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sabato 18 agosto 2018

fatua chimera

G. Nigretti da "Affichage interdit" 1995/09
SUL CONFINE

fuori l’albore del dì bianco sale
urlando luce per chi in ade cade:
a orfeo ché volto l’amor rimuore – 
nel fondo stallo per parole vane
al tempo che d’inane cola eguale
a nebbia che colma la via intera 
sul confine dell’impietoso mare

senza tregua si continua ad errare
vagando a canto di fatua chimera.

G. Nigretti da Derive di confine, 2018

martedì 24 luglio 2018

esilio


DA UN ETERNO ESILIO di A. Zanzotto

Da un eterno esilio
eternamente ritorno
e coi giorni mi volgo e mi confondo,
vado, da me sempre più lontano,
divelto per erbe prati e tempi
d'ottobre
e silenzi confidati agli orecchi
da stelle e monti.

domenica 29 marzo 2015

lucciole

"La Luce " Giornata Mondiale della Poesia 2015 - ZuBar di Palazzo Zuchermann Padova (Cabianca, Nigretti)

LE LUCCIOLE

Quando spenta si è ogni luce
Quando l’ultimo sguardo là volge
Di fronte, sempre voi sole scorge
Dell’urbano incolore già stupore.

Quando la notte lenta ci porta
Verso quella sola terra nostra
Di sogni d’orfeo e molle orrore
Ci guardate?
Come le altissime mute sorelle

E dall’uguale velo tutte quante
Forse guardate questa spoglia
Stagione – di quiete nuda e
Di sola quiete colma.

E quando non più?
Forse nel nulla ci sarà pace?
Quella quieta senza luce?
E lucciole di luce.

G. Nigretti da Derive d'orfeo 2013

lunedì 28 luglio 2014

sulla lingua


SULLA SOGLIA

Se “pieni sono essi di morte, perché
son pieni di vita” che cos’è questo
vento bianco sulla lingua del mare
che nel fianco riporta memoria
uguale all’abbraccio tuo finale
sulla franta soglia delle scale?
forse è un solo foglio scarno:

che di voce persa attorno vola
e di sassi scende senza parola.

G. Nigretti da Derive quotidiane 2013/2014

martedì 17 giugno 2014

di-aria

da Diario Di Aria
206 fotografie-performance - diario di viaggio in 11 atti per le rive del Nord e del Sud


DIARIO DI-ARIA

note dal bordo per L.M
Di sole profumata
nell’ombra illuminata
tra mare e sassi
rilassata serena sirena!

Convessa ondina
di liquido di seta
di schiuma protegge
chi nel lato emerge.

Dal bordo deciso
nella deriva aspetta
mare che porta
una zattera. Morta?

Luna levigata
pelle ondulata
senni intrecciati
di latta bagnata.

Luna pelosa
casa prodigiosa
entra lo sguardo
appare la sposa.

intrecciata e~lavata
trama quadrata~non salva~la cassa girata
trama spigata fronda spezzata palla maculata
gabbia sradicata sacco di~chele
secchio~rigato guanto~imbottigliato

messaggio arrivato!

angolo di~cassa palla~di piume?
frammenti di~mele rovi di trine
cassa di cola spine~di casa~casa~di spine
intrecci di~rami pupa seduta pupa sdraiata
cassetta voltata camera bucata
latta plasticata mano arenata

bambino ombrato
fa cenno col capo
rami~di trine pelle di~spine
sacco di~testa perduta
nassa scassata lampadina fulminata
zoccolo di fata bandiera inclinata pozione avvelenata

magia salvata!

Capro addormentato
nella casa vuota catturato
nel tranello si riflette
chi l’inganno ti promette.

Luna calpestata
su le orme ti ho inseguita
fra luci e oscurità
nell’ombra dell’ambiguità.

croce trafitta pinna abbandonata
valigia scoperchiata ala ondulata~di plastica scassata
porta rullino vasino

allontanata~arrotondata~avvicinata poltrona abbandonata
cavallino da bambino
allonatanato~arrotondato~avvicinato cappotto perduto

Nella trama fermàti
per il falso uniti
nel riflesso si è prostrato
il dolore che hai celato.

frutta selecta casa difetta
padre madre prole
senza parole

Sul trono si è posata
la stirpe ha diviso
di lato sdraiata
l’occhio si è reciso.

