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giovedì 19 luglio 2012

della meraviglia

Il fine del saggio-poeta non e' la meraviglia-thauma
"la parola greca non indica solo lo stupore davanti a eventi insoliti,
ma anche lo smarrimento angosciato"
La filosofia nasce dalla meraviglia. La parola greca, che traduciamo con meraviglia, è thauma. Ma thauma starebbe a significare anzitutto l´orrore provato dinanzi a uno spettacolo angosciante. Platone dice che "la meraviglia è figlia di Iride e del Gigante Thaumante". Con thaumante abbiamo di nuovo una parola costruita su thauma. La filosofia proviene dalla paura, o, meglio, dal timore per il mondo, dal timore per il divenire del mondo, quindi dalla terrifica scoperta che ogni cosa nasce e muore, "diviene" quindi. Ma il "trauma" sarebbe all'origine, ovvero il movente profondo, anche della mitologia, della religione, della scienza stessa: modi diversi di porsi, di cercare di rispondere al turbamento provocato appunto dalla "meraviglia".

Taumaturgo. Si dice di persona (santa) che opera cose meravigliose. Viene dal greco thauma, cosa meravigliosa (affine ai verbi theàomai, vedere = cosa da vedere, e thàomai, contemplare, ammirare...) unito al sostantivo èrgon (verbo ergàzomai), lavoro, opera. Dalla medesima radice da cui viene thauma, anche lo thaumatòn, ciò che desta stupore e, per Socrate, apre alla conoscenza.

Nella parola greca "thauma" Aristotele vide la meraviglia che l´uomo ha per il mondo e che lo spingerebbe a conoscerlo, altri vedono un suo significato più originario e profondo: lo stupore attonito di fronte a ciò che è strano, imprevedibile, mostruoso. Paura esistenziale che, inevitabilmente, ci spinge al dominio,
ovvero a voler imporre un ordine nostro alle cose grandi o piccole di questo mondo e ai pensieri stessi, come rimedio.