mercoledì 27 febbraio 2013

Soltanto una rosa...

POESIA DELLA BELLA SERA di E. De Nora

Vorrei soltanto una rosa;
questa luce chiara e tiepida negli occhi,
e una rosa tra le foglie verdi.


Una rosa,
per guardarla, per riposarmi,
per sentire l’anima e vedere la sua;
per restare qui solo in silenzio,
in armonia con la sera incantevole.


Lasciare che il tempo, come una ragazza
sfogli la sua bianca corolla,
scegliendo, lasciando cadere
tra le cose, nuove cose;
il tempo di luce e d’ombra…


Vorrei soltanto essere
una dolcezza di fronte a un’altra;
vorrei soltanto sognarti;
vorrei una rosa, una rosa.

martedì 26 febbraio 2013

donne lontane

 

LA DONNA di Josep Palau I Fabre

 

Quante donne dormono
nei miei versi, ah,
per sempre...

(da Poemas de l’alquimista, 1952)

giovedì 14 febbraio 2013

de piedra una rosa


LA NIEBLA ENTORNO

Merodean nimbos piadosos
pálidas volutas indolentes
por el aire esfuman las horas

del pecho etérea te elevan
como de piedra una rosa
que de aridez marchita cae

en un marco de vacío
lejos – del refugio mudo
en un solo momento de viento
entre las insomnes colinas
sobre curvas de lácteo encanto 
una palidez débil aparece 
y te realizas en desnudos relieves. 

Lenta la noche esfuma las estrellas
cuando la niebla en torno humea faroles
veloces pisan tus inciertos tacones rosa nuevo
el negro adoquín frío ardiente de la noche.

G. Nigretti da Derive eretiche
Traduzione di L. Rado

lunedì 11 febbraio 2013

bianco


e nevica


nevicata

BIANCO


marmo la notte sfarina
sbatte l’ombra il fragore
a fiocchi fredda gli occhi.

È tardi.
Accanto di gioia rincasa
una voce – nel vuoto m’appende
di silenzio a un’assenza
uguale a un lume spento
in campo di croci.

G. Nigretti da Derive di Notte

venerdì 1 febbraio 2013

fra profonde valve


TRA COLLI

oggi tramonta spento
su orizzonti traballanti
il rosso sole – travolto
su le sponde l’hai trascinato
dove i sogni non traboccano

dalle labili sabbie traforate
dai tarli del tuo tragico abito
volano tre falene trafelate
di trainate sere strepitano
nelle trafitte orecchie mie

echi morti tracimano cimici
neri da l’incanto tradito
d’aria e gemiti ti trapassi
di vita spenta tracolli arida
trafugando le mie giornate.

Tranciate e vomitate le rivedo 
sulle trapunte del gelo notturno
mentre tracanno l’ultima tossina
traghetto l’ultimo sguardo fugace 
fra le profonde valve aperte ancora.

G. Nigretti da Derive amare