Di spalle si scruta
nel cerchio spezzato
l’enigma è s~velato
lo sguardo si è voltato.

Famiglia naufragata
nell’origine si è cercata
la finzione non proietta
e la maschera è offerta.

Di spalle è tornata
la poltrona è occupata
il padre progetta
il tempo disdetta.

Nello specchio velato
l’abbraccio negato
il figlio si è creato
la speranza ti ha donato.

La magia è fatta!
e lo sguardo riflette
il vuoto specchio
che Narciso ti dette.
 
Finalmente sedotti
sulla riva sdoppiati
di spalle corriamo
mentre il volo prendiamo

nell’ombra
che nella caduta bramiamo.

G. Nigretti da Derive deserte 1994/01

mercoledì 28 maggio 2014

new website

Carissimi, vi invito a visitare il mio nuovo sito web: Labyrinth
www.nigretti.it
sono molto gradite critiche, suggerimenti e osservazioni
grazie

sabato 24 maggio 2014

o sorella

CANTO PRIMO  di G. Ungaretti

O sorella dell'ombra,
notturna quanto più la luce ha forza,
m'insegui, morte.

In un giardino puro
alla luce ti diè l'ingenua brama
e la pace fu persa,
pensosa morte,
sulla tua bocca.

Da quel momento
ti odo nel fluire della mente
approfondire lontananze,
emula sofferente dell'eterno.

Madre velenosa degli evi
nella paura del palpito
e della solitudine,

bellezza punita e ridente,

nell'assopirsi della carne
sognatrice fuggente,

atleta senza sonno
della nostra grandezza,
quando m'avrai domato, dimmi:

nella malinconia dei vivi
volerà a lungo la mia ombra?

sabato 17 maggio 2014

chiudere il cielo

ATTESA DI NIENTE di Raffaele Carrieri

La luce non mi è stata compagna
sulla terra né l'acqua sorella.
L'affabile acqua piovana
che materna addormenta
il vecchio gabelliere
e la giovane rana.
Avrei voluto chiudere il cielo
come una semplice porta
per restare una giornata
acquattato sull'erba
in attesa di niente.

giovedì 10 aprile 2014

immobile e chiusa


You, wind of March
di Cesare Pavese


Sei la vita e la morte.
Sei venuta di marzo
sulla terra nuda -
il tuo brivido dura.
Sangue di primavera
- anemone o nube -
il tuo passo leggero
ha violato la terra.
Ricomincia il dolore.

Il tuo passo leggero
ha riaperto il dolore.
Era fredda la terra
sotto povero cielo,
era immobile e chiusa
in un torpido sogno,
come chi piú non soffre.
Anche il gelo era dolce
dentro il cuore profondo.
Tra la vita e la morte
la speranza taceva.
Ora ha una voce e un sangue
ogni cosa che vive.
Ora la terra e il cielo sono
un brivido forte,
la speranza li torce,
li sconvolge il mattino,
li sommerge il tuo passo,
il tuo fiato d'aurora.
Sangue di primavera,
tutta la terra trema
di un antico tremore.

Hai riaperto il dolore.
Sei la vita e la morte.
Sopra la terra nuda
sei passata leggera
come rondine o nube,
il torrente del cuore
si è ridestato e irrompe
e si specchia nel cielo
e rispecchia le cose -
e le cose, nel cielo e nel cuore
soffrono e si contorcono
nell'attesa di te.
È il mattino, è l'aurora,
sangue di primavera,
tu hai violato la terra.
La speranza si torce,
e ti attende ti chiama.
Sei la vita e la morte.
Il tuo passo è leggero.

mercoledì 2 aprile 2014

tra i due muri

APRILE-AMORE di Mario Luzi

Il pensiero della morte m’accompagna
tra i due muri di questa via che sale
e pena lungo i suoi tornanti. Il freddo
di primavera irrita i colori,
stranisce l’erba, il glicine, fa aspra
la selce; sotto cappe ed impermeabili
punge le mani secche, mette un brivido.

