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domenica 28 maggio 2023

caffè

NEL CALDO MATTINO

nuda di sole si risveglia ancora
nell’aria ferma di acidi e sudore
la terra straniera che mai divora
con erbe e fiori le nostre macerie:
stanche memorie per mute parole – 
che su derive la mano sommuove
nel caldo mattino senza più voce 

dove allegra fra le scorie si spande
la primavera con il verde sangue.


A VERTIGINE DI ORLO

Da carta leggera comparve in mente
nel giorno che si tinge a primavera
con il canto del fiore di mandorlo
l’ombra che dalla caverna mi urgeva – 
al campo dove bordeggia la sera
su voragine e a vertigine di orlo
era la voce che sgorga nel volo

della poeta mano sul bianco piano:
urna di carta per il naufrago giorno.


QUI

che il verde mare è ruvide terre 
e le alghe sono erbe del tutto ferme 
e il sole è un faro fra le brume: 
spesso senza un battito appare in aria
l’odore del lontano spumeggiare
dell’onda che il tardo passo insapora
lungo le nebbie della muta via 

dove le ombre sono di compagnia.
Così è questa carta fra le dita.





venerdì 27 luglio 2018

i miei fuochi



IL BEL SOLE

Sale svelto dal confine
dell’acque e sale il colore
che attorno fa gran rumore
e alfine in fumo scompare:
così è il bel sole che rimuore
dietro le rovine di nostra sorte
al perso senso che serra l’essere

e in possente notte lo fa cadere
dove non v’è mai né voce e né porte.

da Derive di confine, 2018


DI FUOCO

fatto alto in aria nulla della sera
s’allunga a cielo largo il gran fragore…
poi a gioie poco resta di quel fuoco
di festa: un fumo che già s'allontana
e cade – in flutto svelto d'alto mare
e se non svola vento si presenta
come di scorie la paruta accanto

che scivola muta sul fianco di carta
del poeta stanco uguale è la mano.

da Derive di scorie, 2016


IN FUMO

Quando in alto
più niente vedi

e senti solo odore
come d’asfalto

e la eco ti svena
l’anima

e l’aria nella bocca
è d’insepolto

che ti tocca
da quel buio accanto

t’illuderai che tutto questo
rumore d’infranto colore

abbia in fumonero presto fine
su bianco di carta.

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Solo santi e innamorati vedono
fiorire gioia e stupore nei fuochi –
che inseguivamo.


MONOTONA

Lungo la riva di feria

nell’aria disfatta di afa

risuona ancora bramosa

cadenza d’ombra pesante

che a noia porta memoria


reale dal brano ritratta

e senza profumo di carta

l’inumana immanenza amara

a vera parvenza riappare


fra fumi e sordi rumori ritorna

come la eco dei fuochi – artificiali

che nel riflesso accanto si rifanno

annoiando più dei volti reali.

da Derive di aria, 2012


FERMATE I FUOCHI

non v’è mai luce vera che mi segua
e a bagliori la sera non dà tregua
e a riflessi m’assale – una carezza.

Fermate questi guizzi di tristezza.

da Derive straniere, 2011


I FUOCHI INSEGUIVAMO

I fuochi inseguivamo
fra riflessi di blumare
la notte d’ardori furente
a luci stelle la vestiva
su gli antichi sedili
d’arabeschi s’apriva
d’occhi a bagliori gioiva.

I fuochi inseguivamo
fra vedute d’arido Prato
lo sgrondare di braci
spegneva la notte brunita
da un sudario di ceneri
sull’accecata piazza
cade un dolore di vita.

da Derive di notte 2009/10

sabato 22 ottobre 2016

solo urlare

DI VITA E GIOIA                                             in morte di E.F.

Danzano le rame di palmette
Coll’aria maestrale del mare…
Ma qui tutto pare un solo urlare
E tu quieta nel talamo dormi
Con ali vere di nero gabbiano
Muta t’involi: – a quel secreto
lontano senza doglia di domani –

E nel vuoto che ci lasci non sarai
Memoria mai vacua di vita e gioia.

G. Nigretti da Amare derive 2016