mercoledì 30 aprile 2014

4 parole e carne


IV  LE DUE

Della Dolle D. l’altre m’han detto
Di quand’ella queste sul web lesse
Ed uguale ad un’antefissa permase
La notturna vanessa, tutta turbata da
Come quel che ero fosse ora in basso
Fondo caduto: di sensi parole e carne
– “con quelle due amanuensi puttane“–.

Ma Dolle D. dalle poesiole si fa sempre abbindolare:
Le due donne? son solo un’estetista e una sciampista.

G. Nigretti da Derive quotidiane 2013/14

martedì 29 aprile 2014

3 cima sfiora

III  LA SECONDA
 
Non da meno di voce compiace
E nel vano è, con nirvana mano
Procace uguale – a vestale indiana –
Che a madidi palmi cima sfiora:
E lo fa tutto prima spumeggiare
E d’essenze essenziali poi venire
Infinito puntiglio di riprincipiare.

Il di lei nome che accennar non voglio
È d’ebbrezza aerea che si fece cortezza.

lunedì 28 aprile 2014

2 un sospiro

II  FRA LE DUE

Quella che-mi-fa in poco d’ora
Ed ha il vello bello liscio e tutta
La dervìscia mano di foco tatuata
È la mora: – geisha un po’ crudele
Quando il nudo percepito del mio
Guardo, di oli e calde cere deflora
Da tutto quel macello appesantito.

Ed è di voce e nome soave da sembrare
Un sospiro in volo d’uccello fuoruscito.

G. Nigretti da Derive quotidiane 2013/14

sabato 26 aprile 2014

1 colle mani

 
I  QUELLE DUE

Ora che assiso o steso, con un palpito
Di palmo, mano dita o altro, nel vano
Dell’ozioso divano o dell’indolente
Lettino – e senza neppure amarmi
Ci son solo quelle due a palparmi:
Su appuntamento e dietro compenso
Delle occasionali prestazioni manuali

In libertà esercitate; quelle che di mane o
sera in gratùito privato son da voi praticate.

G. Nigretti da Derive quotidiane 2013/14

giovedì 10 aprile 2014

immobile e chiusa


You, wind of March
di Cesare Pavese


Sei la vita e la morte.
Sei venuta di marzo
sulla terra nuda -
il tuo brivido dura.
Sangue di primavera
- anemone o nube -
il tuo passo leggero
ha violato la terra.
Ricomincia il dolore.

Il tuo passo leggero
ha riaperto il dolore.
Era fredda la terra
sotto povero cielo,
era immobile e chiusa
in un torpido sogno,
come chi piú non soffre.
Anche il gelo era dolce
dentro il cuore profondo.
Tra la vita e la morte
la speranza taceva.
Ora ha una voce e un sangue
ogni cosa che vive.
Ora la terra e il cielo sono
un brivido forte,
la speranza li torce,
li sconvolge il mattino,
li sommerge il tuo passo,
il tuo fiato d'aurora.
Sangue di primavera,
tutta la terra trema
di un antico tremore.

Hai riaperto il dolore.
Sei la vita e la morte.
Sopra la terra nuda
sei passata leggera
come rondine o nube,
il torrente del cuore
si è ridestato e irrompe
e si specchia nel cielo
e rispecchia le cose -
e le cose, nel cielo e nel cuore
soffrono e si contorcono
nell'attesa di te.
È il mattino, è l'aurora,
sangue di primavera,
tu hai violato la terra.
La speranza si torce,
e ti attende ti chiama.
Sei la vita e la morte.
Il tuo passo è leggero.

mercoledì 2 aprile 2014

tra i due muri

APRILE-AMORE di Mario Luzi

Il pensiero della morte m’accompagna
tra i due muri di questa via che sale
e pena lungo i suoi tornanti. Il freddo
di primavera irrita i colori,
stranisce l’erba, il glicine, fa aspra
la selce; sotto cappe ed impermeabili
punge le mani secche, mette un brivido.

Tempo che soffre e fa soffrire, tempo
che in un turbine chiaro porta fiori
misti a crudeli apparizioni, e ognuna
mentre ti chiedi che cos’è sparisce
rapida nella polvere e nel vento.

Il cammino è per luoghi noti
se non che fatti irreali
prefigurano l’esilio e la morte.
Tu che sei, io che sono divenuto
che m’aggiro in così ventoso spazio,
uomo dietro una traccia fine e debole!

È incredibile ch’io ti cerchi in questo
o in altro luogo della terra dove
è molto se possiamo riconoscerci.
Ma è ancora un’età, la mia,
che s’aspetta dagli altri
quello che è in noi oppure non esiste.

L’amore aiuta a vivere, a durare,
l’amore annulla e dà principio. E quando
chi soffre o langue spera, se anche spera,
che un soccorso s’annunci di lontano,
è in lui, un soffio basta a suscitarlo.
Questo ho imparato e dimenticato mille volte,
ora da te mi torna fatto chiaro,
ora prende vivezza e verità.

La mia pena è durare oltre quest’attimo.