Tempo che soffre e fa soffrire, tempo
che in un turbine chiaro porta fiori
misti a crudeli apparizioni, e ognuna
mentre ti chiedi che cos’è sparisce
rapida nella polvere e nel vento.

Il cammino è per luoghi noti
se non che fatti irreali
prefigurano l’esilio e la morte.
Tu che sei, io che sono divenuto
che m’aggiro in così ventoso spazio,
uomo dietro una traccia fine e debole!

È incredibile ch’io ti cerchi in questo
o in altro luogo della terra dove
è molto se possiamo riconoscerci.
Ma è ancora un’età, la mia,
che s’aspetta dagli altri
quello che è in noi oppure non esiste.

L’amore aiuta a vivere, a durare,
l’amore annulla e dà principio. E quando
chi soffre o langue spera, se anche spera,
che un soccorso s’annunci di lontano,
è in lui, un soffio basta a suscitarlo.
Questo ho imparato e dimenticato mille volte,
ora da te mi torna fatto chiaro,
ora prende vivezza e verità.

La mia pena è durare oltre quest’attimo.

lunedì 24 marzo 2014

la poesia

  
22 marzo Giornata mondiale della Poesia 2014 a Padova - ZuBar di Palazzo Zuckerman


SPUME DI SPOSA

 

Come sono fasulle
se di sole non ti abbagliano
sembrano perfino abbaiare
a l’aria di una luna lontana

altre a silenziose vulve si svelano
di madreperla su l’onda del cielo
fanno pure dolci spume – di sposa
e lontano s’involano come gabbiano.

Le nuvole mie fingono leggere
di essere tutto, anche amore
ma poi a piombo ti cadono
addosso: e sono uragano.



NEL VUOTO VENTO

 

Sì!
le ha fatte tutte arrabbiare
                       e in tutta fretta
                                               tutte via sono andate
lasciando un vuoto
            sconsolato
di aria
nell’aria
svuotata
da tutta la spuma
di Dio
e da ogni guscio
vuoto
per qualsivoglia fantasia.



Così il poeta
mulinando fogli
nel vuoto vento
potrà farsi bianca nuvola
con scure schiume di scrittura.


G. Nigretti da Derive d'aria 2012

sabato 1 marzo 2014

marzo

CORSE DI MARZO

Inclinato attendo –
come fronda a discese ventose
d’afose sponde ponti t’innalzo

in carne nelle corse di marzo
furiose quelle mani ci hanno
come vanga pesante scavato

un destino d’aria ricamato
immobile ombra ci annoda
a perle e spini l’anima

verso voragini giornate
ai venti di attese vertigini
gemiti un gitano sogno vano.

G. Nigretti da Derive d'amore 2001/04

venerdì 14 febbraio 2014

qué importa

Qué importa que tu puñal  di José Martí

¿Qué importa que tu puñal  
Se me clave en el riñón?
¡Tengo mis versos, que son
Más fuertes que tu puñal!

¿Qué importa que este dolor
 Seque el mar y nuble el cielo?
 El verso, dulce consuelo,
 Nace alado del dolor.


Che importa se il tuo pugnale
trafigge la mia schiena?
Possiedo i miei versi, che sono
più forti del tuo pugnale!

Che importa se questo dolore
secca il mare e oscura il cielo?
Il verso, dolce consolazione,
Nasce alato dal dolore

mercoledì 8 gennaio 2014

nel tuo letto

G. Nigretti dalla serie Affichage Interdit

SUL CONFINE TRACCIATO

Serata serena suadente seducente
nella bocca tua seguendo pericoli
aleggiavo senza filtri sulle tue reti

Mercoledì ho sorseggiato te miele
con l’agro dei limoni dolci spaccati
nello zucchero velato degli specchi

Raso rosa fra le rasate labbra
            e fiumante mi versavo nelle tue
tazzine di velluto notte blu

Di parole amanti e di pensieri colanti
ci rigiriamo umidi sul confine tracciato

Poi ho iniziato a succhiare le zollette
sfogliando alveari nel tuo letto annoiato.

