, ricorda che "se fosse stato giudice, non avrebbe approvato molti dei suoi esaminatori".
Le sue lezioni all'Università, armonico compendio di erudizione e di eloquenza, esercitavano un autentico fascino sui giovani che accorrevano in massa, anche se appartenenti ad altre facoltà universitarie, per festeggiare ed acclamare il professore dalla vita socratica. Fu di carattere adamantino, di una rettitudine intemerata che incuteva rispetto anche nei suoi avversari ideologici più accaniti e, coerente sempre con le sue idee, visse la sua vita con calore di apostolo e di nobiltà di azione.
Va sottolineato anche che forni', dalle sue opere drammatiche, soggetti per musica, e a questo proposito vanno ricordati i suoi lavori: Cristo alla festa di Purim musicato da G.Giannetti (Rio de Janero, Teatro Lirico, 16 Dic. 1905) riproposto al Vittorio Emanuele di Torino (3 dicembre 1905) e al Real Madrid (26 febbraio 19911). Scrisse ancora per il teatro Giordano Bruno, azione drammatica (1869) e le Scene Attiche de Il Socrate (Roma, 1902). Il Socrate fu dato al Teatro Comunale la sera del 12 Gennaio 1902, in serata di gala, alla presenza dell'autore in visita ufficiale a Trani. 
Il giorno prima, ne aveva diretto personalmente le prove, complimentandosi con gli interpreti. La domenica sera poi assistette dal palco reale, in compagnia del sindaco Carlo Neacha e di Ferdinando Lambert, tra le ovazioni calorose della platea. A fine rappresentazione gli fu offerto un pranzo di onore, in cui erano in 195 a sedere a tavola, fra un succedersi di brindisi a cui Bovio rispose con il suo magistrale Saluto a Trani. Dopo aver fatto trepidare l'Italia per un lungo periodo, a causa delle sue condizioni di salute, Giovanni Bovio muore a Napoli il 15 Aprile 1903.