G. Nigretti da Derive Deserte 1994/2001

mercoledì 1 gennaio 2014

fra le mani



Oggi hanno un anno in più / quei morti giorni che ci hanno / senza più nome sfogliato (forse / sarebbe meglio dire strappato) / il cuore e i calendari

GIÀ FREDDI FRA LE MANI

Così la parola mia
scesa in me parlava
in quell’essere primo
di questa nuova scena.

Ora dimmi mia parola:
dove sono quelle ore
morte su i calendari di ieri?
forse sono…           ricordi

accadde come a quello
stanco paia di mocassini miei
ed anche a gli scarni desideri
già freddi fra le mani
che per aria o nei rifiuti
li ha li abbiamo
in un solo fiato via gettati.

Ed anche questo finirà
prima o poi. Su di un foglio.
Uguale a quelli?
forse – senza dubbio alcuno
fra ottomila-e-settecentosessanta ore
anch’esso lo butteremo in una buca
senza voce e carne d’ombra alcuna.

G. Nigretti da Derive urbane 2012/2013

sabato 7 dicembre 2013

ero

IL SAGGIO di Hafiz

Ero perso con lo sguardo verso il mare
Ero perso con lo sguardo nell'orizzonte,
tutto e tutto appariva come uguale;
poi ho scoperto una rosa in un angolo di mondo,
ho scoperto i suoi colori e la sua disperazione
di essere imprigionata fra le spine
non l'ho colta ma l'ho protetta con le mie mani,
non l'ho colta ma con lei ho condiviso e il profumo e le spine tutte quante.
Ah, stenderei il mio cuore come un tappeto sotto i tuoi passi,
ma temo per i tuoi piedi le spine di cui lo trafiggi.
"L’idioma dell’Amore non si può veicolare con la lingua:
versa il vino, coppiere, e smetti quest’insulso parlare"

giovedì 21 novembre 2013

come falena


I VIVI MORTI
 
ci stanno sempre appresso.
Chissà se ascoltano
in ogni ora d’aria lenta
un frùscio di fievole voce
che sillaba parole. Nel vuoto

d’amore chiama amore
l’ombra da ogni uscio
senza scia esce fluendo
di luce ci sfascia le ore

nel buio come falena vivendo
i vivi morti ci cadono addosso.

G. Nigretti da Derive d'inverno 2011/12

giovedì 7 novembre 2013

non più domani


L'AMORE DEI VECCHI di Giovanni Giudici

In una gloria di sole occidentale
Vaneggi, mente stanca:
Inseguito prodigio non s’adempie
Nell’aldiquà del fiore che s’imbianca

Ma tu, distanza, torna a ricolmarti
Tu a farti terra di questa ferma fuga
Mare di nuda promessa
Ai nostri balbettanti passi tardi

E tu, voce, rimani
Persuàdici – un poco, un poco ancora
Nostro non più domani,
Usignolo dell’aurora

sabato 28 settembre 2013

badehose

POCO PRIMA DI MEZZANOTTE
di Jürgen Theobaldy da Aus Blaue Flecken

Scrivere una poesia poco prima
di mezzanotte
dopo essere rimasto in casa
tutto il giorno
perchè non conoci nessuno
né sai
dove andare
è tetro piacere
come
infilarsi le nuove "ultraleggere"
badehose da bagno
e poco prima di mezzanotte
trovarsi a nuotare in mare
perchè la nave è colata a picco.

venerdì 9 agosto 2013

il senso delle cose

CONOSCO APPENA LE MANI di Vittorio Bodini

Conosco appena le mani,
le scarpe che metto ai piedi.
Conosco il giorno e la notte
e i terrori del vento.
Ma gli anni? Dove son gli anni,
e tutti i libri che ho letto?
I volti amati si sfrondano
delle loro vicende,
non restano che i nomi.
Tutto nella memoria
cade a pezzi, sprofonda
senza rumore
nelle botole dei morti.
Ah, dove sono le acute presenze
del passato, le sue calde forme,
la cera su cui incidevano
i miei sentimenti?
Dove si nasconde il senso
delle cose che ho vissuto,
e i brividi lucenti
e i cieli dell'avventura?

(da Metamor, Scheiwiller, 1967)